martedì 31 luglio 2012

PELLEGRINI SCHMELLEGRINI

premetto che non ci capisco tanto di sport, ma quello che so è che un vero campione, non importa quante medaglie abbia vinto e come sia definito dal suo popolo, non accusa altri dei suoi fallimenti. 

Che l'allenamento della squadra italiana non sia stato appropriato per ottenere dei risultati certamente lo sapranno meglio i tecnici, ma lo possiamo capire anche noi spettatori se nessuno dei presenti in una specialità si avvicina alla medaglia. Per cui la sua accusa la poteva evitare facendo una migliore figura.

Il puntare il dito sugli altri è una cosa troppo Italiana per passare inosservata in questo contesto. Troppo facile ragazzi miei, e veramente scadente, poco nobile, disprezzabile. Da campioncina viziata ecco.
Quanti sono i vinti  in confronto ai vincitori? Tanti di più e questo dovrebbe bastare a far capire che dipende da molte cose arrivare sul podio: bravura e impegno individuali si, l'allenamento ed equipaggiamento, ma anche una buona dose di fortuna, kharma o influsso degli astri come lo vogliamo chiamare. Non sempre ogni cosa si allinea nel cielo e sono frazioni di secondo che separano da una possibilità o dal suo opposto. 

Un campione come lo intendo io è anche quello che sa star zitto in certi momenti, che tiene i denti stretti e fa del suo meglio. Magari vincendo nonostante le difficoltò (ma quelli sono eroi non campioni).

Il dare colpa agli altri, specie mezzo detto e mezzo retratto come ha fatto la Pellegrini stasera è vile e poco di classe. 

Peccato per lei.

lunedì 30 luglio 2012

EVVIVA NOI, ABBASSO VOI

Katarzyna-Milczarek-Ekwador http://www.dressage-news.com/?p=16438

mi sono dedita anche io allo stiro oggi, 3+ ore di sudata con la scusa di guardare le olimpiadi in streaming sul Mac.

Prima c'erano i tuffi sincronizzati. Lo streaming in parallelo perfetto sceglieva di sincronizzarsi anche lui: via buffering bloccava il video ad ogni tuffo  (di cui sentivo solo l'audio dello splash entrata in acqua) per ridarmi il video solo al momento del tuffo al rallentatore. 
Dev'essere per questo che ci ho messo così tanto a stirare tutto oggi.

Dopo i tuffi c'è stato il Judo (no Lo Judo non lo scrivo), che non ha niente a che vedere con l'idea che abbiamo delle arti marziali. Per quello che ho potuto notare, le due donne che lottavano per la medaglia di bronzo non facevano altro che tirarsi calci negli stinchi, poi si prendevano per il bavero strapazzandosi un po' e infine per darsi un contegno cercavano di rimettersi a posto i bordi della giacca senza farsi notare troppo in giro. E sul podio per il bronzo è salita una Calabrese dai capelli biondo platino a-la Marilyn.

Il tiro a piattello è una noia pazzesca specie se devi guardare spesso cosa stai stirando per cui perdi di vista i piattelli. Ma le donne che praticano quello sport hanno divise e comportamenti molto cool, con cappelli a visiera e occhiali scuri che le fanno sembrare agenti della Stasi, e quando hanno sparato il loro turno mi piace come si mettono il fucile aperto a forma di boomerang sulla spalla, manco fosse un asciugamano bagnato di sudore. La Texana medaglia d'oro imbracciava l'arma come se fosse una borsa per la spesa con dentro un cocomero, ma appena scattava in aria il piattello ecco che il cocomero si tramutava in una protesi letale che sbriciolava il falso piccione in una nuvola di polvere rosa (celeste o gialla per la versione maschile suppongo..)La campionessa USA mi è sembrata troppo disinvolta e nonchalant da farmi pensare che avesse comprato la gara. Ma per forza sono superiori gli USA! Loro possono fare pratica di tiro al bersaglio nelle scuole e negli uffici pubblici ogni qual volta gli balzi la voglia!

Non avevo mai realizzato che i nostri sportivi vengono tutti da corpi militari. Polizia e Carabinieri, Areonautica, Forestale e persino Polizia Carceraria per il nuoto (fuga da Alcatraz?) Da da pensare.

