sabato 24 aprile 2010

INCROCI E COINCIDENZE PART 1 - TUXEDOMOON


 prometto di farla breve perchè sennò vi vizio con tutti questi post :-)

Dunque, Steven Brown ha risposto ad una mia mail e quindi colgo l'occasione per raccontare la storia che avevo promesso (più o meno) di raccontare a Giardigno qualche tempo fa. 

Steven Brown è uno dei Fondatori del Gruppo dei Tuxedomoon e non mi dilungherò a spiegare chi sono se non lo sapete. Vi basti sapere che sono un gruppo di musicisti/artisti che fanno musica sperimentale -per molti inascoltabile-  unendo filmati, teatro e altro nelle loro performances. Nativi di San Francisco si sono da anni trasferiti da tempo in Europa dove hanno trovato un pubblico più ricettivo alla loro musica.

La cosa che ho voluto scrivere a SB nel ringraziarlo è che la loro musica mi accompagna da che avevo 18 anni.  Ho usato i loro pezzi come sfondo sonoro della mia segreteria telefonica.  Li volevo suonati al mio funerale.  Una loro canzone posso dire che è stata motore subliminare della mia avventura in America. Li ho visti in concerto al Tenax di Firenze varie volte.  Ad uno avevo conosciuto G. Ogni volta che loro tornavano a DSF per suonare io c'ero. All'I-beam nell'Haight Ashbury, al Club DV8, al Mabuhay. Erano occasioni queste dove tutti i membri fluttuanti del gruppo, gli ex compagni di scuola e gli amici si ritrovavano insieme ai fans e la serata era più festa fra amici che performance. 
Non solo la loro musica mi ha accompagnata per la maggior parte della vita ma ci sono dei paralleli interessanti. Ho studiato al San Francisco City College come loro; mentre loro venivano in Europa io sono andata in USA, incrociandoci per così dire. La loro casa discografica la Ralph Records era la porta accanto al negozio dove lavoravo e lo scoprii il giorno che fecero una svendita prima di chiudere (dandomi l'opportunità di comprare per pochi dollari dei vinili che ora rari). 
Poi c'era stato l'episodio che volevo raccontare...

Mi pare fossi in visita in Italia, quando con Pippi andammo a vedere Brown e Blaine Reininger (che ancora suonano insieme) a S.Casciano VDP vicino a Firenze, in un teatrino tipo la Pergola piena di gente di mezza età come noi, vecchi nostalgici che ancora si ricordavano di questi due.
Il concerto fu molto bello e mi sentivo avvantaggiata perchè capivo non solo quello che dicevano al pubblico, ma data la mia esperienza a SF. avevo una lettura diversa dei riferimenti culturali e di ciò che  influenzava la loro musica.

A un certo punto mi parve che avessero problemi con l'audio e che cercassero di comunicare con i tecnici della consolle a fondo sala. Per cui quando chiesero al pubblico se qualcuno poteva aiutarli immaginai che volessero qualcuno per chiarire qualcosa con i tecnici. Mi guardai intorno per vedere se c'erano altri volontari e visto che nessuno lo aveva fatto alzai la mano.  Chi mi conosce sa che non sono tipa da espormi, ma io ero tranquilla perchè, cazzo! se non potevo aiutarli io a comunicare con i tecnici, chi? 

Beh salgo sul palco, saluto e Reininger mi presenta ufficialmente al pubblico ringraziandomi per la mia buona volontà...scopro poi con shock notevole sorpresa che non è di aiuto linguistico che hanno bisogno. 

No no, hanno chiesto un volontario per accompagnarli con THE CAGE

Che????

Devo cantare con loro?

Non posso scappare, sono lì davanti a tutti, che applaudono contenti, pensando sicuramente: "menomale non ci sono io lì sul palco, m'è andata bene che la tipetta ha alzato la mano prima!"

Brown mi bisbiglia nell'orecchio il da farsi, e solo dopo, una volta tornata a sedere realizzo che conoscevo il pezzo benissimo, non c'era bisogno che me lo spiegasse, ma da che sono sul palco mi sono come sdoppiata e quindi ho troppe sensazioni che accadono contemporaneamente.

