giovedì 6 settembre 2012

LE GIOIE DEL VICINATO

Summer @ Niki Ghini 2012

da che ci siamo trasferiti da Arezzo, stiamo in una appartamento in affitto, in una serie di palazzine costruite a metà anni 70, di cui ricordo la costruzione perché fu la prima volta che si seppe dei pannelli solari  (tecnologia che pareva spaziale al tempo) che furono montati sui tetti. E che ancora funzionano.

I vicini sono quasi tutti anziani, tutti con le loro manie, ossessioni e particolarità caratteriali. Una foto di famiglia in un esterno quello che segue:

C'è quella che ogni mattina sbatte il tappeto fuor di finestra e dio-ci-scampi che non ci sia qualcuno che si affaccia o passa nel parcheggio perché ecco iniziare un vocio della madonna che dura per lo meno 5 minuti. Per di più ha una voce che si sentirebbe sugli ultimi spalti dell'Arena di Verona. Ma telefonatevi, -dico io- se avete tutte queste cose da dirvi, fatevi visita nelle vostre case, specie d'estate che si sente tutto di tutti! Involontaria vendetta le colonne sonore di demenziali programmi TV che guardiamo a ripetizione da DVD: Big Bang Theory, Friends, The IT Crowd, sparano le loro note ad intervalli regolari dalle nostre finestre quando vediamo 3 o 4 episodi di fila.

Accanto a noi c'è
Goody-two-shoes, che deve provare che è la persona più carina e generosa del mondo, espressione di buonismo esagerato che la spinge a fare da autista a tutte quelle che non guidano, annaffiatrice di giardini di chi è in vacanza, e metti bocca ultra corretta e super equanime su tutte le cose del vicinato. GAG! (onomatopeico verbo/nome che esprime il mio conato di vomito). Sotto lo smalto benefico si nasconde una passive-aggressive che se può infilare lo spillo nel fianco non perde l'occasione. Per lo meno con chi la tiene a distanza perché ha capito il suo gioco e non ci casca (me). Permalosa com'è non mi ha reso il saluto per settimane, quando agli inizi della nostra coabitazione nel palazzo le avevo bussato di notte perché il cane abbaiava in giardino -erano le 12 e volevo sapere se fosse viva- e nel caso che sì, se per favore faceva rientrare il cane. 
Io avevo osato riprendere LEI? Si lamentò di questo pure con mia zia, sapendo bene che mi avrebbe fatto notare questa mia mancanza di savoir-faire.
Come mia zia è una passionaria
per gli animali preferendoli di gran lunga agli umani. Due gabbie di canarini, butta il pane alle tortore in giardino (che nutrono e richiamano i maledetti piccioni) e lascia catini oieni d'acqua acqua perché gli uccelli facciano il bagno dove gestano inevitabilmente nugoli di zanzare. E' convinta che le tortore, le baby lucertole (quelle adulte le teme) e le mie tartarughe rispondano ai suoi richiami, e che siano provviste di intelletto e sentimenti umani. Ha ovviamente un cane, uno Yorkshire Terrier, o topo peloso da grembo, di quelli che stridono e guaiscono, lanciando acuti che incrinerebbero il cristallo di rocca. La bestia abbaia forsennata ogni volta che uno di noi esce in giardino perché è viziata e vuole essere sempre al centro dell'attenzione: o quando un altro cane passa sotto casa; o se c'è un gatto che si fa un baffo di lei quando è chiusa in terrazza (spesso); o quando ci sono animali come scoiattoli, topini, cinghiali o cervi che passano nelle vicinanze. diamine siamo vicini ad un parco nazionale!; o quando altri vicini e parenti arrivano in visita. Se è contenta di vederti è peggio che se ti teme e nel crescendo estatico/isterico di giubilanti abbai e guaiti di riconoscimento è impossibile infilare una parola di traverso.
Come quando arrivano i MIEI amic che per salutarsi si deve gridare come forsennati. 
Ma la cosa peggiore del cane che abbaia è la vicina che, da dentro casa, dopo averla lasciata abbondantemente far casino, comincia ad urlare "YO-Yò smettila" che è peggio del rumore che fa il cane. Anche perché il cane se ne fotte.

All'ultimo piano c'è la signora che mi anticipa sempre per la pulizia delle scale, una persona timida e introversa con la quale si possono fare solo commenti sul clima...


Fa caldo, troppo caldo
Si è vero fa piuttosto caldo. Ma è estate, è normale...  

Che freddo oggi, si bubbola
Già. E rinfrescato... d'altra parte è autunno e con un golf si sta bene ...
Certo non è da credersi, guarda che neve, non è normale!
Ma se c'è chi racconta che una volta la zona era sommersa nella neve da Novembre a Marzo? Ora c'è neve per terra se va bene per una settimana, non dovrebbe creare tale paralisi visto che siamo a mezza montagna…no?

Mi rendo conto che è assurdo e inutile che io dibatta le precipitazioni atmosferiche con lei come lo è discutere con un malato di Alzheimer su che giorno della settimana è stato l'ultima crisi di Governo. Farei meglio a confermare ciò che dice. Magari sorride. Mi fa tenerezza però, e quando posso le porto verdure o frutta dell'orto, e lei mi dice sempre: non ho nulla da darle in cambio, e io le dico: non importa. Poi a Natale penso che sta facendo i cappelletti a mano, e sarebbe carino se ce ne desse una manciata, ma non ci pensa proprio.

Poi c'è la vicina che si dice che soffra di Alzheimer. Anche lei ha un cane topo, come YO-Yò che con lei compete per la gestione del territorio circostante. Una volta questa signora trovò una delle mie tartarughe che se ne vagava nel suo giardino, e me la riportò sperando non fosse mia. Mi disse di averne una sola e suo Mariolino si era così attaccato a questa piccolina… era ovvio che non voleva ridarmela. Al tempo ne avevo 5, e decisi di lasciargliela per non far piangere il bambino. 

