giovedì 25 febbraio 2010

ALTRE DI UMA PER MELINDA

SHE COULD NOT MAKE IT ANOTHER STEP
copyright Dave Allen

 
FILING - CATALOGANDO
copyright Dave Allen

 
SUL SOFA
copyright Dave Allen

  
A PASSEGGIO SULLE SPALLE DI DAVE
copyright Dave Allen

 



lunedì 22 febbraio 2010

SEARCH BOX E ALTRE AMENITà

ho aggiunto la casella ricerca per trovare quello che cercate sul blog ora che comincia ad avere un certo numero di articoli. Ho anche inserito la possibilità di commentare/giudicare/dare un'opinione meno impegnativa che scrivere un commento a quello appena scritto, non è ancora apparso sul fondo della casella di test odove sto scrivendo, fatemi sapere se vi piace - semmai compare ecco.
Ho tolto il gadget della NASA perchè invece di mostrare galassie e pianeti apparivano immagini propagandistiche di poca ispirazione. Ora devo trovare qualcosa di simile con immagini che non mi facciano vomitare....
quando ho un'altra mezz'ora da perdere mi ci metto di buzzo buono ad abbellire il blog ok?

Mo' pigliatevi questa:

UMA di Dave Allen - copyright suo

venerdì 19 febbraio 2010

UN SOFà UN PO' SCOMODO PER UNA FUMATA DI PIPA

  photo David Allen

qualche tempo fa Titina scrisse un post sul Lego. L'altro giorno sul Blog di DAVE insieme a tanta bella roba che ha sempre (e menomale che sta in Sonoma altrimenti sgli comprerei il negozio) ho scorto questa foto che ha scattato ad una mostra e non ho saputo resistere a rubargliela...

Questo mi permette di far ripartire l'argomento LEGO.

In un cassetto della mia mente da tempo risiede questo paragrafo:
 
"Never forgetting the secret of Legos they work because you can take any single part and attach it to any other in 2005 Endy and colleagues on both coasts started the BioBricks Foundation, a nonprofit organization formed to register and develop standard parts for assembling DNA. Endy is not the only scientist, or even the only synthetic biologist, to translate a youth spent with blocks into a useful scientific vocabulary. The notion of pieces fitting togetherwhether those pieces are integrated circuits, microfluidic components, or molecules guides much of what I do in the laboratory,the physicist and synthetic biologist Rob Carlson writes in his new book,  Biology Is Technology: The Promise, Peril, and Business of Engineering Life. Some of my best work has come together in my minds eye accompanied by what I swear was an audible click . 

Il paragrafo proviene da un articolo folgorante che lessi qualche tempo fa sul TNY sul progresso della Biologia Sintetica, ovvero su quella scienza che permetterà all'uomo di creare nuova vita: quindi come  il Dio della Genesi... e le donne!
L'articolo forse l'ho subliminalmente menzionato già (qui) in uno dei post precedenti, perchè è una di quei soggetti che non si riesce ad archiviare facilmente; inevitabilmente rimane "a candire" nel cervello che lo rigira e lo sfilaccia come zucchero filato. Diciamo anche che l'articolo sul Lego di questo blog parlava di un gioco che non si può categorizzare semplicisticamente come "cose da ragazzi" per tutte le ragioni che partono dal modo in cui aiuta a strutturare creatività, processo creativo e psyche di chi li adopra per arrivare al condizionamento socio-organizzativo dei giovani che sono cresciuti con i bei blocchetti colorati. 

Condizionamento che ha reso  l'articolo scientifico di cui sopra - argomento abbastanza difficile di per sè - molto chiaro una volta visualizzati i blocchetti genetici e cosa ci si può costruire se messi insieme. 

Chiaro. Semplice, spaventosamente semplice. 