Una parte di me si vede dal di fuori, come spettatrice, pensando...
"Chissà se in teatro c'è G.?... chissà che sorpresa se mi vedesse qui, in questo posto in questo momento, sul palcoscenico"...."Guarda come sei disinvolta, come ti inchini agli applausi, saluti il pubblico, sorridi, parli con i due artisti...oh ma sono STEVEN BROWN e BLAINE RAINIGER!" ..."Steven è parecchio invecchiato e Blaine, mah? mica lo ricordavo così!"..."beh Niki puoi ringraziare la tua padronanza della lingua se puoi bluffare a questo modo, guardati qui!" ....e mi do una pacca sulle spalle...

L'altra parte segue le istruzioni di Brown, spiega che non voleva esibirsi ma fare da interpete, ascolta le istruzioni  e si promette, SI GIURA,  che non farà una figuraccia. Dentro diventa di ghiaccio, pietrificata nella concentrazione necessaria a non sbagliare. 

Brown inizia a suonare il piano e Reininger fa il tappeto sonoro con il violino. I testi della canzone sono questi:
So he's learned to hold his cigarette and his drink in one hand
But he wonders if he's getting old
Everyone comes off so silly
But he doesn't forget the moon outside
and the stars up above 
Met a girl from Poland
She say Breznev
Met a boy from Santo Domingo
He say cocaine
Met a girl from Poland
She say Breznev
Met a boy from Santo Domingo
He say cocaine
and the boy keeps on dancing
Girls come
and this boy keeps on dancing
Girls come
and the music goes from bad to worse
Dancing
Everybody's dancing
Dancing
Dancing 

La canzone riesce a darti un senso di solitudine e squallore che non ha eguali. Nel mezzo del testo, qui sopra, c'è una parte parlata dove il personaggio della canzone approccia qualcuno facendogli delle domande a cui l'altro, - la sottoscritta in quella circostanza- risponde molto laconicamente.  
Così alla domanda di farsi una bevuta con lui, l'altro risponde:  "Sorry I don't drink" sebbene che in mano abbia un drink. Visto che il tipo fuma gli chiede se gli offre una sigaretta e l'altro gli risponde: "Sorry, this is my last one". Questa canzone mi ha sempre dato un senso di sgomento perchè nella mia ingenuità mi ostino a ricordare una "mia" versione dove il tipo davvero non beve e non fuma seppure ogni volta che la sento o vedo in performance è ovvio che il tipo è invece un emerito stronzo. 
Finita la canzone e cessati gli applausi, una parte di me voleva restare a fare due chicchiere perchè tutto sommato me l'ero meritato; l'altra, intirizzita di adrenalina che parevo un baccalà e conscia che "the show must go on" non ha fatto storie: ha  salutato ed è tornata come un razzo nell'anonimità del suo posto a sedere, al buio. 

Peccato solo che gli speakers di feedback fossero lontani da me e che quindi io non sentissi la mia voce per niente, altrimenti avrei capito che non si sentiva niente e parlato più forte.  Mi consola il pensiero che tanto la canzone la conoscevano tutti.

Finito il concerto, sono andata alla consolle dei tecnici e mi sono fatta regalare la pagina scritta di pugno dei due artisti, con la playlist, che tengo come una reliquia di una sera per me veramente speciale. Non capita a molti di poter dire di aver "cantato" con il suo gruppo preferito, anche se cantare certamente  non era. 
Beh non ci sono riuscita a farne una cosa sintetica, bisogna che vi rassegnate che mi resta impossibile essere breve.

LA CAPSULA DEL TEMPO (NON QUELLA DELLA NASA)


il gioco è quello di Melinda: cosa metteresti nella capsula del tempo?

Prima di tutto immagino che chi la trova non l'abbia cercata ma che sia semplicemente inciampato sullo spigolo della mia/tuaCapsula del Tempo. Un'alieno magari, oppure solo chi verrà dopo di noi. I prossimi abitatori della terra, dopo che noi ci siamo sterminati troverranno nostre tracce dappertutto, specie la plastica. Per cui stai certo che si faranno domande su cosa servissero certi oggetti che troverranno in gran numero: sacchetti, pile, tappi di bottiglie, gli anellini per aprire le lattine saranno le nostre punte di frecce.
Oppure è un bambino che scavando nella terra  o sabbia con la sua bella paletta, sente un "tonk" che non lo spaventa nemmeno (è l'ingenuità dei bambini che li fanno le vittime più numerose della mine o bombe inesplose). 
Altrimenti solo qualcuno nel futuro prossimo, che sa cos'era un VCR e un Ipod perchè suo nonno ne aveva uno... un oggetto familiare e alieno come le marche Geloso e Victrola.