Bambino un cavolo! Scoprii dopo che il Mariolino è adulto e che lei vive con lui e la nuora. Quando scoprii questo era tardi per riprendermela, la tartaruga, mi consolai dicendo che era maschio di cui ne avevo ben tre. Quando pareva che invece fosse una femmina di cui avevo carenza le chiesi di scambiarla ma lei si rifiutò. Mi veniva da dire, ma te l'ho data io! MA sarebbe stato di cattivo gusto.
Questo mi fece venire in mente un'episodio di quando ero piccola e mia madre mi costrinse a condividere il mio Teddy con una bambina ai giardini, e quella non me la voleva ridare e la madre di quella non voleva fare nulla per convincere la bambina a ridarmi ciò che era mio. Mamma si accorse che sbagliava ad insegnarmi a essere generosa, doveva ma insegnarmi a proteggermi dai vampiri! Ma era tardi, il danno era fatto, e ancora oggi la poca reciprocità delle persone mi brucia parecchio. Per questo ed altre manifestazioni dell'errare umano, condivido il sentimento di questo post qui
 

Di lato a noi c'è la vecchierella che abita con la figlia e il genero, oppure è la nuora e il genero non ho ancora capito. Pare sia affetta da demenza senile ed è come una bambina, a volte la vedo alla finestra che fa ciao ciao con la mano con un sorriso beato. La figlia -o la nuora- la tratta con impazienza, la sgrida e le urla un po' e a me questo dispiace, anche se capisco che dev'essere un bel peso a lungo andare. Probabile che vada guardata in continuazione perché non scappi in giardino in mutande o per il timore di trovarla che sta giocando alle formine con il contenuto dei suoi Pampers per adulti. A volte il genero -o figlio- la porta a camminare, ma lui cammina troppo veloce per lei e pare trascinarla quasi di peso tenendola per mano, lei con un braccio teso e la testa mezzo metro avanti al corpo e le gambe a strascico dietro. Ma dall'espressione sulla faccia di lei, sembra serena e ignara delle mancanze di chi le sta intorno. Questo mi consola un po'.
   

Oltre alle vicine ci sono anche dei vicini. Il carabiniere sardo in pensione, che ogni anno si dedica alla perfetta squadratura a 90° degli angoli della siepe, un appassionato del fai da te per la manutenzione della sua proprietà: tutto il contrario dei nostri padroni di casa che la lasciano andare in malora. 
C'è il vedovo calabrese che cura i fiori del suo giardinetto, e accatasta la legna minuziosamente perchè entri nel garage insieme alla macchina. D'inverno tiene le finestre spalancate tutto il giorno e versa una tanica di gasolio nel serbatoio del riscaldamento solo a Natale, quando aspetta figli e nuore a pranzo.  E adito a fare il giro del paese a piedi ogni giorno perchè fa bene alla salute.
C'è il tuttofare siciliano, che aiuta le signore single con i lavoretti manuali attorno casa: la raccolta dei cachi dagli alberi, la riparazione di crepe nei muri, il cambio delle cinghie delle tapparelle, e cose così. Deambula spesso con passo claudicante in paese o nei dintorni condominiali pronto ad attaccare bottone, dare una mano, o un parere a chi si trova nei dintorni. Anche lui ha un orto e una collezione di tartarughe, e una volta mi offrì l'uso di uno dei suoi "stalloni" quando i tre maschi si rivelarono essere 3 femmine. (Non è tanto facile distinguere il sesso di queste creature. L'unica garanzia è quando i maschi srotolano il loro apparato che per la forma cubista e la dimensione in proporzione al resto farebbe arrossire anche la Staller!)
C'è l'ex vigile che non saluta, forse perchè sordo o perchè dotato della personalità di un segna chilometri stradale, di quelli di cemento. 
 
C'è infine l'unica famiglia giovane, in affitto come noi. Sono Rumeni e lui fa il camionista e la moglie ha smesso di lavorare quando ha avuto  Leo che ha ora 6 anni. Leo sembra Calvin del fumetto Calvin and Hobbs, ma senza la tremenda personalità. Capelli biondissimi tagliati a spazzola, viso sottile e delicato, due occhi azzurri un po' troppo ravvicinati fra loro. MA la bocca è un motorino a scoppio, a cui dà pieno gas quando  ci siano orecchie di qualsiasi tipo nel raggio di pochi metri da casa sua. Con la mamma vanno a buttare la spazzatura nel cassonetto la sera, passando sotto la terrazza dove noi ceniamo, e lo sentiamo, sul triciclo o a piedi che dà voce ad una sfilza di domande o osservazioni gratuite, è indifferente, senza prendere fiato o fare una pausa. L'estate lo trovi sull'altalena -che lui ci ha fatto debitamente notare è stata montata storta, ed ha la tendenza di sbatterlo contro il tronco dell'albero cosa che lui però ha imparato ad evitare. E lui va e viene, va e viene, per ore, e per tutto quel tempo canta una tiritera che può essere (dal terrazzo è impossibile distinguere quello che dica) o un rosario di preghiere che impara dalla mamma, neofita entusiasta dei Testimoni di Geova, oppure la telecronaca di una gara di Formula 1 che gira rombando nella sua testa. E il suo cantare questo mantra è un po' struggente e malinconico, perché sottolinea una storia personale che comprendo e condivido un pochino: la sua solitudine, la sua alienità culturale e sociale (di bambini vicini ce ne sono ma non gli è permesso o non è incoraggiato a frequentarli)  e il suo bisogno di comunicazione. 

Ma è anche un delizioso sottofondo che, come il canto di grilli e cicale, sebbene incessanti e ripetitivi sono anche l'incontrovertibile prova che è Estate.

domenica 26 agosto 2012

WHEN IT RAINS, IT POURS

letteralmente!
Come direbbe mio padre: Mai (un momento di calma) in questa porca casa.
Bastano 4 gocce da noi a scatenare il putiferio. La linea Enel della zona ha poche cabine di distribuzione e la linea se ne vagabonda per chilometri boschivi dove un qualsiasi ramo cresciuto troppo in situazioni di vento e tempesta può danneggiarne i fili creando interruzioni. Ne sappiamo qualcosa per aver combattuto il progetto per un elettrodotto da 25.000 Kw che non avrebbe risolto il problema della traduzione da alta potenza a potenza usufruibile ai cittadini locali, vista la carenza di questo aspetto distributivo - ma questa è un'altra storia.

Per cui era papale che dopo il temporale di stamattina oltre a partire l'elettricità mentre scrivevo il post precedente che mi aveva forzata -per vostra fortuna- a riscrivere ogni cosa in Italiano perchè in inglese non fluiva, proprio mentre mi accingevo a preparare il pranzo ecco che arriva la telefonata di mia madre, stranamente dal cellulare invece che dal fisso. 

-Ciao, senti, scusasetidisturbo ma da noi è partita-----gshrss----luce---shcrgrrrrr---gresh----efono. Abbiamo chiamato dappert----pshshsppp---finita---carica di tutti e due ---shrrrri beep----pshhshs----chiamo dal loro cellulare.

-Mamma puoi ripetere? non capisco niente, vai piano e scandisci il necessario.

-La luce, non abbiamo----schrss---e per di più-----shcrss scherrsi----si è rotta la sedia e tuo padre è caduto..... menomale c'erano i Signori F---tti--- pshshsshr---sennò non lo alzavo da sola----.