Ora io non sono sufficientemente brava a scrivere di scienza e di cose di cui capisco solo le grosse righe per cui vorrei rimandarvi alla lettura dell'articolo per un acquisizione più rigorosamente scientifica del  contenuto. Però grosserighementeparlando vi posso spiegare che siamo già arrivati ad un punto in cui la scienza ti clona Dolly in tante pecorine tutte geneticamente uguali, con lo stesso belato e numero di peli -il che è pure un gioco di prestidigitazione un po' banale che al massimo ti fa  pensare a Blade Runner e al replicante Roy Batty (nel nome una garanzia) che si ribella per ottenere il riconoscimento della sua umanità (e un'estensione della data di scadenza).  Questa è solo la punta dell'iceberg.
Ciò che salta all'occhio invece leggendo l'articolo è che abbiamo già passato un punto cruciale dello sviluppo scientifico -forse il punto di non ritorno - laddove la tecnologia ci permette oramai di fare passi esponenzialmente giganteschi che creano una valanga di altre scoperte e rivoluzioni di carattere orgasmico per chi si trovi preso nel vortice della scoperta. Seppure questa spinta in avanti è così impellente e irrefrenabile che non ci dà il tempo  di soppesare, di prendere in considerazione in tempo reale,  le conseguenze etiche e scientifiche dei passi spaventosi che oramai  riusciamo a fare a livello genetico, molecolare, biologico. 

E questo spaventa non poco se siamo persone ansiose e tendenti al cinismo, che vedono l'essere umano come essere predatore e menefreghista del prossimo. Forse la maggioranza di noi la pensa così, io faccio l'altalena fra i due poli.

E per quella parte di me che è in alto sull'altalena dico che è anche eccitante pensare che, per esempio, potremo creare di sana pianta composti come l'Artemisinin, essenziale per la produzione di medicinali antimalarici, sostanza oggi carissima perchè naturalemente rara (quella parte di me che è in basso sull'altalena dubita che le case farmaceutiche ci faranno pagare tanto di meno le loro preziose creazioni, vedi costi di Ricerca e Sviluppo che hanno per lo meno 8 zeri e perchè possono farceli pagare cari  visto che non ci sono alternative.) 
Ma un giorno forse ci sarannno anche i kit per questo, simili a quelli del Lego, forniti con un ricettario e un certo numero di blocchetti  di vari colori e grandezza. Si potranno mettere 3  blocchettini genetici blu da 4 pippoli, 5 genetici gialli da 6, pippoli e 1 rosso da 8 pippoli ma piatto... e voilà abbiamo l'aspirina, l'anti acido e poi microbi, batteri e virus, antimateria, gas e chi più ne ha più ne metta.

E a quel punto che aiutino o combattano la vita... beh questo dipende da chi li produrrà ovviamente.
In USA per sottolineare una rivelazione che lasci l'avversario senza parole, incapace di ribattere si dice: Put it in you pipe and smoke it - mettilo nella pipa e fumalo, ora! 

(La deve aver inventata un Cowboy dopo aver fregato l'ennesimo Indiano, immaginando il poveretto che si fumava l'inutile contratto nel Calumet)

Una fumatina che uno può fare seduto s-comodamente sul divano di Lego.

giovedì 18 febbraio 2010

di cuore e di solitudini


Ieri avrei voluto scriverere qualcosa sul viaggio perchè ho trovato, per caso, una frase che mi è piaciuta.
Però poi ho visto un film ieri sera e ora vorrei tentare di dire qualcosa su questo film perchè mi ha colpito al cuore, mi ha lasciato senza parole ma con tanti pensieri.
Il film è A single man di Tom Ford, tratto da un romanzo di Isherwood.
In breve, è la storia di un professore di un' università di Los Angeles (siamo agli inizi degli anni '60) che perde il suo compagno, morto in un incidente stradale.
La notizia gli viene comunicata per telefono, da lontano, e gli viene anche detto, con asettica gentilezza, che non potrà intervenire al funerale, riservato ai familiari.
Il film è il "dopo" la telefonata. Il tentativo di accettare, assorbire, metabolizzare l'evento drammatico, riprendendo, nei limiti del possibile, la vita "normale".
Poi la constatazione che questo è impossibile.
Poi l'epilogo della storia che ovviamente non dico.
Allora. Finito il film e accese le luci le prime parole che mi sono venute in mente sono state: questo film rappresenta il dolore assoluto, un dolore intimo, profondo, incolmabile.
E poi, questo film è un gioiello, è stilisticamente perfetto, nelle immagini, nei gesti, negli sguardi.
Non ha sbrodolature, non ha esagerazioni, è essenziale, pulito.
Ma quello che Colin Firth, l'attore protagonista, riesce a comunicare con sguardi e gesti, solo con l'aiuto di alcuni flash back, è assolutamente sorprendente.
E' la rappresentazione di quello che può voler dire un'unione tra due persone, non solo essere vicine, ma essere sopratutto una nell'altra.
Ma anche, mi è sembrato, che questa unione è tanto più forte e vera quanto più protetta, più riservata, non ostentata.
Ecco, questa è l'altra cosa che noto, rispetto alle atmosfere del film, quanto sia fastidiosa l'ostentazione continua dei giorni nostri, l'ostentazione della ricchezza, del potere, della sessualità,
dell'immagine (ovviamente sopratutto televisiva) a fronte di una pochezza di pensieri e sentimenti.
La frase sul viaggio la conservo per il prossimo post.