Ma cosa ci metterei dentro?

mmm.
devono essere 10? ci dev'essere anche un limite di spazio immagino...

1. copia del libro the Maytrees di Annie Dillard in inglese.
2. dizionario Inglese/Italiano perchè sia una Stele di Rosetta se anche un po' di Latino è sopravvissuto.
3. versione (CD/MP3/NASTRO/annotata su carta) di Persian Love di Holger Czukai.
4. foto satellitare/aerea di Poppi e Agna, con indicazioni di carattere topografico: un po' come l'albero genealogico di Melinda ma in questo caso invece che viaggiare tra le persone si viaggia sul luogo e si vede che apparenza avesse.

5. la boccettina con le mie lenti a contatto smesse con una copia del film di Blade Runner (DVD /VHS/movie script) anche se i miei occhi non hanno visto  "attack ships on fire off the shoulder of Orion."




6. questo "albero dei desideri" ma bianco di fiocchetti di carta velina con dentro celati i desideri del mondo...

7+8. una mappa del globo (buona idea Meli ma non la cartina politica, che importa oramai?) insieme alla mia collezione di sabbia e pietre per poter ricostruirne una miniatura - seppur inevitabilmente incompleta- quando non ci sarà più.

9. il mio Book di SF, non un diario vero e proprio ma una collezione di pensieri, poesie, quotazioni, immagini, disegni, foto e articoli di un periodo creativo della mia vita.  



10. il quadro GODS ON THE GO di Franco Maria Ruiz (è piccolo abbastanza per entrarci, no?)

Ho fatto fatica ad arrivare in fondo, non ho mai pensato prima a lasciare le tracce, non mi interessa essere immortale e non ho mai pensato al mio discorso per l'accettazione dell'Oscar.

Voi si?

martedì 20 aprile 2010

KRAKATOA, LA NUVOLA DI FUMO E LE POSSIBILI CONSEGUENZE... DI NOTTI INSONNI


PREMETTO: ho dormito 4 ore stanotte e per colpa di tosse nel letto (senza far nomi) è una settimana che dormo poco. Quindi il post che segue va preso con il beneficio di inventario.  Se il contenuto vi pare  isterico e dai toni catastrofici, abbassate il volume, riducete il contrasto, smorzate i trebles fino a che diventa accettabile.

qual'è la Big Picture della settimana? Il fatto clue che si pianta nel nostro subconscio scavandosi una bella cuccia e mettendosi comodo, facendoci rimuginare su considerazioni che si allargano a cerchi concentrici come l'acqua disturbata dal ciottolo?
Beh direi che sono le considerazioni in merito alla nube di fumo dell'Islanda. Fenomeno che tra l'altro è iniziato il 21 Marzo.
Lasciamo perdere i titoli apocalittici nelle testate di certe pubblicazioni cartacee Toscane, se non fosse che loro ci marciano sistematicamente per vendere più copie potrei dargli credito che stavolta le conseguenze di questo fenomeno naturale possono essere davvero catastrofiche tanto da cambiarci la vita.

Ricordo da bambina di aver letto nel Corriere dei Piccoli, una storia illlustrata sulle conseguenze dell'esplosione del vulcano Krakatoa in Indonesia. (pare che i fenomeni naturali scelgano apposta di accadere in posti impronunciabili - questo batte tutti : Eyjafjallajoekull)
Cito Wikipedia:

Conosciuto (il vulcano Krakatoa) per le sue eruzioni molto violente, soprattutto per quella che si verificò il 27 agosto1883 con energia equivalente a 200 megatoni provocando il rumore più forte mai udito dall'uomo, un boato che arrivò a quasi 5000 km di distanza. L'esplosione polverizzò completamente l'isola sulla quale sorgeva il vulcano e scatenò un'onda di maremoto alta 40 metri.

Il link ha molto materiale interessante: quanta gente morì per lo Tsunami, come l'isola su cui stava il vulcano sparì quasi completamente, e altro, ma parla poco delle conseguenze che riguardano il fumo creato dall'esplosione. 

