lunedì 27 luglio 2009

IL DESERTO DEL POSSIBILE

oh ma dove siete finiti tutti.....

la casella di posta è vuota, i blog sono vecchi e sto cadendo in apatia da demotivazione... dopo tanta attività ora non ho progetti prossimi e prima di ritrovare una ragione per alzarmi la mattina, mi perderò in ciance e cazzate per giorni.
Devo costruire una routine, una scaletta di impegni quotidiani che mi forzino a fare tutte quelle cose che pare sia capace di fare solo se non ho tempo di farle. Assurdo ma è così sono di quelle persone che non sono capaci di gestire il tempo a loro disposizione e riescono a funzionare solo sotto pressione.
Forse è il caldo, forse è il rilascio della tensione ora che mamma sta meglio, oggi il parrucchiere è venuto a toglierle i nidi di testa e ieri notavo che ha una faccina serena e bella, ora che mangia, si alza da sola, comincia a voler fare le cose in cucina, sta prendendo di nuovo gusto a vivere e le si vede negli occhi che sono vispi come non lo erano da tanto.
Io invece ho ancora da fare la doccia , stretching, vestirmi, portare le lenzuola, che aspettano in un mucchio davanti alla porta, nella lavatrice, dare da mangiare alle tarte in giardino, e trovare la voglia di uscire a fare qualcosa invece di stare al computer tutto il giorno a fare solitari e a scrivere idiozie su Facebook.

Dai, forza, un passettino e poi un'altro e piano piano si inizia la giornata.

giovedì 23 luglio 2009

FELICITA', NON FELICITà E SOFFERENZA

... non scherzo mica io, che titolo gigantesco!

Dopo aver letto the Joy of Less di Pico Ayer, o quello precedente sul Dalai Lama che dichiara " "Dream nothing" capisco finalmente tutta la strada che ho fatto per arrivare a capire quello che ho capito fino ad ora. Curioso che esista un Blog sul New York Times dedicato alla Felicità: a cosa sia o come la si ottenga ( ma non è una ricetta facile) e leggendo i due articoli ho trovato sulla mappa della mia vita il puntino rosso che dice : VOI SIETE QUI.

Ho così constatato che ne ho fatto di percorso, ora capisco quello che non capivo prima, ed è per questo, semplicemente questo che l'invecchiare non mi pesa, per ora ;-)

Nell'articolo sul Dalai Lama si distingue fra la non felicità e il dolore:

"Happiness is not pleasure, they (the Buddhists) know, and unhappiness, as the Buddhists say, is not the same as suffering. Suffering — in the sense of old age, sickness and death — is the law of life; unhappiness is just the position we choose — or can not choose — to bring to it.

La non felicità quindi non è la stessa cosa che la sofferenza -che è vecchiaia, malattia e morte - è legge di vita. E' molto diversa dalla non felicità (non infelicità che nella nostra lingua ha una sfumatura diversa) che giustamente è definita "la posizione che scegliamo di- o scegliamo di non - portare nella nostra vita".

In questa ottica riguardo gli ultimi 15 giorni che sono stati provanti. Mi confronto con quella che avevo paura di essere e quella che sono stata. So di essere cresciuta.

...e scusatemi se descrivo il calvario di mia madre, non è bello ne piacevole ma ho bisogno di metterlo giù, nero su bianco- per la mia memoria, per la mia comprensione.

