sabato 20 dicembre 2008

Indovinato! Titina è la mia gatta nera, quella della foto del profilo, con cui spesso mi identifico (roba da psicanalisi...). Comunque, eccomi qua, spero di portare contributi degni, in parole e immagini. A presto.

mercoledì 17 dicembre 2008

scusate il ritardo


per dirla come massimo troisi, mio concittadino ma parecchio più famoso, scusate il ritardo. ci ho messo un po' a farmi viva non per cattiveria ma per distrazione e anche per una non enorme confidenza col "mezzo", non che non lo usi ma sono sempre un po' diffidente. ora scopro che posso addirittura aggiungere immagini, la cosa che mi intriga di più, chi sa se ci riesco.titina/sciù

foto scattata oggi a s.gregorio armeno, la strada dei pastori e dei presepi a napoli. è o non è natale?

lunedì 15 dicembre 2008

10 LEZIONI PER COME PERDERE LA SITA

diciamolo, avevo una premonizione che questo viaggio a Firenze non si sarebbe avverato, non chiedetemi perché. Era tutto il giorno che ci rimestavo attorno. Fatto il bagaglio stamattina, poca roba solo via una notte, ma così non dovevo tornare a casa a pranzo per farlo. Mi sembrava fosse troppo semplice per cui sono scesa in paese comunque a pranzo per comprare il pane e un panino, ma poi ho pensato che non fosse carino lasciare i piatti sporchi a S che tornava stasera e sono andata a lavarli, mettendo anche su una lavatrice....
Avevo visto che dovevo uscire da lavoro un po' prima per prendere la Sita delle 5:30 (17:30 io preferisco l'orario 12 invece che 24) ma poi visto che erano solo le 5:05 quando sono arrivata al parcheggio della stazione, ho pensato di portare la macchina a casa e metterla in garage per prendere l'ombrello pieghevole invece di portarmi quello normale che rischiavo di lasciare da qualche parte.
Stavo scendendo allegra giù per il sentiero quando ho visto una Sita che passava giù in strada. Ho pensato - supposto, sperato - che avrebbe girato per andare su al paese ma da dov'ero non si vedeva lo svincolo. Vado a comprare il biglietto e chiedo conferma dell'orario e mi viene detto che quella era la Sita mia. Mannaggia!!!
Mi dicono che l'ultima è alle 6:40 - poco male, avviso Pippi che arrivo più tardi. Aspetto al bar leggendo varie sconcezze nazionali espresse dal LA NAZIONE -giornale illeggibile da persone di minima cultura - e l'inserto di Repubblica D-onna. Il quotidiano venduto insieme a questo fascio di frivolezze femminili è nowhere to be seen, dev'essere stato bandito dai destrorsi di paese, tipini come quel contadino che si lamentava - giustamente -ad alta voce delle ultime trovate dell'amministrazione di sinistra, che ha cambiato il traffico in modo scomodo per tutti a notevoli costi per tutti, abbattendo alberi secolari, e non risolvendo un tubo degli ingorghi che ci sono sulla strada principale.
Mi mangio un gelato e compro un panino con coppa per dopo, ora non mi va ma se andiamo subito al Cine vedrai che poi mi viene fame. E chi pianifica troppo? ... peste lo colga!

E peste mi coglie: la corriera delle 6:40 non andava Firenze e a parte il disappunto per al serata andata in fumo la stizza maggiore era per il tabaccaio che mi ha dato delle informazioni del cavolo. Il tipo però si è scusato dispiaciuto dell'errore, e così non sono neanche riuscita a fare una bella litigata! Uffa
Uffa
Uffa
Tornando su a casa pensavo che era come se lo sentissi da un po' che 'sto autobus non lo prendevo e ora con il senno di poi sembra tutto tanto scontato...

Cos'è che ci fa streghi? Da dove viene questo senso di anticipazione delle cose che devono ancora avvenire? Forse è perché la serata sembrava già terminata, prima leggendo nella poca luce dall'Osteria dove ho aspettato che arrivasse l'ora di andare alla fermata; poi al buio nella notte con le macchine che scorrevano nella pioggerella che rifrangeva la luce dei loro fari, stordendomi e facendomi entrare in una specie di stato immoto, un limbo di attesa dove il tempo non passa e la Sita non appare.
....e quando appare non va a Firenze....
Di norma a quest'ora sono a casa da tempo, con il prospetto godurioso di rintanarmi a letto con la borsa dell'acqua calda a vedermi un filmino.... D'inverno le giornate per me finiscono con la luce del sole e alle 5 (!) non è più tempo di fare nulla anche se di tempo rimasto ce n'è a bizzeffe.
(Nota: Devo fare più pratica ad estendere le mie giornate perché finiscano più tardi.)
Per questo mi sembrava quasi incredibile che ci fosse ancora così tanto che doveva succedere; il viaggio, l'incontro con Pippi, il film, il ritorno a casa di lei, e poi finalmente il letto, ma a chissà che ora...mi stancavo solo a pensarci... Ma non l'ho fatto apposta, giuro, ci andavo volentieri a Fi perché stasera è il mio Venerdì.