lunedì 15 febbraio 2010

NON MI CONSOLA PROPRIO CHE CI SIA CHI STA PEGGIO DI ME

leggo la prima pagina del The New YOrk Times ....

Passenger Trains Collide Head-On in Belgium

beh loro stanno senz'altro peggio di me...

Taliban Fighters Said to Flee (into Pakistan) Under Coalition Pressure

distruggendo ulteriormente un paese già destabilizzato che però ha "la bomba". Vedo in futuro un coalizione per liberare il Pakistan...

Clinton Fears Iran Is Headed for Military Dictatorship

 e dimmi un pò in cosa questo è peggio di quello che hanno già? è solo uno scambio di sedie

 Twists Multiply in Alabama Shooting Case

questo fa felici gli amanti della Reality TV. "Every day since has produced a new revelation from Dr. Bishop’s past, each more bizarre than the last."  Ci hanno messo tutto questo tempo per "connecting the dots" e ora incassano i media. 

 e no, le Olimpiadi invernali non mi interessano, e poi non ci ho la TV. 

Haiti piange; Il processo per il 9/11 va avanti; Scandali; Politica; We are the World "the Remake" per Haiti; L'articolo su Dresda e la sua ostinazione a voler vedere solo il giorno della sua distruzione senza capire il contesto. Arte, Moda, Spettacolo, Teatro, Sport, Obituari.  Tutto a portata di mano.

Penso che troppe notizie,  informazioni,  opinioni, dibattiti e blog non aiutino nessuno a vivere serenamente e costruttivamente. Non aiutano a prevenire guerre e massacri, non aiutano a prevenire la ripetizione degli stessi errori, generazione dopo generazione. Siamo alla fine come formiche, destinate alla stessa insulsa fine da un difetto genetico. No matter what we do. 

it's sunny out there but it's dark in here.

domenica 14 febbraio 2010

FRUSTRAZIONE E FORMICHE


l'una non deriva dalle altre, anzi.

La stufa comprata 2 mesi fa da tempo fumava, ma sai com'è lo consideri un problema momentaneo fino a che non puoi aprire pi lo sportello della stufa per il fumo che esce quindi non la puoi caricare e quando lo fai devi poi aprire tutte porte e finestre per far uscire il fumo, "defeating its purpose" quindi.  Fino a che ti rendi conto che il fenomeno non è normale perché ricordi che all'inizio tirava che era una meraviglia e ora non fa che mangiare legna e far fumo. Quindi dopo una serie di telefonate ai tecnici viene dedotto essere intasata la cappa e devi chiamare lo spazzacamino del rivenditore che ti d’appuntamento a 4 gg dopo. 

mmpf, altre spese e abbiamo appena fatto il ricarico del gasolio... mmmpf, sht, fck, mrd.

Poi arriva la mail dell'amico che ti invita ad andare a Roma a vedere una mostra che aspettavi da tempo, con i giornalisti prima che apra, prima delle folle,  ma guarda caso è proprio Lunedì, il giorno dello spazzacamino. Dovresti alzarti alle 5 per andarci ma è fattibile. Forse lo spazzacamino non conferma, e puoi fare entrambe le cose senza sembrare un'irresponsabile, anche se devi prendere un pendolino che costa più del regionale... razionalizzi i sensi di colpa e altaleni fra vado e non vado per due giorni.