All'inizio era la morfina: e la paura inconscia e conscia che causavano espressioni di dolore sul suo volto nonostante l'antidolorifico potente; le parole sconnesse, gli incubi e il suo essere in un mondo a sé dove a noi non è permesso di entrare ne lei di uscire: poi nausea che visibilmente monta ad ondate e la sua espressione id angoscia e impotenza per la bile che nonostante il tubo nel naso fuoriesce dalla bocca e non sai come assorbirlo prima che lezzi ogni cosa nel letto.
E l'odore di tutto quello che fuoriesce da ogni parte, impestando la stanza senza vergogna, perchè che vergogna puoi provare per chi è così indifeso dalle infamie del corpo.
E le vene non reggono gli aghi e gli aghi non trovano le vene ma continuano imperterriti a bucare disperatamente in cerca di sangue che fuoriesce in ematomi ovunque si sia cercata una vena; gomiti, polsi, dorsi delle mani coperti di lividi rossi e poi neri poi gialli fino a sembrare verde fluorescente e le mani si gonfiano e non si chiudono più.
E ogni volta che l'infermiera viene per bucarla lei si angoscia e freme e prova più dolore per le iniezioni che per il taglio di 30 cm che ha sotto il costato.
E viene tolta la morfina ed ecco che il corpo si risveglia e si agita non trovando la posizione, non potendo girarsi su un fianco o sull'altro perché ci sono tubi dappertutto ed' è un letto di chiodi e di spine quello su cui giacciono i malati, è una croce su cui sono crocifissi con gli aghi delle siringhe, legati con i tubi dei cateteri, delle trasfusioni di plasma, sangue e antibiotici, con le maschere di ossigeno che ribolle nelle ampolle attaccate ai comodini, gli elastici che premono le mascherine nel volto, una piccola infamia in più quella del letto è una agonia stupida in confronto al capitolo precedente (dove ha vomitato tanto sangue da dover cambiare 3 lenzuoli e richiedere trasfusioni, ma c'era mia sorella allora) ma sempre agonia è e non trova pace né riposo e la mente ora la tortura riproponendo frammenti di lucidità dei giorni passati e domanda di sapere cosa è successo? quale parte è realtà e qual'è incubo e ti prego, dimmi che è tutto finalmente finito ... ma il tempo non finisce mai e passa lento e inesorabile.

Poi la spossatezza, la fatica a respirare, i dottori che temono per il cuore, la paura per gli aghi che tornano a martoriarla mentre il corpo è preso da tremori violenti e lei si guarda sconvolta e spaventata in balia di forze che non comprende e la sua dichiarazione di amore e di ringraziamento che paiono essere un addio, una spugna gettata, la fine e ti fanno uscire dalla stanza e poi ti richiamano chiedendoti di aiutare mettendoti un guanto usa e getta e ti dicono: prema lì dove sente battere, e tu premi l'inguine di tua madre dove senti battere il cuore nella vena da cui hanno fatto il prelievo.

E non puoi lasciarti andare perché sei la sua ancora e la tua serenità l'aiuta a ritrovare la sua, a calmarsi e finalmente arriva la febbre e passa il tremore e non c'è niente al cuore solo ansia, caldo e spossatezza.

Come lenire il dolore, la sofferenza se non essendo lì, presente e vuota di desideri e pensieri tuoi, solo pronta ad adempiere al tuo compito e versarle nelle labbra aride un tappino d'acqua ogni tanto, a carezzare le mani e i piedi per darle una goccia di piacere in tanta miseria, a bagnarle la fronte e lavarle le mani e il viso con il cencino strizzato, come ti faceva lei quando eri malata da bambina e sei grata dell'opportunità di poter ricambiare.

E la vedi attaccata alla vita come una bestiolina, e nell'ansia di morire chiede, cosa inusuale,chiede a te e chiede alle infermiere, si preoccupa di ricordare cosa le devono fare, i medicinali, le procedure igieniche, che il medico la rimbrotta che è tutto scritto nella cartella clinica e che il loro lavoro lo sanno fare da soli...

E la vedi debole e sconfitta, finalmente vecchia, che getta la spugna accettando che non ce la fa da sola, che deve chiederti di accompagnarla al bagno e di aiutarla a spogliarsi e tu riesci a farlo facendolo sembrare come se l'avessi fatto centinaia di volte così che lei non si dispiaccia per avertelo chiesto.
Ed effettivamente non ti dà fastidio, non ti dispiace accudirla come un bambino, ti pare normale, logico, inevitabile.
E questo vi lega come nient'altro prima, sai anche che questo ricordo sarà fra i più dolci che hai di lei, così impenetrabile e indipendente, questa sfinge di madre che non capisci cosa nasconda dentro e che scopri ora essere più fragile di quanto tu pensassi.

martedì 14 luglio 2009

JOINING THE MASSES -OVVERO- COME CI SI AGGIUNGE AD UNA STATISTICA

beh siamo 4 gatti su 'sto blog ma faccio prima -e fa meno male- a scriverlo qua che dirvelo uno a uno- mi hanno licenziata doppiamente in un mese. Vinco un qualche premio fedeltà per questo?

