lunedì 4 gennaio 2010

Gli altri








Il commento di Melinda a proposito del Capodanno mi spinge a postare alcune foto scattate in Galleria (Napoli). Preventivamente vorrei dire comunque che si, effettivamente nel momento preciso della mezzanotte dell'ultimo dell'anno siamo portati a pensare sopratutto a noi stessi, non fosse altro che per ricordare molto velocemente le cose più importanti, positive o negative, successe e andate, e per esprimere una speranza, un pensiero che può essere solo teorico, un'idea di quello che vorremmo, di quello che ci aspettiamo.
La mattina dopo però mi è capitato di trovarmi davanti all' albero di natale che allestiscono in Galleria, messo lì apposta per fare lasciare messaggi a chiunque lo voglia.
Ecco, mi sono fermata e me li sono letti i messaggi. Innanzitutto erano tantissimi. Mille biglietti, pagine di quaderno, pezzetti di carta di fortuna. Alcuni più lunghi, altri brevi e concisi. Alcuni anonimi, altri firmati nome e cognome. Alcuni scarni e formali, altri con dietro storie appassionanti.
Gli altri. Questo ho pensato, ho pensato agli altri. La gente che ci circonda, che incontriamo per strada, che ci sfiora nei negozi, di cui magari incrociamo gli sguardi per un attimo. E ai loro sogni, i loro desideri, le loro aspettative. E allora, certo, ognuno pensa a se stesso, ma poi facciamo parte di un tutto. Questa cosa mi piace. Sapere che io ho letto i messaggi e che altri li hanno scritti, insomma questa condivisione di vite, mi piace.
Chiedo scusa per l' "abbasso Firenze" che compare in una delle foto, sono persone che aspettano un contratto di lavoro, magari sono un po' nervose.

10 commenti:

ignominia ha detto...

ci ho messo un pò per assorbire il contenuto del tuo post e dei messaggi appesi... il concetto mi ricorda i desideri che i Giapponesi appendono ai rami, sono più intimistici perchè non leggibili dagli altri. Questa esposizione dei propri desideri porta al passante la constatazione che molti sono desideri un pò superficiali, o molto specifici. In una chiesa di Bologna una volta trovai un libro di desideri, e forse dato il posto in cui si trovava, le richieste erando di altro calibro. Comunque quella di far venire la diarrea ai possibili datori di lavoro mi ha divertito parecchio... e quella di firmare il messaggio e grande, come per assicurarsi che chiunque abbia il potere lassù, non sbagli indirizzo!

titina ha detto...

Certo visto che il destinatario è babbo natale mi fa pensare che questa "esibizione" di richieste diventi un po' un gioco, ben diverso dalle richieste sicuramente più serie della chiesa di Bologna o da quelle dei giapponesi. Un gioco, una rappresentazione scherzosa di desideri semplici (M firenze W la campania sembra quasi l'abbia scritto Gian Burrasca).

ignominia ha detto...

ahhhhh non avevo afferrato che era a Babbo Natale che facevano le richieste... pensavo fosse una cosa ... più universale! Avevo visto Tutti Pregare per Mio matrimonio ... Duh!

titina ha detto...

Ecco, brava, Tutti pregare per mio matrimonio non a caso viene da uno straniero ( firmato Raja Muddso) forse più serio di tutti nel considerare la cosa più, come tu dici, universale. Infatti lui non si rivolge a babbo natale.
Bell'insegnamento, eh?

ignominia ha detto...

...di certo Raja sa quali sono le sue priorità! :-)

Melinda ha detto...

La domanda è:: ma voi avreste scritto sull'albero delle richieste? Sì, no, bigliettino chiuso alla giapponese, biglietto aperto all'italiana? E avreste usato l'occasione per il gioco o per inoltrare ad una figura inesistente una richiesta seria - che poi è lo stesso?
Io per me non avrei scritto nulla: scrivo ma il pudore mi obbliga alla riservatezza quando si tratta di desideri, anche quelli più ludici. Preferisco per le richieste il metodo giapponese del bigliettino richiuso su se stesso e annodato al ramo dell'albero: l'idea che il vento trasporti le mie richieste a destinazione - ? - mi immerge nella poesia del gesto in sé e nel suo fine

giardigno65 ha detto...

abbasso firenze : che educazione però...

ignominia ha detto...

Sono daccordo con Melinda che il gesto del bigliettino arrotolato su se stesso è più poetico e ritualistico. Io forse sull'albero non avrei postato niente, sono sempre più spettatirce che partecipante ma vorrei trovare un ramo da appendere in casa su cui attaccare desideri in stile Giapponese, giusto per fare un po' d'esercizio. Chi mi conosce sa che ho difficoltà a desiderare, a volere e chiedere. Sarebbe una pratica, un rituale, che mi farebbe bene, e bello a vedersi anche. Il confrontarsi con i propri desideri dandogli voce è fare un passo avanti verso la loro realizzazione, un passo necessario che a me manca completamente.

ignominia ha detto...

@Giardigno. Sorridi, sono sicuramente ragazzini che ancora scrivono W e M e il simbolo è meglio che altre epiteti più volgari. Eppoi noi Fiorentini siamo i maestri della denigrazione delle altre città - pensa i detti "Meglio un morto in casa che un Pisano alla porta" e i vari altri (che ora non ricordo) da applicare alle altre città della nostra TOscana!

titina ha detto...

@Ignominia: D'accordo con te su parecchie cose, sarà il carattere bilancesco?
In generale, a me non verrebbe mai in mente di esibire così desideri e sogni personali. Forse solo a cena con pochissimi scelti amici mi lascerei andare a confidenze di questo tipo. Per questo ho interpretato questa mostra di bigliettini più come un gioco.
Comunque mi fa piacere che queste foto abbiano suscitato uno scambio di idee.
@Giardigno: avevo chiesto scusa per abbasso firenze. Comunque vorrei dirti che noi napoletani siamo ultra abituati a avere insulti peggiori, quindi mi unisco a Ignominia e ti invito a sorriderne!