Interspersi fra questi eventi c'erano brevi segmenti di gara ciclistica ad ostacoli (una nuova specialità delle olimpiadi Londinesi) laddove le difficoltà sono aumentate da pioggia a scrosci, fango sull'asfalto, e dalle decine di bici e donne cadute che devono essere scavalcate da chi arrivava dopo. Visto che era finita la lavatrice ho pensato bene di cogliere l'attimo ciclistico per stendere il bucato. Ma appena rientrata ho scoperto stizzita che il dressage -l'unico sport che mi interessava davvero vedere- era stato appena mostrato (per 5 miseri minuti della performance di Bracciaroli), e ora mi aspettavano 2 interminabili ore di canottaggio. Menomale che i panni da stirare erano rimasti ammucchiati per parecchi giorni per cui dovevo fare molta attenzione alle grinze, e darne meno alle prove di eliminazione di Kayak e Canoa. Un plus il cronista Franco Bragagna, che mi ha colpito per la sua capacità di pronunciare i nomi stranieri con disinvoltura e appropriatezza di pronuncia e per la flemma e sicurezza con cui commentava: era una persona colta che offriva dettagli storico culturali sia sullo sport in onda che sulla località dove si teneva. Mi pareva di ascoltare la radio invece di guardare la tivvù.

Certo non era come gli altri cronisti che il più delle volte mi fanno venire i bordoni per quel che dicono e come lo fanno. Sempre di parte, tendono ad anticipare quello che succederà come se l'avessero letto nel fondo di resti di Corn Flakes che si depositano nel latte della colazione.  Salvo che non sanno leggere quello che c'è scritto ma quello che vorrebbero ci fosse scritto, il che raramente combacia.

Esempi di commenti demenziali:
  • "La Pellegrini perde per le braccia prepotenti delle altre nuotatrici".
  • La vincitrice della corsa ciclistica viene definita "la Cannibale", che mi pare una definizione una tantino esagerata e poco rispettosa nei confronti di una donna, anche se questa è brutalmente tosta, coperta di fango e sudore e non porta un cappello come si usa in Inghilterra.
  • Definiscono un nuotatore intervistato come freddo, "sia quando vince che quando perde", perché questi ha dato una critica spassionata e professionale alla sua PERformance (parola sempre pronunciata dai nostri oracoli con l'accento sulla prima sillaba invece che sulla seconda, che è come si pronuncia il verbo da cui deriva to perFORM). Dopodiché il Paul Weston della RAI ipotizza stronzate del tipo "sicuramente sotto, dove batte il cuore, ci sono emozioni che (nome del nuotatore) deve prima o poi arrivare a gestire."
  • Stando a questi cronisti NOi perdiamo perché sfortunati. Ma quando vinciamo lo facciamo perché siamo bravi, i migliori. "Noi" ovviamente, non i nostri atleti.
Purtroppo l'unica cosa che posso vedere gratis è la Rai TV, perché le altre stazioni che trasmettono i giochi in lingua anglosassone non si possono vedere dall'Europa, e perché per qualche strano motivo (che mi fa sospettare le zampette del magnate dei medium televisivi italiani) l'Italia è esclusa dalla lista di paesi europei che li possono vedere in Eurovisione. Ho contato 77 paesi nella lista dei fortunati, paesi che vanno dalla Groenlandia al Turkmenistan, dal Kyrgyzstan alla Guyana Francese, passando di striscio da San Marino, ma l'Italia no.

Questo significa che la mia esperienza olimpica è limitata alla visione italica, sulla quale mi trovo, purtroppo spesso molto critica*. Avrei preferito un po' più di libertà di visione, specie nell'era di Internet. Quindi devo sopportare la carenza degli sport equestri (Bracciaroli aiutaci tu!) perché troppo high brow per le masse nutrite a calcio sperando per il meglio nei riguardi della copertura TV di ginnastica e atletica.  Sigh.

*ma è mai possibile che un cronista televisivo ancora non sappia pronunciare il nome di Phelps? E' Felps, Felps dannazione! Il tuo collega lo dice giusto, lo fai apposta o hai una lisca al contrario?    

(ma che è Monge - crocchette e patè con frutta? Per animali? Nome e prodotto uno schifo totale....)