Prima il golf ma lo sapevo, cioè, speravo di no ma c'era sempre la possibilità che succedesse vista la natura di sostituzione di maternità. Ma ora anche il fetecchione di Jan mi ha dato "lo stivale" o boot figurativo nel sedere dicendo che così risparmia.

Quello che non si rende conto è che lui è Pinocchio che ha incontrato il Gatto e la Volpe unite in un solo personaggio, non faccio nomi ma chi vive nella mia zona capirà se dico noto politico/architetto, Presidente ancora per poco di un Ente Territoriale della Zona, etc etc.

Non credo sto blog arriverà mai ad essere letto da molti altri che noi pochi per cui non temo di rischiare di essere citata per diffamazione per cui non dico nomi ma chi vuol capire capisca ...

Il cosiddetto Archi-pol come lo chiamerò su questo blog ha fatto già dei danni notevoli facendo demolire costruzioni ritenute vincolate (e lo ha già fatto in un progetto precedente) e quindi i costi sono arrivati alle stelle visto che le autorità esigono che il demolito venga ricostruito fedelmente prima di procedere all'approvazione di un Piano di Recupero dove possono essere modificati o demoliti nuovamente. Giustamente - o meno- il finanziatore del progetto ha pensato bene di tappare il forellino invece dello squarcio nella diga, non per niente è Olandese che quelli sono famosi per infilare i diti nei buchi da bambini.

Quindi per non dilungarmi signori e signore mie, vi toccherà leggermi con molta più abbondanza di prima, a meno che non entri nel nero più nero abisso che ha preso anche Melinda - vedi suo blog qui che vale la pena.

Sono brutti tempi per i troppo buoni: chi ha peli -o chiodi- sullo stomaco, la lingua e altri posti più volgari del corpo, sopravvive -ma che sopravvive? - prospera; chi non li ha e si perita di essere una persona corretta, che non ruba, non mente, fa il suo dovere - finisce impalato.