Sappiamo come stiamo già soffocando il pianeta con le nostre puzze e i nostri gas, immaginate ora che si aggiunga un numero indeterminato di giorni in cui 'sto vulcano sputa fumo. 
Cosa significa per l'ambiente? Il problema dei voli e l'industria aerea possono essere solo la punta dell'iceberg di un disastro ambientale di proporzioni enormi. Il parziale oscuramento del pianeta sarà deleterio allo scioglimenti dei ghiacci oppure bloccando i raggi del sole sarà di beneficio perchè abbasserà le temperature? Probabile che le alghe che soffocano i laghi Cinesi possano venire affamati e sconfitti dalla mancanza di luce ma che altre piante, organismi, animali, insetti necessari ai meccanismi d'interconnessione della natura soffriranno fino a sparire?  Che conseguenze avranno queste sulla nostra sopravvivenza? La mancanza di luce e l'eventuale caduta delle scorie - altamente minerali se non anche in minima parte radiottive- che effetto avranno sulle coltivazioni e quindi sulla produzione e distribuzione del cibo?  

Sul NYT al contempo delle affascinanti immagini del vulcano e ai bollettini di che aeroporti venivano chiusi mentre la nuvola si allargava, c'era un articoletto che menzionava come il Kenya  stesse subendo già enormi danni  per il blocco dell'esportazione d fiori, frutta e verdura sul mercato Europeo. Ci vuole poco a mettere in ginocchio paesi già fragili come quelli del terzo mondo.

Di sicuro ci saranno tramonti rossi molto spettacolari, tiriamo tutti fuori le macchine fotografiche e facciamo ohh e ahh , ma che significa  tutto ciò per il pianeta e per il livello di vita a cui siamo abituati? 

Se l'Europa, e le autorità del Governo Europeo non avevano un piano contingente per risolvere il problema dei trasporti all'interno di questa crisi -un piano che ancora mi pare stia in mente Dei- che cosa possiamo sperare per un futuro in cui si potrà aver bisogno di soluzioni disperate, di convogliamento di risorse e di coordinamento di azioni atte alla sopravvivenza mondiale? 

Questo è quello che bolle in pentola nella mia testa, in questi giorni, quando se i governi sono incapaci di mostrare brillantezza e preparazione, i singoli viaggiatori, i giovani con portatile, i virtuosi del cellulare, s'ingegnano per risolvere i problemi di trasporto. I loro, per adesso, ma è un'esempio. E' la vittoria di internet e di coloro che sanno usare la tecnologia, è la rivincita della singola iniziativa, del bypassaggio delle istituzioni e dell'atteggiamento che ci vede dipendere dal governo per la risoluzione dei nostri problemi. I giovani con portatile si sono mossi, hanno trovato soluzioni, hanno ispirato. 

Mi pare fu Gene Kranz -il direttore di volo della Nasa dopo che l'Apollo 13 ammarò nel Pacifico con gli astronauti sani e salvi- che, all'affermazione di qualcuno che la missione era stata un fallimento, rispose che quella era stata la missione più brillante della NASA, dimostrazione dell'ingegnosità della mente umana che era riuscita a risolvere problemi tecnici enormi in una situazione pressochè disperata, strappando tre uomini da morte sicura nello spazio. 
In piccolo anche questo forse sarà un momento di gloria in circostanze disgraziate e forse i singoli genietti computerizzati ci stanno dimostrando come adattarci e rifiorire in un futuro mondo alternativo, in una realtà differente da quella di oggi. 

Mi piace e diverte pensare che questi ragazzi, i piccoli coltivatori di Farmville, padroni di cani virtuali, scrittori su blog di opinioni ironiche, i programmatori di virus, hackers e rivoluzionari del micro chip siano i conquistatori, i pionieri, del mondo che verrà. 

PS. le immagini sono di The Big Picture/BOSTON.COM

martedì 13 aprile 2010

POTATURE=TAGLI, PERDITE & RITROVAMENTI

copyright Niki Ghini 2010

cipicchia, due settimane che sto blog non vede un post! Che dire? la Primavera e la mia nuova "carriera" da agricoltrice mi hanno preso molto con il corso di potatura alberi e la potatura vera e propria. 10  gg di tempo relativamente asciutto ed eccomi dolorante per l'essere passata da vita sedentaria davanti al computer a quella dei campi, forbici e sega. Che la seconda è più sana si fa presto a dire, ma i muscoli urlano in protesta.

