sabato 4 luglio 2009

CORRETTEZZA POLITICA VS DARWINISMO

Dopo aver letto il nuovo post sul blog di Melinda "Resoconto di una vita in Cassa Integrazione" ho scritto un commento lunghetto che è andato perso per problemi di identificazione, mannaggia, al momento di postarlo su Blogger.

Quindi dovendolo riscrivere mi sono detta: beh oramai postiamola sul mio di Blog.
In un attacco di Pierinismo (come lo definisce) Melinda lamentava l'insegnamento negativo della pubblicità di qualche yogurt che mostra una fila di gente che tiene la porta del frigo spalancata per scegliere il proprio gusto, cosa che è politicamente scorretta. E questo mi ha fatto pensare alla libertà di espressione e le sue conseguenze.

Avendo vissuto in USA durante la crescita e lo della "political correctness" che ha visto il termine "crippled" diventare "handicapped", poi "disabled" e poi visto che ancora era considerato offensivo "differently abled" e infine "physically challenged" - sono forse più sensibile a questo fenomeno e ai suoi effetti.
E' stato un deja-vue vedere lo stesso accadere in seguito in Italia e sentire mio nipote adolescente usare normalmente termini come "non vedente", "portatore di handicap", e "non udente", termini a me poco familiari e sorprendentemente circonlocutori.
Il fatto è che per me questi sono eufemismi inutili perché è la condizione fisica di queste persone che è offensiva e non il termine che si usa per distinguerli dagli altri. Offensiva perché tragica e ingiusta.
Come li definiamo cambia poco la loro realtà. Cosa facciamo per aiutarli è un'altra discorso:
  • abbiamo abbattuto tutte le barriere architettoniche? N0.
  • Insegniamo il linguaggio dei segni a scuola? No.
  • Il Braille è stampato su tutti i bottoni dei campanelli o gli ascensori? No.
  • Li definiamo con parole nuove...
Senza parlare poi che il termine cerebroleso che dovrebbe essere meno offensivo di scemo o idiota (che una volta erano termini scientifici) viene comunque usato allo stesso modo. Mai sentito: - " ma che sei cerebroleso?" urlato da una macchina ad un incrocio?

Il fenomeno interessante che ho notato cercando di trovare sul WEB i termini precisi per definire senza offendere questi "diversi" è che ci sono pagine e pagine di definizioni legali e sociali su cosa comporta un handicap e le sue sotto classificazioni, libri per insegnanti con istruzioni specifiche su cosa dire e non dire ma da nessuna parte ho trovato una semplice lista (come questa per esempio) che mi dica come li devo chiamare in futuro per essere ok.

Se uno legge la lista sopra però si accorge che tutte le definizioni possono essere offensive e dove ci si ferma allora? Ci si può nascondere dietro un dito e giraci attorno all'infinito ma un cieco, uno storpio e uno scemo non sono termini tanto peggiori di questi nuovi.

Il che mi porta al secondo punto di questa ricerca. Al fatto che la "political correctness" è una forma di imposizione pari alla dittatura. E' l'uso sistematico di eufemismi scomodi per girare intorno alle realtà. E' una costrizione e la creazione di un tabù.

Ci pensate a che mondo triste e gelido sarebbe se non si rompesse in qualche modo la "ernestness" con dell'umorismo scorretto e sacrilego (l'umorismo migliore, vedi questo splendido video postato sul FB di Melinda ) e con delle pubblicità divertenti e un pò diseducative?

Si potrebbe fare una legge che richiede che le pubblicità che promuovono sprechi siano seguite da "disclaimers" che ricordino qual'è l'atteggiamento culturale giusto.
Ma questo mi rammenta quanto mi irritasse il ruolo del governo Americano quando negli anni 70 passò una legge che richiedeva che tutte le merci importate fossero messe in buste di cellophane bucherellate portanti la dicitura "this is not a toy" dopo che qualche madre "cerebrolesa" (nel vero senso offensivo) le aveva date al figlioletto che era morto soffocato. Stesso è successo con l'abolizione delle altalene a altri giochi pericolosi nei giardini pubblici, e la lista si allunga fino ad arrivare al ban del fumo...

Il governo che protegge il cittadino da se stesso, dalla sua stupidità, va contro al mio Darwinismo che vuole una selezione naturale per il miglioramento della specie, altrimenti ci troviamo -come adesso- in un mondo di deficienti. *

Se poi le tette e i culi che tappezzano edicole, programmi TV e cartelloni pubblicitari -- se i carnali richiami disegnati per una banda di Sexually focused chronologically gifted individual - ovvero Dirty old Men (mmmm... deliziosamente Berlusca) --offendono quelli che come me hanno una sensibilità diversa da quelle di altri (e definiamoci pure Sexually Functional al contrario dei Sexually Dysfunctional alias Pervertiti della lista precedente) dobbiamo accettarlo come l'altro lato della medaglia della libertà di parola ed espressione.
Questo atteggiamento libertario è applicabile alle richieste di bando dei siti/blog o club di Facebook che promuovono il picchiare i cani, il razzismo, la promozione Neo Nazi e altre perversità simili che non possiamo abolire e poi chiamarci Democratici.
E' una lama a doppio taglio la Democrazia e permette a tante brutture di venire alla luce ma mi permette di dire quello che penso.