domenica 12 luglio 2009

città di mare con abitanti




Città di mare: Napoli, Neapolis, Partenope, o' paese do' sole, Gomorra...Come la vogliamo chiamare? E' sempre la stessa città, con i suoi diversi aspetti, ma ora tralascio quelli colti (la città greca, quella romana, quella del mito, quella delle varie dominazioni, quella dei Borbone. Molti non conoscono questi aspetti, sopratutto perchè non sono quelli che finiscono più frequentemente in cronaca. Poi quando vengono a conoscerla questa città tanto vituperata rimangono a bocca aperta, perchè non se l'aspettano proprio tutto quello che c'è da vedere. Ma era la capitale di un regno, basta sapere questo per immaginare il patrimonio artistico che, nonostante tutto, esiste ancora ed è anche piuttosto ben conservato) e tralascio, voglio ignorare, dimenticare per un momento, Gomorra, come ce l'ha fatta conoscere prima il libro poi anche il film, in tutto il suo doloroso squallore che appare irrecuperabile. Voglio dimenticare un momento anche la "monnezza" (trad. spazzatura), non ce n'è in questo periodo, al contrario dell'anno scorso quando tra primavera e estate ci fu l 'apice della crisi.
Insomma, parlo molto semplicemente di una domenica mattina di metà luglio, quieta, silenziosa. Molti sono fuori (Ischia, Capri, Procida, costiere sorrentina e amalfitana, se no barca..) moltissimi saranno negli stabilimenti balneari di Posillipo, quindi non li vedo e non li sento, molti ancora sul litorale domizio, nord di Napoli, quello dove la leggenda vuole che "ci si mette poco ad arrivare e perlomeno prendi un po' di sole". Lo ammetto, sono diventata molto schizzinosa e selettiva, ma moltissimo, la domenica mattina preferisco mille volte andare a prendermi un caffè al Gambrinus, storico caffè di piazza Trieste e Trento, comprarmi il giornale a piazza dei Martiri (sotto casa) e semmai, se non fa troppo caldo, come oggi che tutto sommato si sta bene e non c'è umidità, affacciarmi su via Partenope, altrimenti detto il lungomare. Allego fotografie per fare vedere quello che anche io vedo e che conosco ormai a memoria (anche questo posto è a pochi metri da casa).
Ecco, mi rendo conto che ci vuole un bel coraggio a andare anche solo a mettersi in costume sulla scogliera che corre lungo la strada, non parliamo poi di fare il bagno.. Però devo confessare che a me queste persone fanno simpatia, e per diversi motivi. Primo perchè non si possono permettere altro, ma di necessità fanno virtù. E' o non è estate? E' o non è una città di mare? (alla faccia di Anna Maria Ortese e del suo libro "Il mare non bagna Napoli") e il mare non è lì, a pochi passi, facilmente raggiungibile per chiunque? Verso le dieci si cominciano a vedere scendere lungo la direttrice via Chiaia-piazza dei Martiri- piazza Vittoria sopratutto ragazzi e ragazze con bermuda, prendisole, borse e zaini pieni di roba, qualcuno con un ombrellone. E madri con bambini più o meno piccoli, già molto abbronzati. E uomini soli, magari con l'asciugamano disinvoltamente buttato su una spalla e gli occhiali a specchio. E ancora gruppi di signore dell'est (ucraine, russe, rumene), e anche delle africane, con sgargianti pantaloni e magliette, e i capelli a treccine. Arrivati sugli scogli ognuno si sceglierà un posto, stenderà gli asciugamani per delineare il territorio occupato, tirerà fuori le bottiglie di acqua, magari un panino, un cappello, un giornale, una radiolina, un ventaglio per combattere il caldo, un ombrello di quelli da pioggia, ma va bene anche per il sole..Insomma: tutto l'occorrente per una giornata al mare, alla faccia delle riviste patinate che espone il giornalaio dell'angolo dove si propongono poco realisticamente spiagge dei Caraibi, crociere, fondali del Mar Rosso o dell'Oceano Indiano.
A pochi metri via Partenope, via Caracciolo, si passeggia con il cane, si va in bicicletta o sui pattini, famiglie con una carrozzina, signori anziani che camminano lentamente guardando il mare, qualche extracomunitario con le braccia coperte di collane e braccialetti in vendita, le macchine e i motorini sfrecciano..Estate 2009, Napoli, Italia.
p.s. nella prima foto, all'orizzonte Capri, nel suo splendido isolamento. Nella seconda foto notare i lucchetti/promessa d'amore: tutto il mondo è paese.

venerdì 10 luglio 2009

UN PICCOLO DONO DI BUON AUSPICIO

konnichiwaaaa!

Stamattina, mentre mamma era in sala operatoria, c'erano nella corsia maternità parallela a quella Chirurgia, ben tre mamme pronte a depositare l'ovo.
Beh è normale visto che è luna piena.

Non credete che la luna abbia effetto in queste cose?
Parlatene con dei medici e poi vediamo cosa vi dicono. Luna piena fa venire le doglie, non solo ma i Pronti Soccorsi degli ospedali sono pieni quando è luna piena...

Insomma, a un certo punto vediamo una lettiga (lettino, gourney insomma quel piano imbottito con le rotelle) con una delle mamme che non ce la faceva più a spingere che andava a farsi il cesareo che avrebbero dovuto farle molte ore prima. La suddetta mamma aveva un'espressione di panico sotto cuffietta e teli da chirurgia e la sua solitudine e paura erano tangibili.
Rimane lì mesto e un po' perso il povero padre che racconta come la povera moglie sia in travaglio da 24 ore, che il pupo si è incastrato dopo di ché la suocera ci racconta di come, quando l’ha partorita, sia nata di 4 kili e 3 al 10° mese, dopo che all’ospedale l’avessero rimandata a casa per ben "4 nuove fasi lunari" prima di l'indurre il parto. Ma i medici a queste storie danno poco peso per cui la poverina aspetta 24 ore prima di un cesareo...

