lunedì 30 gennaio 2012

IL CORPO CHE ABBIAMO

apprendo da un blog amico della morte di Scalfaro, e quindi capisco perchè ieri in TV dai miei c'era una sua intervista con la Gruber, cosa che ho capito solo ora era stata trasmessa per via del decesso dell'intervistato seppure abbia passato l'intero WE dai miei che hanno la TV accesa buona parte del tempo. Forse non abbiamo avuto modo di capirlo perchè c'erano ospiti mia sorella e la sua banda che hanno distratto tutti  dai telegiornali dei pasti.

Ma per tornare a quello che mi ha davvero colpito e di cui voglio parlare non è tanto il sorriso compiaciuto e galante del senile Scalfaro nei confronti della plastica avvenenza dell'intervistatrice, bensì l'orrore pornografico delle labbra della Gruber che ritenevo, sbagliando è oramai ovvio, fosse una persona intelligente. 

No, lo so che sono vecchie le labbrone, ma non l'avevo viste mai. Chi mi conosce sa che non seguo le nostre vicendette TV/Mondospettacolo ma sono rimasta basita da come questa donna, bella una volta au naturel,  si sia sciupata la faccia facendosi una bocca da pompini che fa invidia alla più crassa bambola gonfiabile. 

Come si fa a farsi influenzare così? Come si fa a plasticizzarsi in quel modo? A non vedere quanto sono brutte le labbra fatte dai chirurghi, quanto esagerate, grottesche, finte, e tutte uguali rischiamo di diventare nell'anelare ad un conformismo di bellezza dettato da... da cosa? 
Chi è il campione in questo caso, la comesichiama moglie di Pitt, Lara Croft, insomma l'Angelina Jolie? Oppure ancora indietro nel tempo la Nastassja Kinski -che nel frattempo se le è pure ridotte le labbra, per non sembrare una di queste beote. Tra l'altro rendendosi quasi irriconoscibile ora, la Kinski.

Peccato per la Gruber, ma il suo esempio dimostra che l'intelligenza non è dimostrata da conoscenza e cultura, dal saper dire le cose giuste al momento giusto, dalle citazioni colte o dalla capacità di tener testa a personaggi importanti e di carisma medianico; l'intelligenza è manifesta nella capacità di saper pensare con la propria testa e non farsi influenzare dai commenti di amici, partner, sponsor, pubblico e chi altro voglia oggettivizzarti rendendoti uno stereotipo per i fini altrui. 
Tutti siamo soggetti alle pressioni esterne, tutti sappiamo trovare in noi difetti che vorremmo cambiare, alcuni a buon ragione anche, ma dove si tira la linea su ciò che è comprensibile e ciò che è superfluo, azzardato, folle?

Mi rallegra sapere che ci sono ancora donne che resistono alla peer pressure. Un esempio la Titanica (aggettivo di moda in questi giorni) Kate Winslet che mantiene tutt'oggi le sue rotondità femminili, specie nelle braccia che restano soffici e bianche ignare dei push ups che fanno invece quasi tutte le sue colleghe, chi con risultati gradevoli e chi eccessivi (vedi Madonna). Un'altra grande la Emma Thompson di Shakespeariano talento che si oppose alle richieste di Hollywood di rifarsi i denti in un sorriso Colgate tenendosi il suo caratteristico incisivo un po' storto, difetto piccolissimo che però rende il sorriso SUO e non del suo dentista. 

Insomma, in un mondo che esalta l'individualismo e l'individualità, perchè dobbiamo tutti anelare ad avere le stesse fisionomie, le stesse caratteristiche? Perchè non tenerci i nostri piccoli difettucci che ci fanno chi siamo e non sviluppiamo invece il culto de: L'imperfetto è bello perchè solo l'imperfetto è vero?

Vi lascio con un video che è importante passiate alle donne e alle madri che conoscete. Conferma quello che è la mia opinione rispetto alla pressione dei media su come dovremmo essere o sembrare, una subdola forma di Arianismo se me lo chiedete....