E' possibile che questa sensazione di premonizione sia un fenomeno simile a quello -già descritto in post precedenti- del DejaVu, quindi semplicemente un riassestamento neurale, (si dice neurale Editor?), un impressione di tempistica confusa che ci fa sembrare che sapevamo cosa sarebbe successo, un'illusione non una chiaroveggenza.
In ogni caso se l'acqua guardata non bolle, il viaggio troppo anticipato non succede: che mi sia di lezione per la prossima volta che davo partire.

E in merito a questo, voglio proprio cercare di "hang loose", di lasciare un po' le cose al caso per il viaggio in USA di Gennaio. Devo organizzare certe cose è vero, ma senza cercare di controllare tutto fino all'ultimo dettaglio.
Devo dire che sono molto più LA-DI-DA di una volta. Come si dice in Italiano?... Avete presente la Diane Keaton? Lei è LA-DI-DA; morbida, sciolta, rilassata, anche quando fa parti di donne compulsive. Non le riesce, essere frenetica, c'è qualcosa che ci comunica che è una donna di spessore, che si muove al risparmio, che si ferma a guardare i dettagli e a riflettere. Non si incanta ma pondera, entra nelle cose. Ecco vorrei provare ad essere così...anche perché un po' sento di esserlo già diventata. Sono rallentata internamente, è come se viaggiassi sempre in 4 invece che in seconda. A velocità di crociera consumo meno ma non sono mica tanto pronta a scatti di velocità! Mi dimentico persino le cose e non mi importa poi tanto. Non è senilità credo sia l'acqua, è una cosa recente come la menopausa e magari quest'ultima ne è la causa, chissà!

Ok ganzo se non altro ho cambiato una cosa negativa (perdita della serata con Pippi) in una positiva (ho postato) e allora voglio regalare a tutti una ricetta, cosa che ancora avevo messo sul blog.
Per prepararmi al viaggio in Sita una delle cose che avevo fatto nel mio stop a casa a pranzo, è stata quella di caricare l'Ipod e scaricare le immagini dalla macchina fotografica, dove ho trovato quelle della mia ultima pie di patate dolci che è venuta buonissima e bellissima.
Al solito, l'immagine non è come la vorrei, ma era notte e non ho una reflex quindi lo standard sarà questo e lo dobbiamo accettare tutti con rassegnazione e zitti.
Zitti! :-)

SWEET POTATO PIE

per la pasta :
350 g farina
1/2 cucchiaino sale
175 g di burro
6-7 cucchiai di acqua fredda
manipolare il minimo indispensabile
con la forchetta o due coltelli mescolare la farina e il sale al burro e poi unire l'acqua un cucchiaio alla volta fino a che la pasta non sta insieme. Stendere subito senza manipolare, la pasta deve essere non omogenea, sfogliarsi e sgretolarsi in certi punti. Coprire la teglia rialzando i bordi e tagliando la parte in eccesso. Refrigerare fino a che non è pronto il ripieno.


per il ripieno
600 g patate dolci bollite e schiacciate con la forchetta o il passino
115 g burro, a temperatura ambiente
200 g zucchero
120 ml latte
bicchierino di rum o vino passito/dolce
2 eggs
1 cucchiaino noce moscata
1 cucchiaino cannella in polvere
mezzo cucchiaino di chiodi di garofano in polvere
mezzo cucchiaino di cardamomo in polvere (opzionale)
5 ml estratto di vaniglia

Bollire le patate intere a pezzi con la buccia fino a che sono morbide, scolarle, spellarle e schiacciarle con una forchetta/passino o nel mixer.
Aggiungere il burro morbido e mescolare bene, aggiungere lo zucchero, il latte, le uova, le spezie, la vaniglia e il rum/liquore. Versare nella teglia coperta con la pasta e infornare a 175 gradi per 55/60 minuti o fino a che uno stuzzicadenti non esce pulito dal ripieno (è un test non una magia!).
Il dolce si gonfierà come un soufflè per poi tornare basso raffreddandosi.
Servire con panna montata per massima goduria!

venerdì 5 dicembre 2008

ciao sono il nuovo editor in chief del blog di ignominia
sarò all'altezza del compito assegnatomi???

lunedì 1 dicembre 2008

COME SI FA A MORIRE CALPESTATI ?

sono un attimo sconvolta dalla notizia sul NYtimes di un poveretto che è morto calpestato dalla folla che voleva entrare in un Wal-Mart per gli acquisti natalizi. Il Black Friday, ovvero il giorno dopo Thanks Giving che è anche il giorno dei maggiori acquisti delle vacanze natalizie -ha una qualifica che in questo caso calza a pennello.

La domanda vera, a rettifica del titolo, è un'altra: come si fa ad aspettare una notte al freddo nel mezzo di una folla che cresce, che si agita, che spinge, per poi sfondare una vetrata e camminare su una persona? Immagino (io evito le folle come la peste) che una volta che ci sei dentro ad una folla simile, non puoi fare altro che camminare, spingere e fare di tutto per non cadere e finire a tua volta calpestato. Ma facciamo un passo indietro, prima, ore prima che la folla ti chiuda dentro e ti costringa al volere della massa, una persona normale dovrebbe essere capace di valutare che la situazione si sta facendo a dir poco assurda, no? dovrebbe avere quella sensazione - a me familiare - che ci sia qualcosa di anomalo e di surreale, che la situazione stia sfuggendo alla logica delle cose giuste. Cerco di capire quando, nella tempistica di un evento simile, uno valichi il momento di non ritorno, dove la possibilità di uscita finisce e dove il giudizio che può risparmiarci di vivere in prima persona tale orribile circostanza venga meno, e a che punto, avendo perso l'occasione di defilarsi, uno si trovi inevitabilmente schiavo del volere irrazionale della folla che bovinamente si muove e tutto calpesta.