Non molto dopo abbiamo sentito vagire, ma non siamo sicuri che sia il ritardatario vista la vicinanza dell'intera ala Maternità ma la notizia e poco dopo confermata da una infermiera che esce dal Blocco Operatorio ( termine che associo automaticamente a quello renale o intestinale) che ha avvisa il padre che il pupo ha un p0’ testa a pera....

Poco dopo ecco che passa da sinistra a destra l'incubatrice, e infine da destra a sinistra entra in scena il pupo.

Che urla.

Comprendo immediatamente perché papà mio ancora rammenta che ero bellissima appena nata. Anch'io che non sono pratica di queste cose riconosco subito la differenza fra un neonato che assomiglia a Yoda e un bel bambino. Questo è un bimbo roseo, grosso e bellissimo.

Che ha pochi minuti di vita.
Che ha tracce di sangue sui piedi ancora blu
Che ha una (mono) palla rossa e gigante.

Nessuno nota minimamente la testa a pera, forse l'ostetrica l'ha malleata un pò prima di spedirlo nel mondo...

Il padre, noi e gli altri presenti in sala d'attesa ci avviciniamo attorno all'incubatrice ed… è un momento di comunione per tutti.
Il padre ha gli occhi lucidi, non ha parole. Le nonne tirano fuori il cellulare per fotografare. Noi esclamiamo congratulazioni e apprezzamenti sul bimbo che stranamente si cheta, forse per ascoltare le lusinghe.

Il padre dice all'infermiera, che deve riportane il nome da qualche parte, che si chiamerà Jacopo e poi si allontana, va sulle scale, fuori.

Per piangere in pace e ricomporsi, così pieno di emozioni e della stanchezza che ora lo assale insieme al sollievo per l'epilogo di quest’avventura.
Io posso solo immaginare le emozioni che possa aver provato nel posare il primo sguardo su suo figlio.

Poi, un cellulare fa cilecca, l'altro scatta ancora qualche immagine del bimbo, il momento si disperde e così i suoi partecipanti, Jacopo viene portato via, le nonne si mettono a telefonare annunciandone la nascita, io e mia sorella ci risediamo in silenzio per rivedere le nostre emozioni e asciugarci gli occhi lucidi.

Se questo non è un buon auspicio che tutto andrà bene anche per mamma, non so come altro interpretarlo.




sabato 4 luglio 2009

CORRETTEZZA POLITICA VS DARWINISMO

Dopo aver letto il nuovo post sul blog di Melinda "Resoconto di una vita in Cassa Integrazione" ho scritto un commento lunghetto che è andato perso per problemi di identificazione, mannaggia, al momento di postarlo su Blogger.

Quindi dovendolo riscrivere mi sono detta: beh oramai postiamola sul mio di Blog.
In un attacco di Pierinismo (come lo definisce) Melinda lamentava l'insegnamento negativo della pubblicità di qualche yogurt che mostra una fila di gente che tiene la porta del frigo spalancata per scegliere il proprio gusto, cosa che è politicamente scorretta. E questo mi ha fatto pensare alla libertà di espressione e le sue conseguenze.

Avendo vissuto in USA durante la crescita e lo della "political correctness" che ha visto il termine "crippled" diventare "handicapped", poi "disabled" e poi visto che ancora era considerato offensivo "differently abled" e infine "physically challenged" - sono forse più sensibile a questo fenomeno e ai suoi effetti.
E' stato un deja-vue vedere lo stesso accadere in seguito in Italia e sentire mio nipote adolescente usare normalmente termini come "non vedente", "portatore di handicap", e "non udente", termini a me poco familiari e sorprendentemente circonlocutori.
Il fatto è che per me questi sono eufemismi inutili perché è la condizione fisica di queste persone che è offensiva e non il termine che si usa per distinguerli dagli altri. Offensiva perché tragica e ingiusta.
Come li definiamo cambia poco la loro realtà. Cosa facciamo per aiutarli è un'altra discorso:
  • abbiamo abbattuto tutte le barriere architettoniche? N0.
  • Insegniamo il linguaggio dei segni a scuola? No.
  • Il Braille è stampato su tutti i bottoni dei campanelli o gli ascensori? No.
  • Li definiamo con parole nuove...
Senza parlare poi che il termine cerebroleso che dovrebbe essere meno offensivo di scemo o idiota (che una volta erano termini scientifici) viene comunque usato allo stesso modo. Mai sentito: - " ma che sei cerebroleso?" urlato da una macchina ad un incrocio?