Poi oggi va tutto storto: l'appuntamento con il direttore del centro di Foto di Bibbiena salta e quindi la chiacchierata su possibile collaborazione viene rimandata a data da definire; Lo spazzacamino conferma l'appuntamento (anche se sei certa che Lunedì lui chiami e ti cancelli per qualche ragione del ca**o, te lo senti nelle ossa) e quindi il tuo programma di viaggio se ne svapora come acqua nel Sahara.

In casa hai 15° nonostante il riscaldamento a manetta.

Per favore niente condoglianze, passerà anche questa, troverò la ragione per vivere, la ragione per cui è stato meglio non andare a Roma perchè per tutto c'è un senso e yadayadayada... Ma ora avevo bisogno di fare un pò di venting.... e dove meglio che qui?

Per passare invece all'altro soggetto del titolo, molto, molto più carino, ieri ho letto un meraviglioso pezzo di E.O. Wilson sul The New Yorker, stranamente pubblicato come Fiction benchè sia un pezzo che tratta di sociobiologia ovvero sul comportamento delle nostre care, nere, formichine. Il pezzo per chi si vuole leggerlo in Inglese lo si trova qui. Wilson l'avevo sentito raccontare le sue scoperte sulle formiche in un divertente podcast di RADIOLAB (potete ascoltarlo anche voi), e mi aveva affascinato. Ha vinto ben due Pulitzers per i libri scritti sulle sue scoperte, che riesce a trasmutare in pezzi che passano come storie inventate anche se sono scienza.

Dal primo paragrafo, dalla prima frase sapevo che sarebbe stato una bella storia. L'ho letta con avidità tentata continuamente dalla mia mente che voleva sfuggire e fare le sue considerazioni sulle incredibili realtà che stavo leggendo. Vi è mai capitato di leggere di qualcosa che è totalmente nuovo, totalmente originale? La struttura sociale delle formiche che viene rivelata nella storia non solo è nuova e originale ma non è frutto di nessuna mente (a meno che uno creda nella storia del "Progetto Intelligente" o "creazionismo" l'argomento teologico opposto a quello evoluzionistico di Darwin.), ovvero  inventato di sana pianta come potrebbe esserlo una storia di fantascienza o dell'orrore.

(Vado a vedere il pane che lievita e torno. C'è chi quando è depresso fa i dolci, io faccio il pane.)

Allora per farvi un esempio dell'originalità del comportamento di queste creature, la regina "vergine" vola via dal nido e dopo che un maschio si accoppia con lei, depositando lo sperma nel suo di lei ventre, non ci sarà più bisogno del maschio perchè lo sperma DURA PER TUTTA LA VITA della Regina. Lui è destinato a morire non perchè debilitato dallo sforzo, o perchè la femmina gli mangia la testa, ma perchè rinnegato dalle sorelle (the formiche operaie), che fino ad allora lo hanno nutrito rigurgitandogli il cibo in bocca, che una volta che lui ha fatto il suo dovere gli fanno capire inequivocabilmente con morsi e  calci: non tornare. E quindi lui, che non sa fare un tubo da solo, muore.

La Regina fecondata invece, si stacca le ali con le zampe e libera dai paramenti verginali, comincia a scavare un tunnel perpendicolare al terreno. Scava.. scava... scava... dopo essersi interrata quanto basta per essere fuori pericolo da predatori vari, comincia a sfornare figlie su figlie.  Si perchè tutte le formiche che vediamo in giro sono femmine: le operaie che procacciano cibo, le muratrici che riparano e ampliano il nido, quelle soldato che difendono la colonia, le balie che nutrono i piccoli - sono tutte femmine. I maschi servono solo per inseminazione una volta che escono dal nido, "fuori di casa" come si suol dire.