E poi ben chiaro: Vieni ti prego non ce la faccio da sola

Così spengo tutto e partiamo. E' proprio per una situazione come questa che sono venuta ad abitare qui a 3 km dai miei, e che presto spero abiterò proprio accanto (oh gioia!)

Trovo i miei al buio in casa con degli amici del dopo messa e tutti e 4 mi raccontano -insieme- le varie disavventure.

-Tuo padre era seduto fermo nella sedia da giardino quando si è schiantata ed è finito in terra.
-Abbiamo fatto quello che potevamo...
-Ho chiamato 100 numeri, la forestale, il 118, il palo mandava scintille. Mi si sono scaricati i cellulari.
-Ma era fermo sulla sedia, non si muoveva ed è andato per terra.
-Il palo faceva scoppi e scintille e poi un boato,  ma la pioggia era finita.
-Un fulmine probabilmente.
-Ho battuto un po' la testa, sulla madia ma principalmente sono andato giù di schiena, e ho solo dei lividi ed escoriazioni sui polsi.
-Ho dato il mio cellulare a Franco perché lo ricarichi, hanno la luce tutti tranne noi.
-Ho preso un calmante e l'ho dato anche a papà, non sapevo più cosa fare non ti volevo chiamare ma poi non ce la facevo più.
-Tutte queste cose insieme, mi sarei messa a piangere.
-Una volta ho risolto i problema del telefono connettendolo direttamente alla linea, escludendo la centralina elettrica (spostiamo il mobile e l'amica si mette a guardare i fili dietro)...

Chiesta una fattura per i dati esco sul portone dove c'è più campo e chiamo l'Enel e l'estensione riparazioni ha un'attesa di 5 minuti ...finisce che si scarica anche il mio di cellulare.... Arriva mamma con quello di papà che suona ed'è l'ENEL che vuole dettagli. Mollo la mia attesa e prendo il suo ma cade la linea (solo due tacche di carica). Azz, speriamo richiamino perché ho perso la precedenza in attesa... Richiamano e gli chiedo di chiamare il mio telefono che è carico. Lo fanno ma dicono che non dovrebbero per ragione di privacy blah blah.
Temo che mi si scarichi il cellulare prima di arrivare al conquibus. Finalmente riesco a dargli i dettagli richiesti e mi dicono che arriveranno i rinforzi.

In quella arriva un'altra vicina con un piatto coperto di maccheroni con il sugo per i miei. 

- Basta che le mette un secondo nel microonde per scaldarle....
- hhhem.... manca la luce...
- Ah già, una padella allora, le mangi subito.

Con quella riusciamo a avviare i gentili amici dei miei fuori dal cancello e per calmare le acque ci mettiamo a cucinare, aglio olio e peperoncino... le tagliatelle non bastano per tutti.

Verso le 3, mentre siamo alla frutta nel vero senso della parola, papà vuole richiamare l'Enel, io gli dico "Aspetta. Dagli tempo. Fai un pisolino e chiamali a metà pomeriggio," lui morde il freno e vuole imperare e conquistare. In quel mentre il telefono omaggio della Vodafone per la sottoscrizione coartata* telefonicamente ai miei, fa due Beep sonori e pare tornare a funzionare. Mentre sono di sotto a controllare se quello senza trasformatore funziona (si) sento arrivare un furgone e delle voci fuori, e capisco che è arrivata la cavalleria. 

Chiedono qual'è il palo. Guardano, risalgono entrambi in macchina, girano il furgone, e ripartono.
Io faccio ciao con la mano come un'idiota. 
Ritornano dopo poco - erano andati a togliere l'elettricità, appunto. Tirano fuori la scala uno va su e Rog mi guarda sgomento, soffre di vertigini anche a guardare su da terra. 

Il tipo sulla scala fa: "Altro che fulmini, i ghiri hanno rosicato la plastica dei fili."

?
?

Segano i rami che potrebbero rendere la vita troppo facile a queste creature, fanno la riparazione, ci ridanno la luce e tutto si conclude felicemente. 

Mi madre si è fatta una risata salutare, di quelle a bocca aperta a piena ganascia quando le ho raccontato che il vicino di casa passando da lontano ha chiesto cos'era successo, e loro gli hanno urlato : 

I GHIRI HANNO MANGIATO I FILI DELLA LUCE!!!

Il nostro cognome fa rima con ghiri, e da quella distanza si poteva capire male per cui vista la perplessità sulla faccia del vicino, gli ho dovuto gridare, per non dare adito a confusione e leggende metropolitane...
CHE NON ERAVAMO STATI NOI A ROSICARE I FILI DELLA LUCE, MA I GHIRI....I GHIRI!

Poi sistemate le cose ancora per un'altro giorno, ci siamo andati a prendere un meritato gelato in paese.