Incluso un povero 34enne dal nome esotico assunto per l'occasione. La perfetta vittima senza volto, nome e senza lavoro fisso. LA vittima usa e getta per dirla com'è.

Lo sconforto per questo triste accaduto si aggiunge alla notizia che da certi studi fatti pare che quest'anno la gente abbia acquistato di più che negli anni passati. Non riesco a decidere se questo sia segno di ottimismo e di volontà a ripristinare il paese economicamente, oppure di incoscienza scellerata. Questa notizia si aggiunge a quella che scopre che le madri sono disposte a sacrificare i propri acquisti personali per i regali dei piccoli - hanno scoperto l'acqua calda a mio avviso - ma a me viene in mente quella canzone antica che diceva "per la tua piccolina non compri mai balocchi, mamma tu compri soltanto profumi per te! -
beh erano altre generazioni ovviamente. Quindi niente Botox e chirurgia plastica, iscrizione annuale a palestra e weekend alle terme per comprare ai piccini le ultime Winx o la Playstation3.
La domanda è: quante generazioni ci vorranno per disintossicarci dal consumismo?

Non ho parole per il fatto che oggi il 1 Dicembre ha grandinato in tante perfette perline e ad esse è subito seguito un arcobaleno a mezza vallata, manco fossimo alle Hawaii! Ma la grandine non è un fenomeno da mesi caldi? La pioggia dovrebbe limitarsi a diventare neve a Dicembre, no?

Era tanto che non postavo ma fra il nuovo lavoro al Golf, le olive da raccogliere e spremere (una per una con i piedini... ); i lavori di restauro di una casa che sto seguendo per dei clienti Olandesi - lavori che si sono fermati grazie alle schermaglie private fra architetto e sindaco; e il mio bisogno personale di trovare un ritmo fra la vita precedente, che mi vedeva padrona del mio tempo in toto, e la mia vita presente che mi vide gestire 2 lavori, la casa e gli extra, ecco che ho dovuto scalare le marce un tantino.

Confesso poi di aver anche perso notevole tempo nell'apertura e nel testing della mia sottoscrizione aFaceBook. Ne sentivo parlare da tempo ma come MySpace, non mi attraeva più di tanto. E' stata Ilaria ha tirarmici dentro e a farmi registrare per vedere cosa stava combinando lei, e poi la tentazione di contattare questo e quello è stata come quella della ciliege. In una settimana fra USA e Italia ho accumulato 23 amici, e non mi ci sono nemmeno messa di buzzo buono a trovarli, ma non ci penso nemmeno a entrare in competizione con mio nipote-acquisito Hameed che ne ha 500+, lui è un genio alla CAL POLI e nonostante il tempo che ovviamente passa su FB è riuscito a finire un'anno prima nonostante fosse partito un anno prima! Non proprio nella mia lega!

MA ho da osservare che FB, seppure sia divertente, è leggero e insipido come un wafer alla vaniglia. Non mi piace che per vedere la conversazione con la gente devi andare a scriverla sul loro "muro" (riferimento ai tagging o ai graffiti immagino puramente intenzionale, della serie "ma come siamo hip noi!"); mi scomoda che sui muri si vedano solo i tipi di azione fatti, il che ti obbliga a farti amico degli amici degli amici per poter vedere tutte le porcherie che gli altri scrivono sui muri degli altri.
Il che è totalmente voyeuristico, guardone e peepingtomish!
Tantalizing è il termine che userei se scrivessi il blog in Inglese, termine che denota la qualità tentatrice e stuzzichina di questo. Il sito lo si potrebbe anche definire attizzacazzi come si dice volgarmente da noi, perché ti fa invogliare ma non te la dà lì per lì.. la soddisfazione dicevo, prima devi fare qualcosa per lui... cioè farti amico di tizio e di caio, dei quali non fosse per la tua dannata curiosità non te ne fregherebbe un tubo.

L'altra cosa per me che sono una grafomane, è che non è certo il posto per scrivere. Per abbandonarsi a ricordi e rimembranze, osservazioni e riflessioni rimane solo il blog. Su FB sono sveltine con tutti, una reiterazione del mondo promiscuo in cui ci troviamo, con rapporti veloci e casuali, di quantità se non qualità. Rapporti variegati pieni di regali e poster, immagini scaricate e caricate, associazioni a club e a cause, promozioni, sollecitazioni e stimolazioni rivolte a coloro che ancora non conoscono lo sgargiante mondo di FaceBook.
Per me però questo caleidoscopio che riflette la società che ci circonda e le sue infinite variazioni di immagini e colori, altro non è che uno specchietto con dei pezzetti di vetro all'interno di un tubo di cartone.

PS. Ma che ci scrivete su questo Blog o no? Feedback ragazzi, Feedback, altrimenti che le scrivo a fare 'ste cose?

giovedì 13 novembre 2008

BILL VIOLA LINK E GHOSTBUSTERS

avevo detto nel mio post del 29 Ottobre (UNO PARTE...) che avrei linkato il sito non appena questo video su Bill Viola fosse stato messo in visione, per cui eccolo qui.