Dovevo andare in Sicilia con Melinda, ma per forza di cose inevitabili ma che sono sfortunatamente cadute in questo periodo sono rimasta bloccata a casa; mi consola che qui c'era comunque tanto da fare e che non ho perso nessuna lezione del corso potatura.

Ok, preliminari esauriti, di che si parla oggi? Beh proprio non saprei, non ho ancora guardato cos'è che sobboe in pentola, a fuoco bassissimo, pronto a essere servito in un post appetitoso.
E visto che scrivendo non mi viene niente, sai che faccio? Vado a comprare la tastiera per il pc che la mia non funge (sono con una in prestito) e nel mentre ci penso.....

Eccomi tornata, ma salvo l'avere una tastiera pulita e con tutte le lettere leggibili, non sono arrivata a nessun soggetto che devo assolutamente condividere con voi. Facciamo che vi racconto solo le ultime...eh? Tanto per colmare il vuoto del blog e rimetterci in azione.

Jimbo che dimostra il processo dye transfer

 Dunque, ho ritrovato Jim Doukas, prof di Storia della Fotografia a SFCC e Chairman del reparto FOTO. Tipo eccentrico che veste solo di bianco e porta solo zoccoli di legno - della serie che lo senti quando è nei paraggi. Mi ha mandato un libro di sue fotografie, molto ben fatto; carta patinata, stampato in Giappone, con proteggi copertina lucida con scritte oro: una chicca. Chicca autopubblicata perchè scopro che Jim è un trustfund baby, il che spiega molte cose, non ultima la sua capacità di essere nonchalant su tutto. Un gesto gradito questo suo dono, dedicato, anche se il contenuto mi ha un po' delusa. Sono foto di gran tope nude e maschere sudamericane. Immaginate Man Ray senza la freschezza della sperimentazione di quel tempo e il di lui talento. I testi di antropologia e mitologia di professori emeriti non tolgono l'impressione che nonostante tutto, le tecniche ben eseguite, le varianti di colore, location e posa siano un povera scusa per mettere poppe e culi in bella vista. Un peccato. D'altra parte si dice che " chi non ha talento, insegna" e non c'è niente di male ad essere un ottimo insegnate ma uno scarso artista.

Jim al tempo invitava artisti emergenti ad una cena di 5 portate che si teneva a casa sua, riservata ai suoi studenti "privati". Ma Jim faceva sì che i benefici di queste visite  "tracimassero" sugli studenti normali del City College (non per nulla erano i tempi di Reagan e la sua trickle over theory, quando si riteneva  che la ricchezza dell'elite Americana sarebbe sgocciolata anche sulle classi sottostanti)  dove l'artista era richiesto tenere una presentazione del loro lavoro con discorso nell'anfiteatro della scuola gremito di poveracci come me. 
Io però che assistevo Jim con la copia delle immagini dei libri su diapositiva e la gestione di proiettori e caroselli, riuscivo a partecipare anche alle cene facendo da aiuto in cucina. L'alternativa era quella di natura più intima ma la cosa non rientrava fra le cose che avrei fatto per la fotografia! 

Venerdi sono andata ad un incontro con il fotografo Ernesto Bazan al Centro di fotografia di Bibbiena che teneva un workshop di Foto Editing, a cui però non ho partecipato.
Nello spirito del Reaganismo il centro ha condiviso Bazan con i soci del fotoclub AVIS organizzando una  serata con presentazione dell'Artista e del libro da lui recentemente pubblicato su Cuba.  Devo dire che le immagini proiettate erano molto belle, sullo stile di Cartier-Bresson per intenderci (non per niente Bazan ha lavorato per la Magnum di cui Bresson è stato il fondatore) imperniate sulla capacità del fotografo di cogliere gli "attimi decisivi" di una  scena, immagine dopo immagine. 
L'artista come persona mi è piaciuto meno, per via del self promotion incessante, del bisogno di parlare di sè con toni auto-mitologizzanti (se si dice) o di forzato pathos.  Insomma a mio avviso una persona poco sincera, un po' falsa e che mi ha convinto poco.  Fatevene un'opinione personale da questa intervista/video  se vi va.

...'somma, non so come finire questo post, non so come taggarlo, non ho idea di che titolo metterci. Meno ispirata di così lo sono stata raramente. Diamoci un aglio subito e speriamo che il prossimo sia migliore.