La Regina in realtà non comanda ma è l'unica che può moltiplicarsi, in automatico con lo sperma immagazzinato nel ventre. A nessun'altra è permesso farlo e se qualcuna si ribella e comincia a procreare, si troverà attaccata dalle proprie sorelle. La Regina emettendo feromone e altri effluvi chimici, controlla l'andazzo dell'intero sistema, come se fosse un distributore automatico di vino e la colonia fosse in stato di inebriazione 24/7/365 giorni all'anno. Il benessere della Regina è manifesto del benessere dell'intera colonia e quindi quando una Regina muore è improbabile che la colonia si salvi anche se alcune formiche risortano a tramutarsi in regine cominciando a procreare. Dopo litigi e lotte internecine fra queste "principesse" si instaura finalmente una nuova Regina ma quì c'è un twist genetico che rende la colonia destinata a finire insieme alla loro fondatrice. Da uova non fertilizzate nascono solo maschi e le operaie che si mutano in procreatrici non hanno "preso marito" e quindi sono sprovviste del seme maschile quindi possono solo generare maschi, inutili maschi! E i maschi sono programmati a fornicare (o formicare ;-) solo fuori dal nido. Che beffa!

Altri piccoli dettagli; è per via chimica che le formiche comunicano, lasciando tracce e messaggi, mappe e avvertimenti con le secrezioni di determinati organi che strusciano sul suolo. Se una formica è viva ma ha addosso l'odore di una morta  le altre formiche continueranno a trasportarla sulla pila dei cadaveri, anche se scalcia e urla (in formichese). Le formiche sono capaci di ricordare percorsi e tragitti complessi e di sintetizzare il ritorno in linea retta dopo che un'andata a zig zag. Sanno trovare l'uscita da un labirinto più velocemente dei topi insomma per la minuscolarità del cervello che si ritrovano sono eccezionalmente brillanti.

All'inizio la struttura sociale mi faceva pensare a una dittatura dove i ruoli sono molto precisi e limitati e non c'è spazio per l'individualità, ma poi sono arrivata alla conclusione che la monarchia è il paragone più vero, per questo credo sia stata data la definizione di "Regina". 
Vogliamo prendere senz'altro il libro -che pare sia un tomo non male- dove spero che tante domande gestate durante la lettura del racconto troveranno risposta.
In breve, mi sono innamorata di queste creaturine che già mi erano simpatiche prima di sapere così tanto su di loro. Però sono contenta di non essere una di loro!Specie se vivessi nel giardino di mia madre che si ostina a sterminarle con il petrolio quando trova il buco di un nido... 

© Jason Edwards/National Geographic

PS. Avrei dovuto pensarci due volte a fare il pane in un giorno NO. Mi si è sgonfiato tutto prima di entrare nel forno! 

mmmpf, sht, fck, mrd. 

come se non bastasse ho rischiato di perdere l'intero blog per un fetente errore di TAG che mi ci vuole mezza serata per identificare e riparare. Menomale mi ero premunita copiando il testo, perchè ovviamente mi si è autosalvato il blog mentre lo stavo sostituendo - quindi salvando la pagina bianca,  OLé!
Oggi non è proprio una bella giornata, ecco.  
 

giovedì 11 febbraio 2010

BEFORE AND AFTER E LA SCIENZA DI FARE IL PANE


oh uffa, giornatuccia scazzarola e uggiosa quella odierna. Niente di che, solo blah. Ho letto l'ultimo post di Giardigno che mi ha - no, non ispirato - mi ha svergognata a scrivere un "anche seppur breve e succinto" post.

Scrivevo a Titina prima che non uso FLick'r perchè non ho tempo. Ne perdo già abbastanza con Facebook, a leggere CIGS2008 e ZEN-zero, a scrivere commenti a tutti loro, a tenermi in pari con EXIBART.TV, e a seguire i vari video che vengono postati di quà e di là, con l'aggravante che devo aspettare  le mezz'ore che carichino per vederli etc.  Non solo ma non amo caricare immagini su Flick'r e FB se non sono a posto, cioè non riesco a  scaricare le foto dalla macchina e metterle così crude a disposizione del mondo. 
Ehnnò! 
Prima le devo ritoccare, migliorare, editare, rimuginando quale sia la versione migliore. E' un po' come non uscire di casa prima di essersi truccata e pettinata, un condizionamento giovanile che sono riuscita a perdere -grazie al cielo- vivendo in USA che è il paese degli sciatti, dove mi sono vista uscire  pressochè in pigiama e ciabatte per andare a fare il bucato nel laundromat dall'altra parte della strada, cosa di cui confesso essere assurdamente fiera! 