A me è piaciuto molto e tante cose che non avevo capito bene durante la traduzione del testo sono diventate più chiare una volta vedute le immagini a cui si riferisce. Devo dire che il video dell'urlo mi ha commosso alle lacrime, facendomi riflettere come le espressioni facciali siano un un certo modo contagiose. Ricordo come una volta che il mio amico Bobo stava disegnando una faccia che sbadigliava ci siamo ritrovati entrambi a slogarci quasi le mandibole a forza di sbadigli. E' probabile che ci sia in noi una qualcosa che ci porta ad assorbire e poi imitare gli umori che ci circondano. Lo sentono anche gli animali, per cui perché non noi umani?

Ho mal di testa oggi un fenomeno che aggiudico alla pressione atmosferica oggi che è molto bassa, siamo nelle nuvole e piove. Questo mio bisogno di trovare una spiegazione a fenomeni fisici che mi accadono (vedi i dejavu che Skip mi spiega siano resettaggi dei neuroni, che essendo fuori sincronismo nel momento del reset, ci ripetono come ombra o alone l'immagine che è appena accaduta dandoci l'impressione di vederla sfalsata nel tempo e come fosse una memoria) va contropelo alla convinzione di Viola che sia meglio rimanere al buio e che la scienza illumini troppo la realtà.
Non sono troppo convinta che questo sia giusto applicato a tutto, la luce anche se viva lascia sempre delle ombre, non le cancella completamente anzi le rende più vivide e nette, più identificabili. Per me la scienza, quando da spiegazioni ai miei perché, è fondamentale per creare un certo ordine, ad eliminare tante paure che altrimenti risiedono nel nostro subconscio.

Per esempio quelle degli spiriti. Pare infatti che i fenomeni paranormali che accadono in certe case, dove si sentono voci, rumori, e si hanno visioni spettrali, siano dovute ad intossicazione da Monossido di Carbonio. I sintomi di questo avvelenamento includono allucinazioni sia visive che uditorie, malessere generale, sensazione di oppressione, di atmosfera pesante, mal di testa, incapacità a pensare. Quindi è probabile che in certe case così dette " abitate dagli spiriti"--in genere case vecchie con il sistema di riscaldamento non a norma-- ci siano delle fughe di monossido di carbonio che impestano l'ambiente e chi vi entra si trova presto a.. ballare con i fantasmi.

Insomma, la scienza è bella perché toglie tanti veli di superstizione. Certo che se uno vuole fare una cenetta romantica è meglio farla a luce di candela, ma poi quando si lavano i piatti accendiamo pure il neon centrale!Allucinazione 'O8

martedì 11 novembre 2008

PRESIDENT ELECT & WEST WING















Beh, non so voi ma a me fa un bell'effetto vedere Obama alla Casa Bianca. Non è la prima persona di colore naturalmente; ci sono già stati capi di stato, ospiti in visita, senza parlare del personale che è multirazziale. Ma vedendo le immagini qui sotto, mi si apre il cuore, perché so che la cosa stavolta è diversa, questa visita è preliminare per una residenza di 4 anni almeno. E Obama è così disinvolto così sicuro che non sembra ospite a casa d'altri, sembra già il padrone di casa.
Persino mia suocera, che a suo tempo ha votato per Bush e per Schwarzenegger, con la quale ho imparato a non parlare di politica perchè finisce inevitabilmente con amarezza, beh mi pare di capire che, se non l'ha proprio votato, ora che lui ha vinto non le dispiaccia proprio questo presidente eletto, definendo lui e la moglie come "bella coppia di classe e molto brillanti" specificando - gli Obama non i Bush!
Questa foto poi mi ricorda la serie TV West Wing, dove il presidente, impersonato da Martin Sheen, era una persona che faceva citazioni in latino ma che aveva i piedi per terra, una persona morale e ferma senza essere bigotta, soprattutto era un presidente che comandava rispetto e ammirazione per la carica che aveva, cosa che ti faceva ancora di più digrignare i denti al pensiero che questa carica era in mano ad un superficiale figlio di papà che non sapeva neanche parlare la sua lingua. E la cosa interessante è che la realtà ora assomiglia alla finzione, perché ci sono stati numerosi articoli , vedi il Guardian e il NYtimes che hanno fatto notare come la storia dell' ultima stagione della serie anticipasse la realtà che abbiamo visto svolgersi davanti ai nostri occhi.
Io ero una patita di West Wing che a mio parere era uno dei pochi programmi intelligenti e fatti bene che ho visto in TV (non la amo in genere) ed ero senz'altro infatuata dalla rappresentazione di un mondo dove le virtù più belle dell'uomo venivano a vincere sulle sue bassezze. Dove i protagonisti della serie brindavano alla sconfitta delle loro mozioni in parlamento, per sottolineare la vittoria dell'ideale democratico.
Ci aspettano momenti interessanti, stiamo vivendo una storia incredibile.

mercoledì 5 novembre 2008

GIRIAMO PAGINA

come non postare oggi, il primo giorno di questa nuova era che vede gli Stati Uniti eleggere un presidente di colore?
Come per il 9/11 sento che questo è un vero giro di pagina, e ho paura nuovamente di venir tradita. Dopo tutto Obama non solo è umano e per quello imperfetto ma è un politico, per cui è inevitabile che in un futuro prossimo mi deluda.
Mi tradisca.
Mi venda al miglior acquirente insieme agli altri elettori che come me aspettavano da tempo uno come lui.