Ghiro Rannicchiato/Muscardinus Avellanarius @ Josef Hlasek www.hlasek.com

*l'ho dovuto guardare

PRECIPITAZIONI

 Neil Amstrong 1969 © NASA 
ieri è morto l’uomo del primo piccolo passo sulla luna che fu passo enorme per l’umanità intera, Neil Armstrong. Ricorderò questa data come ricordo l’immagine confusa sulla TV in bianco e nero e la voce del’annunciatore che annunciava questa impensabile conquista.
Ricorderò questa data anche perché oggi è finalmente accaduto.
E’ iniziato con un sordo brontolio, l’occasionale botto da spostamento mobili al piano di sopra che è usuale sentire nelle case condominiali. Ma la ripetitività dei botti faceva presagire invece quello che mi rifiutavo di sperare fosse, perché la luce fuori dalla finestra era brillante come da mesi a questa parte, e no, non mi fregava più a sperare, caro mio. Il suono tentatore si ripeteva sempre più ritmicamente, in un tambureggiare fitto e ostinato che si avvicinava ma di questi ami da pesca avevo la bocca piena da tempo: un amo per ogni nuvola che si era alzata all’orizzonte, seguita poi da altre, che nel loro aggregarsi in un manto uniforme promettevano una precipitazione; un amo per ogni alito di vento che le trasportava verso il centro della valle e sulle colline che da mesi inaridivano e ingiallivano inesorabilmente. Gli alberi e i cespugli rilasciavano da tempo una forfora di foglie morte ed era ancora piena estate.
Poi il sole è sparito davvero, e affacciatami dalla finestra ho visto il fronte nero pece che avanzava dal Fiorentino, minaccioso e dal rollio sonoro sempre più forte, tanto da riverberare in eco nella stanza che a tratti pareva scossa dal rumore. “Ah” –mi sono detta- “non ci credo se non tocco con mano caro mio, mi hai beffato altre volte coprendomi il cielo di nuvole nere -una volta per ben tre lunghi giorni- senza mollarmi una goccia di acqua che fosse una. L’umiliazione provata per la credulonità da me dimostrata verso il tuo vuoto esibizionismo brucia ancora nelle mie vene. Stavolta non mi freghi.”
E sono tornata a leggere a letto, dicendomi che se succedeva bene, sennò non ci avrei perso energia inutilmente. Da Maggio ero stata tradita da tutto: dalla scienza delle previsioni meteorologiche, dalla superstizione dell’incrociare le dita nel menzionare la pioggia, dallo sperare ferventemente e con tutto il cuore che il giorno dopo arrivasse miracolosamente la precipitazione (ah,che dolce termine!). Ora facevo finta di niente, esausta nell’animo, abbandonatami alla ineluttabilità del fatto che non dipendeva da me se pioveva e quando, che era una cosa COMPLETAMENTE fuori dal mio controllo. Ma cominciavo anche a domandarmi se mai sarebbe arrivata, se fosse finita l’Era della Clorofilla e fossimo entrati in quella desertica.
Via gli oliveti e i boschi di faggi e castagni e querce, via le vigne e il vino e l’olio, rimpiazzati da sterpaglia secca e sassi, terra polverosa e suolo craquelé dall’arsura, dagli arbusti tentacolari e secchi che sono utili solo per fare fuoco. Un’epoca di giornate che non finiscono mai, dalla luce che non cambia mai di intensità ed è sempre brillantemente spietata; dalla monotonia delle ore diurne passate a conservare energia e liquidi, mentre il lavoro da fare si accatasta sempre più. Mi domandavo se le occasionali notte fredda che ci facevano cercare il piumino in fondo al letto, non fosse i primi presagi di un clima desertico, dove i picchi di dislivello termico fra giorno e notte sono estremi. Mi dicevo che forse avremmo dovuto adattarci alla situazione, come si sono adattati in certi posti dell’Africa, dove da tempo questo stato di cose è la norma e quindi perché agitarsi tanto con futili speranze nell’assurdo miracolo di un cambiamento atmosferico. Ma ci vuole tempo ad adattarsi e la speranza è l’ultima a morire. Ma io facevo del mio meglio per sopprimerla.
Ma ora arrivava a una brezza diversa sul letto, e notavo anche che per la prima volta da non so quando, il mio setto nasale era pulito e privo dei cirripedi che erano stati una costante al risveglio. Quindi dovevo ammetterlo, sì dovevo proprio ammetterlo, c’era un lieve cambiamento nell’aria. 
Quando nella stanza è arrivato il riflesso di un baluginio esterno non ho saputo resistere: per me lampi e i tuoni sono attraenti come i fuochi d’artificio per alcuni, non riesco a far finta di nulla se il cielo promette un temporale come si deve. Quindi ho messo fuori il capo dalla finestra e nel vento sostenuto che mi smuoveva i capelli ho sentito il primo frusciare dell’acqua che cade. Quel sussurro delle prime gocce sull’erba, la promessa di rinfresco che tanto anelavamo, pareva essere in atto. Poi l’asfalto ha mostrato le prime macchie più scure, che nel mio scetticismo ho supposto essere patacche di gomma da masticare spiaccicata sull’asfalto, ma essendo il nostro l’asfalto di un parcheggio interno dove non passano le orde di ragazzini sulla via della scuola come quando eravamo in città, dovevo concludere che fossero davvero gocce di pioggia. Le macchie più scure si sono infittite sempre più, fino a scurire tutta la superficie visibile non erbosa e il suono dell’acqua è diventato quello dello scroscio estivo, violento e inesorabile. In breve sotto casa c’era uno strato di acqua ribollente che schiumava negli avvallamenti, e l’erba secca del prato era felicemente percossa da questo flagello divino. A questo punto l’acqua iniziava ad entrare in casa dalle finestre spalancate e ho fatto il giro per chiuderle anche se non avrei voluto perché era pioggia, la tanto anelata pioggia, la GLORIOSA pioggia, finalmente. Finalmente! Finalmente! Un Kyrie Eleison di Finalmente!: era davvero vero che pioveva.
Guardando fuori nel giardinetto retro casa ho visto che anche le tartarughe erano felici e correvano nella pioggia, finalmente attive e vitali, dopo mesi di esistenza imbalsamata per mancanza di verde dove nascondersi e foraggiarsi, i giorni roventi passati nello stupore del sonno diurno interrotti a forza da noi che la sera dovevamo scovarle dai loro nascondigli per nutrirle con lattuga e buccia di cocomero perché si idratassero.   
Ah la pioggia estiva, che meraviglia, peccato non aver potuto annusare il suo odore frammisto a polvere, per me L’odore con ELLE maiuscola dell’Estate, profumo che adoro quanto lo zuccherino sentore dell’erba appena tagliata. Ma il mio naso, già poco sensibile di suo, è completamente fuori uso dalla secchezza provata per lunghi mesi, è ora tappato e sterile come le bottiglie di vino sigillate con la cera, e incapace pertanto di godere degli stimoli odoriferi che sicuramente stanno impazzendo qui fuori.
E mentre finisce di piovere e gli ultimi rombi dei tuoni si allontanano verso gli Appennini, ecco che la mia mente comincia a muoversi e visualizzare il futuro, uscendo dalla paralisi che l’attanagliava da mesi, quando i giorni si susseguivano uguali e torridi. Quando era sole sole sole sole sole sole e ancora sole ogni giorno, ogni settimana – OGNI MESE! Quando le variazioni meteorologiche erano ricordi dei tempi che furono, leggende che raccontano i vecchi risecchiti sulle panchine, dopo che il sole cala e la gente esce finalmente di casa. La mia mente aveva vissuto intrappolata in un presente immutabile e aveva smesso di sperare, immaginare, sognare. Bisognava conservare l’energie per tenere duro e sopportare ancora un altro giorno di sole, ancora un altro giorno di caldo, ancora un altro giorno di secco per noi umani e per le bestie dei boschi che calano a valle in cerca d’acqua. Cinghiali, cervi e piccoli mammiferi che attraversano la strada dietro alle ultime case del paese e si foraggiano nei giardini. Un ennesimo giorno di siccità per le piante che piano piano, tutt’attorno si seccano e lentamente muoiono.
Ora potevo immaginarmi che fra un po’ quando il sole sarebbe uscito nuovamente -non troppo presto per favore- sarebbe stato un giorno NUOVO, lucido e pulito dalla pioggia (azzo, ho dimenticato di mettere fuori la macchina perché si lavasse!) ricco di una freschezza nuova, una promessa di autunno, di passeggiate nei boschi, nutrito dall’energia che ritorna nel sangue, dalla rinascita dell’erba che dovrà essere tagliata di nuovo, finalmente.

mercoledì 1 agosto 2012

VOTARE! VOTARE! MA NON ALLE POLITICHE STAVOLTA


logo di proprietà di http://www.macchianera.net/
allora, questo è un post interessato (leggi paraculo).