 

domenica 1 gennaio 2012

ANNO NUOVO...


© 2011 Niki Ghini
pensavo a Melinda e ai suoi disastri casalinghi pre festivi, alla mia la-di-da-rità nei confronti del suo sculo e alla karmica reciprocità quando oggi a casa dei miei è partita la luce per un corto circuito. Stacca qui, chiudi là, entra esci sali scendi subito dopo pranzo mentre avremmo voluto tutti andarcene a fare un riposino o a svaccarsi a casa propria, a dipingere*, a leggere, a guardare un film: invece no.
 
     Con due frigoriferi pieni di roba e un freezer che conterrebbe le mucche e i maiali dei sogni golosi di mio padre se mia madre avesse voglia di cucinare tutto il giorno, ci siamo fatti in 8 per bypassare il problema e collegare il "bambino" freezer gigante via prolunga ad una spina funzionante. Non prima di essere stati derisi dal genitore per aver cercato nel posto sbagliato o non aver visto la prolunga antediluviana sporca di calce e ragnatela, malamente appesa ad un trave nella vecchia tinaia esterna. Della serie: come non farsi benvolere da chi ti aiuta nonostante il problema non sia il suo.
    Lo stress ha colpito anche mia madre che ha avuto un giramento di capo e già immaginavo che non ne avremmo tratto le gambe fino a buio quando ho sentito papà  che senza nessun sollecito da parte nostra ha chiamato l'elettricista in maniera molto urbana scusandosi e spiegando la situazione.
    In attesa del salvatore, mentre papà fissava il televisore spento e mamma cercava di smettere di iperventilare, io e Rog abbiamo approfittato per pulire la cucina, sbrinare il congelatore, sparecchiare, spazzare e portare su e giù il contenuto di frigo e freezer perima che andasse a male.
     Perchè vivono in campagna vista la loro età e il loro ruolo nella comunità della zona, dopo circa un'ora è arrivato Cristiano, il giovane eroe della giornata, e in un'ora ha risolto il problema. Escluso un problema al piano di sotto, esclusi i vari elettrodomestici in cucina tutto dava da intendere che la colpevole fosse la lavastoviglie. Ma non era colpa dell'apparecchio in sè bensì di acqua che infiltratasi sotto il vecchio silicone del lavandino era finita nella conchettina della spina tedesca della lavastoviglie che sembrava fatta apposta per raccoglierla.

     Non prima di: averci fatto staccare tutte le spine della casa che nel periodo natalizio si incrementano di gadget sonori e luminosi; aver scoperto che un elettricista precedente aveva invertito gli attacchi degli interruttori generali per cui non seguivano la logica dell'elettricista moderno (da distinguersi dall'elettricista vecchia maniera che era in genere un improvvisatore dalla logica bizzarra e imperscrutabile); dopo aver pazientemente sopportato le lunghe spiegazioni di mia madre che prolissa elencava ogni bottone pigiato nelle precedenti 4 ore come se una vita dipendesse dalla correttezza della sequenza temporale; aver stimolato mio padre a scartabellare un enorme inserto contenente tutte le garanzie degli elettrodomestici di casa da che hanno messo su casa 53 anni fa, in cerca di quella della lavastoviglie, la cui ineluttabile scadenza era -magra consolazione- fra la più recenti e, dolce sin fundo, all'udire che non era la macchina la colpevole ma l'infiltrazione d'acqua dargli modo di accusarci di "tirare l'acqua a secchiate in giro per la cucina", come pareva sottolineare graficamente la gestualità che accompagnava le sue parole.

Nonostante tutto ciò, si spera sempre che l'anno che viene sia migliore, che questi contrattempi siano un misero acconto per l'evitata scalogna futura, un simbolico pedaggio per le gioie a venire, piccole scomodità di questa vita che tutto sommato, finora ci ha trattati con i guanti.   ;-)

* quella del dipingere non è un attività regolare bensì un lusso che ho difficoltà a concedermi seppure mi continui a ripromettere di fare ogni giorno, per finire quel benedetto quadretto iniziato in primavera.