Dopo i secoli di storia che ci tiriamo dietro noi Italiani è inevitabile che uno cessi di credere a qualsiasi promessa fatta da politici di qualsiasi calibro. A questo bisogna aggiungere l'inevitabile fatalismo maturato in tutti coloro che come me hanno raggiunto la soglia degli anta ... o la abbiano passata da un po'.
Noi che appunto negli anni 60 eravamo piccoli, ricordiamo ancora l'effetto da tiro di coca che ci fecero i fratelli Kennedy, --anche loro belli, forti, simpatici, promettenti -- e quanto presto e violentemente siano stati falciati via dalla storia. Insieme alle loro vite vennero recisi gli entusiasmi appena nascenti della nostra generazione rimpiazzandoli con il cinismo e il disinteresse delle generazioni successive.

Forse la perdita dei Kennedy, di Martin Luther King, di Malcom X e di Harvey Milk, ha creato una inibizione alla speranza, una paura di credere e darsi anima e core ad un candidato politico che ci prometta giustizia, equanimità, correttezza, buon governo. Forse questo ci impedisce di credere che ogni tanto vincano anche i buoni.
E forse è per questo che il popolo Americano è un popolo forte, perché nonostante tutto riesce ad innamorarsi dei suoi politici e a credere alle loro promesse, e a buttarsi a corpo morto a lavorare per la realizzazione di questi sogni.

Mi trovo pertanto nello strano predicamento di augurarmi da una parte che non succeda nulla di violento ad Obama, e dall'altra a temere di vederlo cadere di sua propria mano, per sua umana imperfezione. Gli idoli sono destinati a cadere o venire tirati giù dai loro adoratori dopo tutto.

Per ora è quasi perfetto:
  • bello e intelligente questo non si discute;
  • dall'apparenza sensibile per il modo in cui si relaziona alla moglie, chiamandola miglior amica e amore della sua vita, espansività raramente udite dal podio presidenziale.
  • capace di gestire lo stress con forte disciplina personale, come si è potuto constatare dal modo come non ha reagito alle antipatiche sgarbatezze durante i dibattiti di McCain, il quale pareva fare il possibile per farlo scattare con rabbia, così facendo alienando potenziali elettori che temono i neri e la loro probabile vendetta una volta andati al potere.
  • umile quanto basta per permettergli di ammettere i suoi errori, pronto ad usare l'esperienza come lezione per il futuro.
  • Astuto, perché la campagna elettorale che ha combattuto lo è stata, e se non per merito suo per grazia dei suoi collaboratori di cui lui ha accettato i consigli.
Insomma per noi cinici e diffidenti un personaggio troppo bello per essere vero.

Quindi pensavo di prepararmi un pochino, strofinandomi il cuore su e giù, su e giù con un dito sperando di farci un calletto.

Ma oggi, proprio oggi è presto per le anticipate delusioni, presto per le razionalizzazioni, godiamoci la vittoria, no? Entriamo nella nuova era augurandoci anche che il cambiamento Americano influenzi positivamente a cambiare in meglio anche il nostro sistema politico.
E prima di entrare in un posto nuovo, puliamoci bene le scarpe sullo zerbino....

lo zerbino giusto

mercoledì 29 ottobre 2008

UNO PARTE....

no dicevo, uno parte per scrivere poi si accorge che non era veramente partito per scrivere, che aveva avuto solo un knee-jerk reaction, una reazione automatica perché è un pezzo che non posto e mi dispiace, perché è sempre un momento di raccoglimento a pensare se nei giorni passati c'è stata una lezione che ci ha portato un tantino avanti, un passettino oltre alla linea statica dove eravamo ieri, ieri l'altro etc. A volte uno trova un bellissimo momento che dà significato e peso alla settimana e nello scriverlo il momento si realizza e da materia greggia diventa prodotto finito, opera compiuta, ricetta realizzata, come si vuole definire un qualcosa che ha raggiunto la sua forma finale.

Ora di cose fatte dall'ultimo post ce ne sono state tante, ma tante, ma non riesco a vedere un qualcosa che si sia completato, salvo forse le parole dell'intervista con Bill Viola di G, che ho aiutato a tradurre. Le ho rilette varie volte perché c'era qualcosa di ricco che si celava in esse, come quando parlava delle immagini di persone che urlano sgomente e la ragione per cui ha tolto il suono dal video. Che è perché il suono le rende troppo immediate, urgenti e uno che guarda non ha modo di interpretare l'urlo come sua propria emozione, simbolo di un angoscia personale. L'altra cosa detta era sul mistero e come secondo Werner Herzog la vita senza ombre non valga la pena essere vissuta. Una presa di posizione forte sull'incertezza, sul dubbio, e sulle ore trascorse a domandarsi qual'è la strada giusta da prendere e perché.
La fine dell'intervista poi, che probabilmente non verrà usata a sentir G (ed è un peccato) dove l'artista dichiara con semplicità disarmante di non sapere bene dove porti la sua strada futura, ammettendo di essere in un momento di confusione per poi abbracciarlo completamente confermando ciò che aveva detto in precedenza.
Ora senza i video dei suoi lavori questo post è probabilmente incomprensibile, ma lo linkerò al video quando sarà disponibile su Exibart e forse avrà senso anche per chi mi legge. In ogni caso se Bill Viola mi era sembrato all'inizio tendente al patetico con il suo dilungarsi sulla morte del padre e del suo dolore, pianto e crollo emotivo (dio bono abbi un po' di dignità e ricomponiti Bill!) alla fine mi è proprio piaciuto perché le cose di cui parlava erano vere e non pretenziose come quelle di tanti altri artisti.