La Costituzione italiana fu approvata il 22 dicembre 1947
ed entrò in vigore il 1° gennaio 1948.

Darwin, Taccuino

*( lo dico senza offesa perché sono libera di dirlo e se questo non vi piace, siete liberi di farmelo sapere! )

3 commenti:

Melinda ha detto...

Bellissimo post, complimenti. Bella digressione e ricerca, ma soprattutto grazie per le citazioni.
E' vero, non si può pensare di legiferare e regolamentare tutto, ce ne scampi Iddio da una tale follia. Ma se posso essere d'accordo sul fatto che i nomi nuovi non cambino la sostanza intrinseca del loro significato, forse, riesco a capire il perché di tali scelte - o solo lo immagino: non sarà solo il contesto oppure il tono, o anche tutti e due insieme, che fanno diventare offensive le parole che definiscono le "diverse abilità" di alcuni esseri umani? Ma i toni di voce, i modi di fare, non si possono prevedere e modificare: basta un fiato e sei fuori norma. Ecco che ci ritroviamo davanti all'assurdo e al fastidio di cui tu parli. Del resto ci sono pure tante parole che hanno nell'immaginario popolare un accezione offensiva e non è bello sentirsele sparare addosso come fucilate. Vogliamo prendere ad esempio la parola frocio?
Forse basterebbe solo riuscire a mostrare rispetto che allora non si sarebbe bisogno di tante polemiche e di corsi di accoglienza. Ricordo che ne fu fatto uno nell'azienda in di cui facevo parte, per l'accoglienza delle persone diversamente abili: lo stesso era accompagnato da raccomandazioni specifiche di linguaggio per ogni handicap a cui ci si trovava davanti. Ridicolo? Non lo so. Certo ti evitava grane. Quindi seguivo le indicazioni con attenzione.
Perché se da un lato c'è chi si sente mortificato per l'uso di un linguaggio costruito e falsato, dall'altra c'è la sensibilità delle persone - lo dici anche tu - che è qualcosa di assolutamente soggettivo.

Per quanto riguarda le buste di plastica, o il forni a microonde che riportano la scritta "non inserire animali vivi", questo, lo sai bene, è dovuto ad una legislazione garantista, che non riesce a punire la cretina che ha cercato di asciugarvi il gatto e l'ha fatto esplodere, ma punisce l'azienda che non ha specificato che i gatti si asciugano dopo il bagno, solo nei forni ventilati. Ma anche questa soluzione per me è da manicomio criminale!
Follie, ma purtroppo reali.

ignominia ha detto...

grazie dei complimenti. Quello che volevo sottolineare con la mia ricerchina era che se si vuole migliorare la vita dei "diversi" non è chiamandoli in un modo o nell'altro che è un'aspetto che, ti diranno loro, è irrilevante. PErchè si può offendere con cerebroleso che pure è "ammesso" dai politically correct. Fatto sta che gli idioti ci saranne sempre, quelli insensibili che non capiscono oltre al poco che conoscono, e che non capiscono che i diversi hanno tante cose da insegnare a tutti. E da questo non ci si difende cambiando terminologia bensi esponendoli alle differenze. L'integrazione è importnte e sarebbe importante esporre i ragazzi, a scuola, a vivere un giorno come loro. Tappi negli orecchi, benda sugli occhi e piedi o mani legate assieme. Questo costruirebbe comprensione. Oltre alle lingue parlate dovrebbero insegnare le basi delle lingue gesticolate, che sono molte. L'alfabeto dei muti Inglese è diverso a quello Svedese per esempio, sono modi di espressione come le lingue vere e proprie ed è affascinante una volta esposti a modi di comunicare diversi come si esca con una maggior comprensione che Dumb che significa sordo, non necessariamente vuol dire Dumb che significa anche stupido. Se guardi bene anche la definizione di Bianco, una volta vantaggiosa, di recente sta diventando un termine di spregio- White-Trash, Dead White Male o Dead European White Male oramai denotano un disprezzo ocosì come il termine che hai portato per esempio. Per cui l'unica è usare il vecchio detto di Forrest Gump, "Stupid is as stupid does" e andare avanti per la propria strada ricordandoci che "Stick and stones may break my bones but words will never hurt me". (ti aspetto domani..)

Anonimo ha detto...

Io faccio i complimenti a tutti e due, avete approfondito un aspetto della nostra vita societaria da vari punti di vista e secondo le reciproche esperienze. Ci sono alcune parole che sono entrate giustamente nel linguaggio comune, facendone uscire altre che oggi, almeno a me, fanno fare un salto sulla sedia. Tipo "down" e "mongoloide". Quest'ultima in effetti in se non aveva niente di offensivo, ma a un certo punto lo è diventata. Ora molto di meno, ma quando sento sopratutto tra ragazzini "mongoloide" usato come insulto lo trovo isopportabile.
In generale sono d'accordo che ci sia molta ipocrisia nell'"invenzione" di definizioni nuove e politicamente corrette. E che è una questione di sensibilità e rispetto: alcuni ce l'hanno, ma la maggioranza?
Però a giudicare da quello che vediamo in televisione o tra i nostri politici (!) a volte viene lo sconforto e sembra che non ci sia politically correct che tenga-
Ultima considerazione personale in risposta alla frase citata da ignominia (words will never hurt me):le parole, a volte, sono pietre. Titina