Mi hanno ricordato che ci sono i BLOG AWARDS DI MACCHIANERA e su un'altro blog ho fatto del mio meglio per votare quanto possibile quelli che seguo o seguivo. Per questo a voi 4 che mi leggete richiedo che perdiate un po' di tempo per votare (e votarmi) e vediamo che succede. Io l'ho fatto per voi, ricambiate dai!

Si vota fino al 1 Settembre, avete tutto Agosto per farlo. Si possono mettere solo fino ad un massimo di 4 voti per lo stesso blog, e bisogna votare per lo meno 8 siti o blog che siano per ogni scheda voto (o email usata, per intenderci)

Ho passato la mattinata a votare con i vari indirizzi email che ho (furbetta) scegliendo un'assortimento di blog che seguo e amo. Ve li metto qui sotto per darvi qualche idea, vale la pena andarli a vedere anche visto che siete in ferie e di tempo da perdere ne avrete a bizzeffe (!)


Ecco la mia lista di suggerimenti che vale la pena dare un'occhiata quando avete tempo:

6 Miglior Sito Tecnico http://www.earthquake.it

http://incomaemeglio.blogspot.com
13 Letterari/15 Politici d'opinione (anche detti polemici) http://cigs2008.blogspot.it
16. Miglior Disegnatore - Vignettista
  • http://www.emanuelesi.com
  • http://hyperboleandahalf.blogspot.it
inoltre, sono vecchi ma vale la pena se vi piacciono i fumetti: http://canemucca.tumblr.com/ e http://www.canemucca.com/
17. Miglior Podcast
  • http://www.radiolab.org
  • http://themoth.org  
  • http://thisamericanlife.org
 lo so sono in inglese, che ci posso fare?
18. Miglior articolo o post dell'anno 
  • http://www.ciclofrenia.it/2012/02/13/169/
  • http://incomaemeglio.blogspot.com/2012/07/una-lingua-straniera.html
  • http://incomaemeglio.blogspot.com/2011/05/risolvere-la-morte.html
  • http://cigs2008.blogspot.it/2012/07/distrazioni.html
27 Ironici/Satirici   http://incomaemeglio.blogspot.it, http://www.ciclofrenia.it

26. Cattivo più temibile della rete  http://www.ciclofrenia.it

Ovvio che da qualche parte ci POTETE inserire anche l'indirizzo di Tigre, http://comeunatigredicarta.blogspot.it/ basta che non la mettiate nella categoria 
28: Miglior sito andato a puttane! 

Ok qui sotto il modulo per  votare - ciao e buon divertimento! 

martedì 31 luglio 2012

PELLEGRINI SCHMELLEGRINI

premetto che non ci capisco tanto di sport, ma quello che so è che un vero campione, non importa quante medaglie abbia vinto e come sia definito dal suo popolo, non accusa altri dei suoi fallimenti. 

Che l'allenamento della squadra italiana non sia stato appropriato per ottenere dei risultati certamente lo sapranno meglio i tecnici, ma lo possiamo capire anche noi spettatori se nessuno dei presenti in una specialità si avvicina alla medaglia. Per cui la sua accusa la poteva evitare facendo una migliore figura.

Il puntare il dito sugli altri è una cosa troppo Italiana per passare inosservata in questo contesto. Troppo facile ragazzi miei, e veramente scadente, poco nobile, disprezzabile. Da campioncina viziata ecco.
Quanti sono i vinti  in confronto ai vincitori? Tanti di più e questo dovrebbe bastare a far capire che dipende da molte cose arrivare sul podio: bravura e impegno individuali si, l'allenamento ed equipaggiamento, ma anche una buona dose di fortuna, kharma o influsso degli astri come lo vogliamo chiamare. Non sempre ogni cosa si allinea nel cielo e sono frazioni di secondo che separano da una possibilità o dal suo opposto. 

Un campione come lo intendo io è anche quello che sa star zitto in certi momenti, che tiene i denti stretti e fa del suo meglio. Magari vincendo nonostante le difficoltò (ma quelli sono eroi non campioni).

Il dare colpa agli altri, specie mezzo detto e mezzo retratto come ha fatto la Pellegrini stasera è vile e poco di classe. 

Peccato per lei.

lunedì 30 luglio 2012

EVVIVA NOI, ABBASSO VOI

Katarzyna-Milczarek-Ekwador http://www.dressage-news.com/?p=16438

mi sono dedita anche io allo stiro oggi, 3+ ore di sudata con la scusa di guardare le olimpiadi in streaming sul Mac.

Prima c'erano i tuffi sincronizzati. Lo streaming in parallelo perfetto sceglieva di sincronizzarsi anche lui: via buffering bloccava il video ad ogni tuffo  (di cui sentivo solo l'audio dello splash entrata in acqua) per ridarmi il video solo al momento del tuffo al rallentatore. 
Dev'essere per questo che ci ho messo così tanto a stirare tutto oggi.

Dopo i tuffi c'è stato il Judo (no Lo Judo non lo scrivo), che non ha niente a che vedere con l'idea che abbiamo delle arti marziali. Per quello che ho potuto notare, le due donne che lottavano per la medaglia di bronzo non facevano altro che tirarsi calci negli stinchi, poi si prendevano per il bavero strapazzandosi un po' e infine per darsi un contegno cercavano di rimettersi a posto i bordi della giacca senza farsi notare troppo in giro. E sul podio per il bronzo è salita una Calabrese dai capelli biondo platino a-la Marilyn.

Il tiro a piattello è una noia pazzesca specie se devi guardare spesso cosa stai stirando per cui perdi di vista i piattelli. Ma le donne che praticano quello sport hanno divise e comportamenti molto cool, con cappelli a visiera e occhiali scuri che le fanno sembrare agenti della Stasi, e quando hanno sparato il loro turno mi piace come si mettono il fucile aperto a forma di boomerang sulla spalla, manco fosse un asciugamano bagnato di sudore. La Texana medaglia d'oro imbracciava l'arma come se fosse una borsa per la spesa con dentro un cocomero, ma appena scattava in aria il piattello ecco che il cocomero si tramutava in una protesi letale che sbriciolava il falso piccione in una nuvola di polvere rosa (celeste o gialla per la versione maschile suppongo..)La campionessa USA mi è sembrata troppo disinvolta e nonchalant da farmi pensare che avesse comprato la gara. Ma per forza sono superiori gli USA! Loro possono fare pratica di tiro al bersaglio nelle scuole e negli uffici pubblici ogni qual volta gli balzi la voglia!