Però per le immagini non posso essere altrettanto cialtrona, perchè sono creature mie e le voglio fare apparire al meglio, come le ho viste, nella mia mente, al momento dello scatto. E se dicono che la fotografia non mente ditemi voi perchè c'è tanta differenza fra l'immagine "al sangue"che prende la macchina e quella che vi ha spinto a scattare? 

voce fuori campo, tono pedante:
"Beh prima di tutto la differenza fra la nostra percezione oculare "panoramica" e quella limitata dalla lente... poi c'è la qualità della medesima o della macchina che pare velare l'immagine. Ci sono distorsioni e difetti  dovuti a chissà poi cosa nella trasformazione in pixel....  (è ovvio che non ci capisco nulla di digitale.)..  per non parlare poi della differenza fra quello che percepiamo fra occhio e cervello e ciò che riproduce lo schermo specie se  non è stato calibrato   .. ma la calibratura serve a definire uno standard e qui si finisce a parlare del concetto filosofico di cosa è la realtà e cosa ci fa credere che la mia e quella degli altri siano la stessa cosa tanto da menzionare degli standard?

vi ho annoiato abbastanza?

Il fatto è che ho una cartella con decine di inserti pieni di immagini che non ho avuto il tempo di "preparare" per l'uscita da casa. E lì stanno, probabilmente per sempre. I poverini. Tutti quei  miei possibili figli...  gli ovetti non fertilizzati nel limbo pre menopausa.... Una cartella piena di possibilità.

Ma dicevo a Titina dell'immagine che ho postato la volta scorsa e di come sia diversa da quella che era uscita dalla macchina fotografica, dalla limitazione di posto e tempo e della ottica in mio possesso. 
Così ecco il prima e il dopo per farvi un'idea. 

il prima

e il dopo
 
 non mi riesce di metterle accanto, comunque dovreste vedere ugualmente  la differenza....

Ecco. 
Ho visto Julie/Julia ieri sera, e mi ha fatto voglia di postare, magari sul cibo che è tutto quello che sto facendo di recente, o così mi sembra. Il cibo mi perseguita senza donarmi però il senso di gratificazione, di completezza che pare dia alla Julia Child nel film o a Cavoletto di Bruxelles nel suo blog culinario. Provo la stessa frustrazione del personaggio impersonato da Amy Adams, ovvero la scrittrice Julie Powel che stando al libro e al film pare abbia trovato la sua realizzazione come essere umano nel cucinare tutte le ricette del libro della Child (oltre 500) in 365 giorni tenendo nel frattempo un blog in proposito. 
E un lavoro a tempo pieno. 
E un marito. 
E immagino delle relazioni sociali. 
Ti immagini fare shopping a cucinare piatti complessi come quelli della cucina Francese facendo tutto il resto- ogni giorno?  Per forza poi che era una "bitch!"

Vabbè, mi consolo che si tratta semplicemente di "effetto Hollywood" e il libro con tutta probabilità viene catalogato nella sezione"Fiction "e non in quella  "Biografie" però mentre mi cimento a capire perchè le ultime ricette di pane siano così appiccicose mi rendo conto che non mi dispiacerebbe affatto - anzi, diciamolo, mi piacerebbe un casino- fare una scuola di cucina come si deve, specie su dolci e pane che sono ingredienti che capisco proprio poco. Vorrei capire TUTTO di questi ingredienti e le loro variabili combinazioni alchemiche. 

Al solito incomincio a scrivere per fare un post breve e la tastiera mi prede la mano e non la finisco più. Vado a vedere come lievitano i panini per gli hamburgher, altrimenti stasera ci tocca mangiare la carne con le mani!

Tadaaa! 

PS ma dove è finito lo strumento di spell checking?

PPS - visto che faccio l'editing: abbiamo cenato con la minestra! Gli hamburgers domani perchè i panini sono ancora da andare in forno e sono le 20:44!