Avevo visto che dovevo uscire da lavoro un po' prima per prendere la Sita delle 5:30 (17:30 io preferisco l'orario 12 invece che 24) ma poi visto che erano solo le 5:05 quando sono arrivata al parcheggio della stazione, ho pensato di portare la macchina a casa e metterla in garage per prendere l'ombrello pieghevole invece di portarmi quello normale che rischiavo di lasciare da qualche parte.
Stavo scendendo allegra giù per il sentiero quando ho visto una Sita che passava giù in strada. Ho pensato - supposto, sperato - che avrebbe girato per andare su al paese ma da dov'ero non si vedeva lo svincolo. Vado a comprare il biglietto e chiedo conferma dell'orario e mi viene detto che quella era la Sita mia. Mannaggia!!!
Mi dicono che l'ultima è alle 6:40 - poco male, avviso Pippi che arrivo più tardi. Aspetto al bar leggendo varie sconcezze nazionali espresse dal LA NAZIONE -giornale illeggibile da persone di minima cultura - e l'inserto di Repubblica D-onna. Il quotidiano venduto insieme a questo fascio di frivolezze femminili è nowhere to be seen, dev'essere stato bandito dai destrorsi di paese, tipini come quel contadino che si lamentava - giustamente -ad alta voce delle ultime trovate dell'amministrazione di sinistra, che ha cambiato il traffico in modo scomodo per tutti a notevoli costi per tutti, abbattendo alberi secolari, e non risolvendo un tubo degli ingorghi che ci sono sulla strada principale.
Mi mangio un gelato e compro un panino con coppa per dopo, ora non mi va ma se andiamo subito al Cine vedrai che poi mi viene fame. E chi pianifica troppo? ... peste lo colga!
E peste mi coglie: la corriera delle 6:40 non andava Firenze e a parte il disappunto per al serata andata in fumo la stizza maggiore era per il tabaccaio che mi ha dato delle informazioni del cavolo. Il tipo però si è scusato dispiaciuto dell'errore, e così non sono neanche riuscita a fare una bella litigata! Uffa
Uffa
Uffa
Tornando su a casa pensavo che era come se lo sentissi da un po' che 'sto autobus non lo prendevo e ora con il senno di poi sembra tutto tanto scontato...
Cos'è che ci fa streghi? Da dove viene questo senso di anticipazione delle cose che devono ancora avvenire? Forse è perché la serata sembrava già terminata, prima leggendo nella poca luce dall'Osteria dove ho aspettato che arrivasse l'ora di andare alla fermata; poi al buio nella notte con le macchine che scorrevano nella pioggerella che rifrangeva la luce dei loro fari, stordendomi e facendomi entrare in una specie di stato immoto, un limbo di attesa dove il tempo non passa e la Sita non appare.
....e quando appare non va a Firenze....
Di norma a quest'ora sono a casa da tempo, con il prospetto godurioso di rintanarmi a letto con la borsa dell'acqua calda a vedermi un filmino.... D'inverno le giornate per me finiscono con la luce del sole e alle 5 (!) non è più tempo di fare nulla anche se di tempo rimasto ce n'è a bizzeffe.
(Nota: Devo fare più pratica ad estendere le mie giornate perché finiscano più tardi.)
Per questo mi sembrava quasi incredibile che ci fosse ancora così tanto che doveva succedere; il viaggio, l'incontro con Pippi, il film, il ritorno a casa di lei, e poi finalmente il letto, ma a chissà che ora...mi stancavo solo a pensarci... Ma non l'ho fatto apposta, giuro, ci andavo volentieri a Fi perché stasera è il mio Venerdì.
E' possibile che questa sensazione di premonizione sia un fenomeno simile a quello -già descritto in post precedenti- del DejaVu, quindi semplicemente un riassestamento neurale, (si dice neurale Editor?), un impressione di tempistica confusa che ci fa sembrare che sapevamo cosa sarebbe successo, un'illusione non una chiaroveggenza.
In ogni caso se l'acqua guardata non bolle, il viaggio troppo anticipato non succede: che mi sia di lezione per la prossima volta che davo partire.
E in merito a questo, voglio proprio cercare di "hang loose", di lasciare un po' le cose al caso per il viaggio in USA di Gennaio. Devo organizzare certe cose è vero, ma senza cercare di controllare tutto fino all'ultimo dettaglio.
Devo dire che sono molto più LA-DI-DA di una volta. Come si dice in Italiano?... Avete presente la Diane Keaton? Lei è LA-DI-DA; morbida, sciolta, rilassata, anche quando fa parti di donne compulsive. Non le riesce, essere frenetica, c'è qualcosa che ci comunica che è una donna di spessore, che si muove al risparmio, che si ferma a guardare i dettagli e a riflettere. Non si incanta ma pondera, entra nelle cose. Ecco vorrei provare ad essere così...anche perché un po' sento di esserlo già diventata. Sono rallentata internamente, è come se viaggiassi sempre in 4 invece che in seconda. A velocità di crociera consumo meno ma non sono mica tanto pronta a scatti di velocità! Mi dimentico persino le cose e non mi importa poi tanto. Non è senilità credo sia l'acqua, è una cosa recente come la menopausa e magari quest'ultima ne è la causa, chissà!
Ok ganzo se non altro ho cambiato una cosa negativa (perdita della serata con Pippi) in una positiva (ho postato) e allora voglio regalare a tutti una ricetta, cosa che ancora avevo messo sul blog.
Per prepararmi al viaggio in Sita una delle cose che avevo fatto nel mio stop a casa a pranzo, è stata quella di caricare l'Ipod e scaricare le immagini dalla macchina fotografica, dove ho trovato quelle della mia ultima pie di patate dolci che è venuta buonissima e bellissima.
Al solito, l'immagine non è come la vorrei, ma era notte e non ho una reflex quindi lo standard sarà questo e lo dobbiamo accettare tutti con rassegnazione e zitti.
Zitti! :-)
per la pasta :
350 g farina
1/2 cucchiaino sale
175 g di burro
6-7 cucchiai di acqua fredda
manipolare il minimo indispensabile
con la forchetta o due coltelli mescolare la farina e il sale al burro e poi unire l'acqua un cucchiaio alla volta fino a che la pasta non sta insieme. Stendere subito senza manipolare, la pasta deve essere non omogenea, sfogliarsi e sgretolarsi in certi punti. Coprire la teglia rialzando i bordi e tagliando la parte in eccesso. Refrigerare fino a che non è pronto il ripieno.
per il ripieno
600 g patate dolci bollite e schiacciate con la forchetta o il passino
115 g burro, a temperatura ambiente
200 g zucchero
120 ml latte
bicchierino di rum o vino passito/dolce
2 eggs
1 cucchiaino noce moscata
1 cucchiaino cannella in polvere
mezzo cucchiaino di chiodi di garofano in polvere
mezzo cucchiaino di cardamomo in polvere (opzionale)
5 ml estratto di vaniglia
Bollire le patate intere a pezzi con la buccia fino a che sono morbide, scolarle, spellarle e schiacciarle con una forchetta/passino o nel mixer.
Aggiungere il burro morbido e mescolare bene, aggiungere lo zucchero, il latte, le uova, le spezie, la vaniglia e il rum/liquore. Versare nella teglia coperta con la pasta e infornare a 175 gradi per 55/60 minuti o fino a che uno stuzzicadenti non esce pulito dal ripieno (è un test non una magia!).
Il dolce si gonfierà come un soufflè per poi tornare basso raffreddandosi.
Servire con panna montata per massima goduria!
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