Non avevo mai realizzato che i nostri sportivi vengono tutti da corpi militari. Polizia e Carabinieri, Areonautica, Forestale e persino Polizia Carceraria per il nuoto (fuga da Alcatraz?) Da da pensare.

Interspersi fra questi eventi c'erano brevi segmenti di gara ciclistica ad ostacoli (una nuova specialità delle olimpiadi Londinesi) laddove le difficoltà sono aumentate da pioggia a scrosci, fango sull'asfalto, e dalle decine di bici e donne cadute che devono essere scavalcate da chi arrivava dopo. Visto che era finita la lavatrice ho pensato bene di cogliere l'attimo ciclistico per stendere il bucato. Ma appena rientrata ho scoperto stizzita che il dressage -l'unico sport che mi interessava davvero vedere- era stato appena mostrato (per 5 miseri minuti della performance di Bracciaroli), e ora mi aspettavano 2 interminabili ore di canottaggio. Menomale che i panni da stirare erano rimasti ammucchiati per parecchi giorni per cui dovevo fare molta attenzione alle grinze, e darne meno alle prove di eliminazione di Kayak e Canoa. Un plus il cronista Franco Bragagna, che mi ha colpito per la sua capacità di pronunciare i nomi stranieri con disinvoltura e appropriatezza di pronuncia e per la flemma e sicurezza con cui commentava: era una persona colta che offriva dettagli storico culturali sia sullo sport in onda che sulla località dove si teneva. Mi pareva di ascoltare la radio invece di guardare la tivvù.

Certo non era come gli altri cronisti che il più delle volte mi fanno venire i bordoni per quel che dicono e come lo fanno. Sempre di parte, tendono ad anticipare quello che succederà come se l'avessero letto nel fondo di resti di Corn Flakes che si depositano nel latte della colazione.  Salvo che non sanno leggere quello che c'è scritto ma quello che vorrebbero ci fosse scritto, il che raramente combacia.

Esempi di commenti demenziali:
  • "La Pellegrini perde per le braccia prepotenti delle altre nuotatrici".
  • La vincitrice della corsa ciclistica viene definita "la Cannibale", che mi pare una definizione una tantino esagerata e poco rispettosa nei confronti di una donna, anche se questa è brutalmente tosta, coperta di fango e sudore e non porta un cappello come si usa in Inghilterra.
  • Definiscono un nuotatore intervistato come freddo, "sia quando vince che quando perde", perché questi ha dato una critica spassionata e professionale alla sua PERformance (parola sempre pronunciata dai nostri oracoli con l'accento sulla prima sillaba invece che sulla seconda, che è come si pronuncia il verbo da cui deriva to perFORM). Dopodiché il Paul Weston della RAI ipotizza stronzate del tipo "sicuramente sotto, dove batte il cuore, ci sono emozioni che (nome del nuotatore) deve prima o poi arrivare a gestire."
  • Stando a questi cronisti NOi perdiamo perché sfortunati. Ma quando vinciamo lo facciamo perché siamo bravi, i migliori. "Noi" ovviamente, non i nostri atleti.
Purtroppo l'unica cosa che posso vedere gratis è la Rai TV, perché le altre stazioni che trasmettono i giochi in lingua anglosassone non si possono vedere dall'Europa, e perché per qualche strano motivo (che mi fa sospettare le zampette del magnate dei medium televisivi italiani) l'Italia è esclusa dalla lista di paesi europei che li possono vedere in Eurovisione. Ho contato 77 paesi nella lista dei fortunati, paesi che vanno dalla Groenlandia al Turkmenistan, dal Kyrgyzstan alla Guyana Francese, passando di striscio da San Marino, ma l'Italia no.

Questo significa che la mia esperienza olimpica è limitata alla visione italica, sulla quale mi trovo, purtroppo spesso molto critica*. Avrei preferito un po' più di libertà di visione, specie nell'era di Internet. Quindi devo sopportare la carenza degli sport equestri (Bracciaroli aiutaci tu!) perché troppo high brow per le masse nutrite a calcio sperando per il meglio nei riguardi della copertura TV di ginnastica e atletica.  Sigh.

*ma è mai possibile che un cronista televisivo ancora non sappia pronunciare il nome di Phelps? E' Felps, Felps dannazione! Il tuo collega lo dice giusto, lo fai apposta o hai una lisca al contrario?    

(ma che è Monge - crocchette e patè con frutta? Per animali? Nome e prodotto uno schifo totale....)

venerdì 29 giugno 2012

LE NUOVE ACQUE DEL 20 SECOLO

proprietà delle Nuove Acque SPA utilizzato a scopo puramente decorativo


devo scrivere questo post per dar spazio e voce alla frustrazione per il tempo perso per via della mia ostinazione a voler portare in fondo una cosa che doveva essere breve come fare click sul mouse.

Da una settimana avevo la bolletta nuove acque accanto al Mac per registrarmi e ottenere la bolletta online come promosso dall'azienda - meno carta, più veloce : non fa una piega. Oggi ci provo. Inizia male subito quando i dati obbligatori provvisti di asterisco sono solo codice cliente e indirizzo email ma poi se non inserisco codice fiscale o partita iva non procedo. Cialtroneria digitale, brutto segno...

La pagina emette un nuovo codice cliente (poteva rimanere quello sulla bolletta no?) e una password che sembrano vocaboli polacchi, piene di consonanti impronunciabili e mi invita a fare log in. Provo subito ma niente, codici errati. Riprovo. Idem. Unica opzione sulla pagina un link per chi si registra la prima volta.  Aaahh... vado a fare click  e si apre nuovamente la pagina di registrazione.

Ecco risuonarmi negli orecchi la colonna sonora dell'eccellente film di Terry Gilliam Brazil che nell'85 descriveva perfettamente il futuro -ovvero il nostro presente- come l'inferno burocratico e teatro dell'assurdo che è diventato. 

Ok come diceva la pubblicità delle pagine gialle una volta: make your fingers do the walking e le mie lo fanno sulla tastiera del telefono chiamando il numero verde dell'azienda. 

Prima risposta: può scaricare il modulo per la registrazione online stamparlo e spedirlo. 
Qualcuno oltre me vede l'assurdità di questa opzione? 