Il fenomeno interessante che ho notato cercando di trovare sul WEB i termini precisi per definire senza offendere questi "diversi" è che ci sono pagine e pagine di definizioni legali e sociali su cosa comporta un handicap e le sue sotto classificazioni, libri per insegnanti con istruzioni specifiche su cosa dire e non dire ma da nessuna parte ho trovato una semplice lista (come questa per esempio) che mi dica come li devo chiamare in futuro per essere ok.

Se uno legge la lista sopra però si accorge che tutte le definizioni possono essere offensive e dove ci si ferma allora? Ci si può nascondere dietro un dito e giraci attorno all'infinito ma un cieco, uno storpio e uno scemo non sono termini tanto peggiori di questi nuovi.

Il che mi porta al secondo punto di questa ricerca. Al fatto che la "political correctness" è una forma di imposizione pari alla dittatura. E' l'uso sistematico di eufemismi scomodi per girare intorno alle realtà. E' una costrizione e la creazione di un tabù.

Ci pensate a che mondo triste e gelido sarebbe se non si rompesse in qualche modo la "ernestness" con dell'umorismo scorretto e sacrilego (l'umorismo migliore, vedi questo splendido video postato sul FB di Melinda ) e con delle pubblicità divertenti e un pò diseducative?

Si potrebbe fare una legge che richiede che le pubblicità che promuovono sprechi siano seguite da "disclaimers" che ricordino qual'è l'atteggiamento culturale giusto.
Ma questo mi rammenta quanto mi irritasse il ruolo del governo Americano quando negli anni 70 passò una legge che richiedeva che tutte le merci importate fossero messe in buste di cellophane bucherellate portanti la dicitura "this is not a toy" dopo che qualche madre "cerebrolesa" (nel vero senso offensivo) le aveva date al figlioletto che era morto soffocato. Stesso è successo con l'abolizione delle altalene a altri giochi pericolosi nei giardini pubblici, e la lista si allunga fino ad arrivare al ban del fumo...

Il governo che protegge il cittadino da se stesso, dalla sua stupidità, va contro al mio Darwinismo che vuole una selezione naturale per il miglioramento della specie, altrimenti ci troviamo -come adesso- in un mondo di deficienti. *

Se poi le tette e i culi che tappezzano edicole, programmi TV e cartelloni pubblicitari -- se i carnali richiami disegnati per una banda di Sexually focused chronologically gifted individual - ovvero Dirty old Men (mmmm... deliziosamente Berlusca) --offendono quelli che come me hanno una sensibilità diversa da quelle di altri (e definiamoci pure Sexually Functional al contrario dei Sexually Dysfunctional alias Pervertiti della lista precedente) dobbiamo accettarlo come l'altro lato della medaglia della libertà di parola ed espressione.
Questo atteggiamento libertario è applicabile alle richieste di bando dei siti/blog o club di Facebook che promuovono il picchiare i cani, il razzismo, la promozione Neo Nazi e altre perversità simili che non possiamo abolire e poi chiamarci Democratici.
E' una lama a doppio taglio la Democrazia e permette a tante brutture di venire alla luce ma mi permette di dire quello che penso.


La Costituzione italiana fu approvata il 22 dicembre 1947
ed entrò in vigore il 1° gennaio 1948.

Darwin, Taccuino

*( lo dico senza offesa perché sono libera di dirlo e se questo non vi piace, siete liberi di farmelo sapere! )