Mah, alla fine forse faccio meglio a metter qualche immagine, i significati delle cose mi sfuggono proprio...
Poppi, Casentino

Teniamo le dita incrociate per le elezioni Americane, domattina ci svegliamo tutti con la storia che ha fatto una passo avanti... o uno indietro.

giovedì 23 ottobre 2008

SENIOR MOMENT ovvero SADAE

beh, la barzelletta della confusione che ci capita quando facciamo multi-tasking che va in giro in questi giorni è carina perché riflette una verità enorme. Beh più d'una direi. La prima più ovvia è che se non si è estremamente concentrati si finisce per fare un gran casino e fare meno di quello che avremmo fatto se ci si fosse dedicati ad una cosa per volta.
La seconda è che rivela cosa succede e perché si entra in una stanza trafelati per fermarsi a domandarci : mmmm ma cos'ero venuta a fare qui? Il che mi ricorda che ore fa sono andata tre volte a prendere il cellulare per fare gli auguri a qualcuno e ancora non l'ho fatto....
oh ecco, missione compiuta.

Dicevamo, è istruttivo dalla barzelletta vedere come ci frulli il cervello continuamente sollecitato dagli impulsi esterni. E' un po' come il processo meditativo dove realizzi che è impossibile concentrarsi su una cosa semplice come il proprio respiro per più di mezzo nanosecondo... e poi VIA! a pensare che appena hai finito ti fai un bel caffè ma guarda un pò però che sogno che ho fatto stanotte e poi alla Paola gliene dico due per quella carognata ieri, però me la meritavo perchè sono brutta, cattiva e faccio schifo, eh sì è proprio per quello di sicuro e guarda quella formica com'è strana! a proposito torniamo al respiro, inspira espira inspira e com'è che fa quella canzone?

E via così, il cervello è una continua tempesta elettrica dove scariche continue attivano sinapsi e neuroni, aprendo e chiudendo connessioni all'impazzata, sempre più all'impazzata quanto più è sincopata la nostra vita per cui la barzellettina è uno vero squarcio nella tela che copre il nostro mondo mentale con tutti i suoi vizi e le sue virtù.

Perché sì, ci sono anche delle virtù a vivere una vita sincopata immersi nel multi-tasking. Quando -e se- si riesce a concentrarsi con il nostro pensiero e non ci si perde per strada, si concludono un casino di cose nel tempo che ci vuole al trombaio a guardare sotto il lavello e decidere che deve andare a prendere la chiave che ha lasciato in macchina per poi scoprire che, tornato dalla macchina, avrebbe dovuto prendere anche quell'altro attrezzo che gli serve... sì perché a qualcuno riesce di fare solo una cosa per volta!

Viene l'istinto di dire che le donne sono in genere più portate al multi-tasking degli uomini, e quello è inevitabile visto che geneticamente il compito della donna è quello di fare più cose insieme: tieni d'occhio Luigino che non infili le dita nella presa della corrente mentre rimestoli il tegame che sennò si attacca il sugo allo stesso tempo tenendo con il mento il cellulare all'orecchio mugugnando cenni di assenso alle lamentele della suocera. Magari con la radio accesa e il più grande che sta facendo una strage rumorosissime sul video game. Mentre con l'altra mano tieni la sigaretta o il bicchiere di vino, strumenti necessari e d'uso alternato- un calmante e un eccitante-per mantenere questo regime impossibile.

MA non voglio sollevare un vespaio dicendo che gli uomini non sono complessi abbastanza per fare più cose in una volta, perché non è sempre vero. Tra l'altro se si vuole vedere la storia immagino che una volta quando gli uomini andavano a caccia per campare forse gli era necessario essere in grado di fare più cose, che magari ci lasciavano le penne, magari. Ma io non essendo mai andata a caccia questo non lo so, gli lascio però il beneficio d'inventario e affermo che ancheè probabile che la maggioranza degli uomini siano stati capaci di fare più attività allo stesso tempo, una volta.

Certo però si spiega anche perché le donne siano sempre irritate con i mariti perché non pensano come loro. Perché se vengono in cucina non portano una pila di piatti o bicchieri che sporchi devono essere sparecchiati e messi in lavastoviglie invece di presentarsi sulla soglia della cucina con sigaretta e mano in tasca, per poi tornare di là senza niente in mano un'altra volta; per esempio con della roba pulita che dev'essere riposta. Tutti viaggi a vuoto che una donna non può permettersi.
Certo però questo modo frenetico di vivere che abbiamo noi donne non conduce certo ad una vita serena, perché una quando si rilassa? Capita anche a voi di andare a letto e avere il cervello che frulla come un mulinello per un'ora buona prima di rilassarvi quanto basta per addormentarvi? Certo che sì.