Seconda: ma lo sa che deve cambiare la password? Spero bene, ma prima devo entrare nel sito no? Una parte del mio subcoscio non impegnata a moccolare afferra le istruzioni che la password deve seguire il formato delle bestemmie polacche di cui sopra. Lettere maiuscole e minuscole inframmezzate da numeri quindi. Impossibile da ricordarsi ma Not their problem is it?

L'operatore mi chiede il numero di telefono e mi dice che mi richiameranno "dopo". Chissà se sarò su un olivo allora, oppure a spazzare i detriti dei lavori di restauro in corso a casa, in ogni caso scommetto non quando sarò di fronte al computer. 

A questo punto decido di dare valore ai 20 minuti persi trasformandoli in feedback alla Società, scrivendo una lettera che spiega il problema, che un pessimo design di pagina da adito ad un aumento di chiamate ai call centers e quindi ad un incremento dei costi. Che le pagine del servizio registrazione al Click Acqua non hanno una nota informativa per chi meno capace di me, che può non sapere -non dico come registrarsi on line che per qualcuno può essere già un problema- ma tutto quello che mi ha detto l'operatore A VOCE. Che ci sono limitazioni sulla scelta della password per esempio. Se il cambio di password verrà richiesto una volta entrati nel sito come d'uso o se ci sono prerequisiti diversi. Se ci sono dei tempi di attesa fra la ricezione dei codici e il tentativo di uso dei medesimi. Insomma quelle informazioni che siamo abituati a veder comparire accanto ai diversi campi inserimento dati, o che si aprono magicamente in finestre separate quando si clicca qualcosa che non va bene. Questi sono i bastoni di appoggio che aiutano a percorrere i labirinti digitali di Amazon, Skype, Facebook, etc.

GRAZIE!

(P.S. Alla lettera ricevo risposta mentre scrivo il post confermando che i codici sono quelli e di riprovare (per fortuna senza dover ricevere una telefonata mentre al volante). Stavolta funzionano e cambio password (fortunatamente senza dover seguire la matrice del Polacco di strada) e richiedo la bolletta on line (fortunatamente senza dover stampare un cartaceo). 

Ringrazio e allego il link di questo blog. Sai mai... ;-)

Braaaziiilll tattarattattattataaa  tattarattatttata-ta-ta Braziiil Brazil!  

domenica 3 giugno 2012

ULTIME NOTIZIE, ULTIMI TREMORI

Ruins © 2012 Niki Ghini
come ogni mattina, recentemente, inizio la giornata guardando cosa ci dice la terra. I sismi si sono spostati in Indonesia e Nuova Guinea, il sismografo di Capannori dà linea piatta, per ora tutto tranquillo. 

La vita torna normale e ci dimentichiamo le emergenze. Nel quotidiano intendo perché la stampa e la TV ce la passano continuamente, mungendo i drammi fino all'ultima goccia di attenzione della Audience. 

Nella mia vita una partenza; quella dei lavori di restauro alla casa. Dopo un anno di lavoro preventivo, incontri con le imprese, scelte, tagli, visione delle opzioni, misurazioni, visite in sito, etc. eccoci arrivati alla redazione di un contratto, approvazione di un totale costi (prima fase) e alla firma della S.C.I.A.
Presente nella testa in questi giorni è la domanda se la casa, una volta finiti i lavori di sistemazione del solaio -inevitabilmente appesantito rispetto a come era costruito una volta (strato di assito di legno e terra per livellare le mattonelle di graniglia)- reggerebbe ad un sisma che non è escluso colpisca la nostra zona, prima o poi. 

Come per tutti il pensiero può essere relegato sullo sfondo della mente, occupata a cose più pressanti, sempre pronto ad emergere in primo piano, urlando, ogni qualvolta lo scricchiolio di un infisso la notte farà balzare il cuore in gola nel timore di sentire il terreno iniziare a muoversi.

Si fa quello che si può, con i soldi e le conoscenze tecniche che si hanno e poi ci si affida alla fortuna. Si può imparare a conviverci con i terremoti di cui questa penisola è ricca, ad accettare le scosse che si percepiscono come quelle dei vuoti d'aria in aereo, che possono essere paragonate al galoppo a cavallo, al dondolio del treno aiutandoci a domare la paura. Però ci vuole anche un minimo di preparazione.

La cosa che trovo inaccettabile è che in Italia non ci sia un programma di informazione del cittadino su cosa fare prima, durante e dopo un terremoto. Cioè qualcosa c'è ma chi lo conosce e l'ha visto se non recentemente perché è andato a cercarlo con il lanternino sul Web???

in italiano ho trovato qualche suggerimento, molto blando
http://www.earthquake.it/cosa-fare.php 
 http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/view_cosa_fare_sismico.wp;jsessionid=47698D2AEC6993B95D07AE9E6D191E12?contentId=APP15010
 http://www.dipteris.unige.it/geofisica/ITA/didattica/did_difesa.html (di valido ci sono le mappe che identificano le zone calde in Italia)

in Inglese
http://www.ready.gov/earthquakes
http://earthquake.usgs.gov/prepare/  (PDF da scaricare)
http://www.amerrescue.org/quakprep.htm

La visita ai siti Italiani rende ovvio che ancora si considera il terremoto come un atto di Dio a cui poco possiamo fare, e siamo d'accordo che non si possano fermare o prevedere con esattezza, ma mettere la popolazione in grado di essere preparata ad un evenienza che in Italia è pressoché certa, è una cosa desiderabile e necessaria. 

Le pagine Gialle e Bianche dovrebbero contenere un manualetto di preparazione ai sismi. La scuola dovrebbe insegnare cosa fare e preparare le future generazioni con drill d'emergenza. Gli alberghi e i posti di lavoro dovrebbero avere mappe e piani di evacuazioni. Insomma il Giappone e la California sono sismici come lo siamo noi ma loro sono preparati e noi no, perché? 

Sopravvivere ad un terremoto è questione di fortuna (in parte) ma il peggio ha ancora da venire se la casa è crollata, le infrastrutture (telefono, luce, acqua potabile) non ci sono più e tu non hai messo da parte una borsa con torce e batterie di ricambio, acqua potabile, snack nutrienti, coperte e non abbia deciso con la tua famiglia un punto di ritrovo nel caso il disastro vi trovi separati. Piccoli accorgimenti che renderebbero le prime 24/48/72 ore molto meno penose nell'attesa che arrivino aiuti. Specie per chi non vive in centri popolosi e aspetta gli aiuti della protezione civile, del governo, delle istituzioni. 

Aiutati che il ciel ti aiuta dice il detto e il cielo ci vuole trovare preparati, che siamo tanti su questa terra oramai e il cielo è uno solo!

domenica 6 maggio 2012

REFERENDUM SCHMEFERENDUM

ovvero un weekend del cazzo.

