venerdì 10 luglio 2009

UN PICCOLO DONO DI BUON AUSPICIO

konnichiwaaaa!

Stamattina, mentre mamma era in sala operatoria, c'erano nella corsia maternità parallela a quella Chirurgia, ben tre mamme pronte a depositare l'ovo.
Beh è normale visto che è luna piena.

Non credete che la luna abbia effetto in queste cose?
Parlatene con dei medici e poi vediamo cosa vi dicono. Luna piena fa venire le doglie, non solo ma i Pronti Soccorsi degli ospedali sono pieni quando è luna piena...

Insomma, a un certo punto vediamo una lettiga (lettino, gourney insomma quel piano imbottito con le rotelle) con una delle mamme che non ce la faceva più a spingere che andava a farsi il cesareo che avrebbero dovuto farle molte ore prima. La suddetta mamma aveva un'espressione di panico sotto cuffietta e teli da chirurgia e la sua solitudine e paura erano tangibili.
Rimane lì mesto e un po' perso il povero padre che racconta come la povera moglie sia in travaglio da 24 ore, che il pupo si è incastrato dopo di ché la suocera ci racconta di come, quando l’ha partorita, sia nata di 4 kili e 3 al 10° mese, dopo che all’ospedale l’avessero rimandata a casa per ben "4 nuove fasi lunari" prima di l'indurre il parto. Ma i medici a queste storie danno poco peso per cui la poverina aspetta 24 ore prima di un cesareo...

Non molto dopo abbiamo sentito vagire, ma non siamo sicuri che sia il ritardatario vista la vicinanza dell'intera ala Maternità ma la notizia e poco dopo confermata da una infermiera che esce dal Blocco Operatorio ( termine che associo automaticamente a quello renale o intestinale) che ha avvisa il padre che il pupo ha un p0’ testa a pera....

Poco dopo ecco che passa da sinistra a destra l'incubatrice, e infine da destra a sinistra entra in scena il pupo.

Che urla.

Comprendo immediatamente perché papà mio ancora rammenta che ero bellissima appena nata. Anch'io che non sono pratica di queste cose riconosco subito la differenza fra un neonato che assomiglia a Yoda e un bel bambino. Questo è un bimbo roseo, grosso e bellissimo.

Che ha pochi minuti di vita.
Che ha tracce di sangue sui piedi ancora blu
Che ha una (mono) palla rossa e gigante.

Nessuno nota minimamente la testa a pera, forse l'ostetrica l'ha malleata un pò prima di spedirlo nel mondo...

Il padre, noi e gli altri presenti in sala d'attesa ci avviciniamo attorno all'incubatrice ed… è un momento di comunione per tutti.
Il padre ha gli occhi lucidi, non ha parole. Le nonne tirano fuori il cellulare per fotografare. Noi esclamiamo congratulazioni e apprezzamenti sul bimbo che stranamente si cheta, forse per ascoltare le lusinghe.

Il padre dice all'infermiera, che deve riportane il nome da qualche parte, che si chiamerà Jacopo e poi si allontana, va sulle scale, fuori.

Per piangere in pace e ricomporsi, così pieno di emozioni e della stanchezza che ora lo assale insieme al sollievo per l'epilogo di quest’avventura.
Io posso solo immaginare le emozioni che possa aver provato nel posare il primo sguardo su suo figlio.

Poi, un cellulare fa cilecca, l'altro scatta ancora qualche immagine del bimbo, il momento si disperde e così i suoi partecipanti, Jacopo viene portato via, le nonne si mettono a telefonare annunciandone la nascita, io e mia sorella ci risediamo in silenzio per rivedere le nostre emozioni e asciugarci gli occhi lucidi.

Se questo non è un buon auspicio che tutto andrà bene anche per mamma, non so come altro interpretarlo.




2 commenti:

Melinda ha detto...

I casi della vita: tutti e due abbiamo postato su bimbi minuscoli... Mi commuove molto l'immagine del padre che libera la tensione allontanandosi dal groviglio di nonne che fotografano e curiosi che esclamano, piuttosto che quella del bimbo che ha perso la battaglia per non essere rimosso dalla tana nella quale stava così bene. E dalla quale, mi pare evidente, non ne voleva sapere di uscire.
La fuoriuscita della vita mi lascia spesso indifferente con tutto il trambusto che porta con se. Mi rendo conto della sua bellezza solo dopo, quando le acque si sono placate e il piccolo essere prende un posto nella normalità di tutti i giorni.
E la madre? La povera madre, che fine ha fatto? Tutte le sue sofferenze lasciate da parte dopo l'espulsione? Mondo crudele! Eppure è lei l'eroina di tutto ciò. O no?

ignominia ha detto...

no, non è per niente un caso. HO letto il tuo blog su Carlo (delizioso tra l'altro) e la sua mamma che canta non sapendo le parole e mi ha fatto venire in mente la storia di Jacopo.
Era tardi ieri sera per cui non ho menzionato il link mentale -- scusami. Anch'io rimango spesso indifferente alle nascite e ai bimbi piccoli ma a volte assisti ad un miracolo, ad un piccolo momento speciale a cui tu sei fortunata di partecipare e qualcosa di nuovo ti tocca che non ti aveva toccato prima. Sarà che quel giorno l'avevamo mentalmente riservato alle angosce e ai dolori - quelli di mamma principalmente, che questo richiamo alla vita ed al dono che è, il suono dei vagiti degli infanti così imperiosi per come esigono di essere ascoltati. Non era possibile non sentire il loro effetto alleggerente nei nostri cuori appesantiti. ricordavano anche della gioia. E hai ragione, non si sa niente della mamma di Jacopo, che stava bene, sollevata e alleviata dal peso... ma non era lei la principale protagonista, lei era "solo" la scrittrice del copione. ;-)