Il che mi porta a notare una cosa che mi sta succedendo da che bevo l'acqua- e vi garantisco che né la Levissima né la Fiuggi mi pagano per spingere i loro prodotti. Mi sto rallentando. Lo sto notando da poco, pensavo che fosse per via degli antistaminici (e forse è quello che ne so) ma il cervello mi sta entrando in folle con più facilità. Il che mi crea un po' di panico perché non sono abituata a ritmi diversi, mi dimentico le cose mentre prima riuscivo a tenere tutto a mente, e ora devo scrivere tutto quello che è importante tenere a mente, e non sapendo perché mi domando se non stia invecchiando troppo velocemente.

Però l'altro giorno in cucina, il posto dove la tensione del multi-tasking (ma come si dice in italiano?) viene più messa alla prova, ho lavorato per due ore con il cervello "in folle" e quindi a consumo minimo, e ne sono uscitacon 3 pasti diversi pronti per la settimana ma non esausta e snervata dalla tensione.
Forse è presto per definire questo stato di cose, che magari più avanti verranno spiegati più definitivamente: "per forza che rallentava, erano i primi sintomi della malattia cerebrale che che l'ha ridotta ad una ebete felice in pochi mesi! ". No dico, magari con il tempo riesco a spiegare meglio come avviene questo fenomeno, che posso solo definire come ho fatto in precedenza, come un centrarsi su due piedi, stabilizzandosi su una posizione di potenza.

E mi domando se questo cambiamento, profondo se permanente, ne valga la pena. Se sono disposta a perdere efficienza per acquistare me stessa. Se ho voglia di barattare la familiare capacità giovanile di essere energetica e mentalmente pronta, per uno stato di cose che non mi è abbastanza familiare per poterlo definire ancora.
Forse è questo crescere, forse la parola che cerco è maturare. Fa un pò effetto a vedersela così di fronte all'improvviso do po tanto tempo convinti che lo eravamo di già, ma se è questo che mi aspetta, arrivo!

Non si legge bene ma il cartello dice 50.

Le foto che inserisco sono tutte mie salvo dove specificato

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mercoledì 22 ottobre 2008

BISCOTTI AL COCCO O COCONUT MACAROONS

Visto che mi piace tanto visitare i siti di ricette e cibo come Broccoletto e Zuccapelata (he-he) ho deciso di fare un post di cucina...

Oggi pomeriggio avevo due opzioni: prendere la macchina e andare a trovare il geometra degli Inglesi con la speranza di trovarcelo e recuperare dei documenti che dice di aver completato ma ci credo poco, oppure starmene al calduccio a casa e fare biscotti.

Indovina che opzione ha vinto? Era già quasi buio e per me la luce che scema (si proprio scema è) ha l'effetto come per gli alberi che sanno che arriva l'inverno e lasciano le foglie, per cui quando comincia ad imbrunire, possono essere anche solo le quattro ma per me la giornata è finita, kaput!

Volevo finire la farina di castagne dell'autunno scorso che avevo in frigo, e visto che di recente avevo migliorato la ricetta vecchia ho voluto fare di nuovo i biscotti di farina di castagne. Ma non è quella ricetta che vi passo bensì l'altra che è Yeng allo Yin della prima, suo perfetto complemento. Sì perché se quelli di castagne vogliono 3 tuorli di uovo, quelli di cocco vogliono i 3 bianchi così finisco per farli insieme, tanto che il forno è caldo.

Quindi:

i detti 3 bianchi d'uovo
200 grammi di zucchero
1 pizzico di sale
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
65 grammi di farina per dolci
200 grammi di cocco grattato secco

Sbatti le uova con lo zucchero e in un pentolino le scaldi finché lo zucchero si scioglie e l'insieme diventa caldo ma non troppo. Stranamente l'uovo non si condensa come avevo paura, rimane liquido quanto basta. A questo punto mescoli il resto secco che hai mescolato insieme e aggiungi la vaniglia come ultima cosa. Dovrebbe venire della consistenza giusta per posarlo a cucchiaini sul foglio di carta da cucina sulla teglia che infornerete a 170/180 ° fino a che non si abbronzano sopra e sotto. Sono deliziosi e leggeri, e uno tira veramente l'altro...

ora mi cimento con la foto...Come uno può notare fa un po' schifo, niente fuoco selettivo, niente luce radente, e lo styling è della serie : stasera n'c'ho voglia! Beh che volete, non ho una digitale reflex che permette di giocare con la profondità di campo; è notte e quindi la luce è quella di cucina e per la voglia, che volete alle 21.40?

Però ora ho fatto anch'io il mio post di cucina, quindi : evviva!

Per chi non c'ha voglia di farseli da chi viene a trovarci nei prossimi 3 giorni ha la possibilità di mangiarli da noi, altrimenti Cloaca Max li fa fuori prima del fine settimana ;-)


lunedì 20 ottobre 2008

LE CONSEGUENZE DELL'ACQUA

Giusto, ne stavo riflettendo stasera.
Dopo che quest'estate sono stata iniziata da Claudia all'uso abbondante di acqua; io che bevevo sì e no due bicchieri al giorno mi sono trovata a berne come regola mezzo litro prima di ogni pasto con l'aggiunta poi di almeno un'altro litro nei giorni di più sete.