Prima l'albero tagliato di fronte a casa perché "faceva cadere troppe foglie" secondo la vicina che "ama le piante" o per lo meno ama il vivaista visto l'abbondanza di piante che compera e sparge in migliaia di vasi vasetti e vasucci in giro per il suo fazzoletto di giardino. 
E nell'ingresso. 
E su per le scale.
E nel pianerottolo (anche la mia parte). 
Ah quelli che si dicono amanti della natura e poi la vogliono sottomessa e pulita, organizzata, ben ordinata e facile da pulire. 
Tant'è che per le lamentele di tale amante, prima il melo ha fatto la fine della nobiltà Francese durante il regime del terrore, poi la Quercia. Non un querciolo, la Quercia con la Q. Una pianta che io da sola non l'abbracciavo. 
Kaput, in meno di 10 minuti. Segato da un Hit Man assoldato da quel cerebroleso del padrone di casa che manco sa parlare in maniera comprensibile e ora, morto il padre, gongola di importanza quando "gestisce" la proprietà.
Io la gente così la farei fuori tutta, e mi domando se non sia una forma di Nazismo latente di cui sto peccando.

Criminali ©Niki Ghini
Questo ieri.

Oggi invece papà chiama passate le dodici urlando che devo votare NO perché sennò la LEGA fa mettere l'elettrodotto del 125.000 in vallata. Io ovviamente non vedo il nesso fra la votazione di oggi per il comune unico e la LEGA che qui in Toscana fa approvare automaticamente un progetto dell'ENEL che abbiamo combattuto per anni e vinto. (Diamogli credito, è mio padre che ha fatto la maggior parte della battaglia come presidente del Comitato contro l'Elettrodotto in Casentino, comitato che ha fondato e condotto; per il quale ha raccolto firme, ha parlato ai comizi di tutte le colorazioni e agli organi di stampa, dimostrando un savoir faire e una capacità "politica" che nessuno sospettava. Tutto ciò mentre combatteva il cancro alla prostata e spendendo non poco di tasca sua). Dato a Cesare quello che è di Cesare, questo non toglie che al telefono alla figlia lui non sappia spiegare il nesso fra le varie cose. Però insiste che devo votare NO.

Ora a me pareva tanto un "non possiamo non votare la Democrazia Cristiana perché sennò ci troviamo i Russi Bolscevichi in casa" tipo di ragionamento e gli l'ho detto, e lui dopo avermi minacciato "te lo combatterai tu l'elettrodotto in giardino" cosa ovvia visto che a 84 anni il suo l'ha già dato, ha pasato il telefono a mia madre che mi ha spiegato che un tizio l'aveva chiamato dicendogli di questo pericolo, e papà aveva avuto conferma della cosa dal sindaco. Ma ancora era una storia nebulosa e io non credo a nessuno e a tutti ma soprattutto sono paranoica e quindi ho cercato di capire sul web di cosa stessero parlando e mi sono confusa ulteriormente leggendo di un referendum passato in cui il NO avrebbe permesso di avere le Centrali Nucleari in Italia. 

Avrebbe dovuto suonarmi un campanellino di familiarità, ma ero sotto pressione dagli urli improvvisi, dall'aver passato la mattinata a cercare di mandare un fax dal computer per il convivente, eccheneso? anche perché magari i miei neuroni non erano svegli stamattina e quindi "sue me" ma quando sono andata a votare mi aspettavo 4 schede non 1. Ho anche chiesto  "ma dove si vota per l'acqua e il nucleare?" e mi hanno guardato come se avessi avuto un corno che mi sbucava dal terzo occhio. 
Fatta figura da idiota e dopo aver cercato pateticamente di redimermi lamentando la poca informazione sul WEB -"cchè io non guardo la TIVVù", scopro che il convivente con cui ero venuta a votare se n'è già andato e questo mi fa imbestialire come non poco. La goccina, appunto. 

Dopodiché visto che il convivente, stufo del mio ranting, mi dice che devo sfogarmi con mio padre e non con lui io decido di raggiungere i miei in Pizzeria per due chiacchiere.  Contavo che la camminata per arrivare alla Pizzeria mi avrebbe dato la calma necessaria per spiegare le cose con gentilezza e tatto.
Avviata già verso il paese mi arriva l'SMS che dice: "statte ferma che non voglio sentire tuo padre urlare di nuovo, lascia perdere".

VFC. VFC VFC VFC.. Continuo la camminata in altra direzione perché sennò ammazzo qualcuno. Cammino cammino, non vedo niente, provo soltanto (as in feel): frustrazione, rabbia, confusione. Il sangue che pompa, sono una macchina di sangue, non sento, non voglio, non vedo niente. Solo questa forza che vuole esplodere uscire, rabbia o pianto ma deve avere sfogo in qualche modo. Cammino cammino cammino cammino e cammino. e poi mi fermo. 
Mi fermo e guardo per terra perché non c'è una ragione per cui mi sono fermata. 
E' solo un'alternativa al camminare. Perché poi devo tornare. Prima o poi. Questo  pensiero è il primo indizio che ricomincio a ragionare. Guardo a terra, guardo a terra. Guardo a terra i fiori gialli. I fiori gialli che perdono i petali e cos'è quel pallino che rimane quando i petali sono caduti? E' verde e sembra una mazza chiodata, buffo se lo premi si disfa in semi dalla forma di quelli di sesamo...

Dopo aver guardato in terra per un pezzo torno a casa. Il telefono squilla, è il convivente, lo lascio squillare. Squilla, squilla, ma che pazienza che ha, sarà successo qualcosa? ma non rispondo, tiè preoccupati un poco magari. Saranno passati i miei? starà cercando qualcosa?
Passo di fronte alla scuola dove si vota quando mi sento chiamare. 
E' la voce di mia madre. 
Mi giro, e lei di fronte alla porta della scuola mi fa un gesto di saluto con la mano, so che mi ha visto che l'ho vista. Mi rigiro e continuo verso casa. Ora sono io che non voglio vederli, perché sono stufa di essere sballottata a destra e a sinistra da tutti. Lasciatemi in pace, se ne riparla domani.

Lo so che alla fine chi paga sono io, per non essere accorsa come un cane dal padrone, per aver continuato l'esilio, perché poi lo vivrò io l'esilio, e il dispiacere che provoco a mia madre lo vivo come se fosse il mio. Fottutissimo senso di colpa che non mi permette MAI di godere delle mie decisioni, delle mie azioni o levate di capo che siano. 

uffa. 
che palle. 

(scusate per il video storto, non so fare l'editing per girare l'immagine di video - suggerimenti ben accolti)