Il cambiamento all'inizio è consistita solo in caviglie d'elefante per i primi 3 giorni (ma avevo anche il ciclo) e a dover alzarmi la notte per andare in bagno e farla 10 volte al giorno: questo poi si è assestato e diciamo mi sono assuefatta al bere, anzi ha cominciato a piacermi scoprendo che l'acqua a casa di Claudia non mi piaceva per niente ma quella filtrata dalla Brita a casa sì.

Poi mi sono accorta che non avevo più voglia di fumare dopo i pasti. Da un po' avevo smesso quelle due sigarette al giorno che mi permettevo per piacere, visto che mi davano problemi con l'asma allergica di quest'anno, ma ora non avevo neanche la voglia mentale di accenderle...
E infine il vino, che in genere mi piace, non mi attraeva più per niente. In un paio di occasioni l'ho assaggiato per non offendere chi me lo offriva per poi tornare senza pensarci tanto a bere acqua che sentivo più naturale.

Questo era già un gran cambiamento per me che prima non bevevo un granché durante il giorno, fino a che non mi sono accorta a come stavano cambiando anche certe reazioni emotive...

ammettiamolo, sono sempre stata collerica, biliosa, pronta ad incazzarmi, inalberandomi quasi per sport per cose grandi e piccine e inevitabilmente questo mi portava a reazioni esagerate, un comportamento intransigente e antipatico che rendevano infelici gli altri e me. Non sapevo come liberarmene sebbene questo mi facesse soffrire, perché era un riflesso automatico, una natura che mi apparteneva come appartiene a mio padre, e pensavo pertanto non fosse eradicabile.
Beh, da un po' noto di essere più calma. Non calma del tipo "La-Di-Da che bel fiorellin", non bucolica o sedata, semplicemente più equilibrata. Se prima mi sentissi come in bilico su una sedia e per paura di cadere urlassi e smaniassi per rimanere in equilibrio, ora sono ben piantata in terra e tranquilla quanto basta da permettermi di fare un passo indietro o avanti, se necessario, per vedere meglio la situazione che mi circonda.

E' successo con mia sorella, in occasione di sue accuse su eventi passati che una volta mi avrebbero fatto chiudere come una vongola e scappare col cuore indurito e insofferente. Stavolta, sebbene all'inizio fossi un tanto basita dal barrage di recriminazioni che mi venivano presentate rendendomi incapace di ribattere, mi sono scoperta poi a simpatizzare con la sua causa, a capire il suo punto di vista, e a dispiacermi per gli effetti delle mie azioni.
Ma proprio perché era chiaro che erano gli effetti di cui mi dispiacevo sono anche stata capace di dirle serenamente il mio punto di vista, le ragioni delle mie azioni che non ritrattavo.
Era uno scusarsi per averle fatto male senza scusarsi per una mia scelta che ancora ritenevo giusta.
Una cosa nuova dal sentirsi in colpa, sentirsi incompresi, sentirsi sbagliati, sentirsi pieni di rabbia e di voglia di sferzare attorno per poi ricominciare a sentirsi in colpa, incompresi, sbagliati e così via.

Oggi al CUP a ritirare i risultati degli esami del sangue scopro che una parte dell'esame è stata "cannata" dal tecnico e che la devo rifare. Ripensando alle mia azioni di stamani mi meraviglio di come siano differenti di quelle di qualche mese fa nella stessa circostanza. Invece di trovare un capro espiatorio per scaricargli tutta la mia rabbia e frustrazione sono andata a chiedere se fosse il mio sangue che si era coagulato e perché; cioè, è una qualità del mio sangue oppure è un problema del tecnico?E dopo aver chiesto questo e quello, l'infermiera mi ha guidato come una barchetta a vela sul mare a macchia d'olio ad attraccare calma e armoniosa al molo del mio problema.
Certo che domani dovrò farmi prelevare il sangue una seconda volta, ma ora che rivedo le mie azioni e le loro naturali conseguenze, mi pare che non sono io che ha vissuto questo momento ma qualcuno che mi piace tanto, tanto di più.

shaking the tree

domenica 19 ottobre 2008

UNA DOVREBBE AVERE DELLE IDEE....

...prima di invitare gli amici a leggere un blog appena iniziato, così che quelli, una volta arrivati, si trovino qualcosa di interessante da leggere e non decidano di disdire la sottoscrizione al Blog (non darti troppe arie, di che sottoscrizione parli?)

Confido che la idee mi vengano, non ho mai avuto problemi a scrivere qualche bullshit or two sotto pressione, per cui basta solo pensarci un pò...

Vabbè, visto che ho passato le ultime due ore a settare questo blog e oltre ad incrociarmi gli occhi comincia ad essere tempo di andare a guardarci un film, la farò breve:

Se siete arrivati qui è perchè vi ho invitati.

Non siate scortesi e datemi una chance.

Prometto di mettercela tutta appena possibile, conto di scrivere di politica, ricette di cucina, libri, film, cazzatelle di tutti i giorni, idee a creatività, filosofia personale, osservazioni che lasciano il tempo che trovano, e altre faccenduole che danno un pò da pensare, sorridere, e spero vi facciano venire la voglia di commentare o scrivere anche a voi. Lo so che avete poco tempo ma magari vi divertite anche voi... chissà?

Spero anche di inserire qualche foto, anzi una ve la regalo subito....

bush fire