sabato 20 dicembre 2008

Indovinato! Titina è la mia gatta nera, quella della foto del profilo, con cui spesso mi identifico (roba da psicanalisi...). Comunque, eccomi qua, spero di portare contributi degni, in parole e immagini. A presto.

mercoledì 17 dicembre 2008

scusate il ritardo


per dirla come massimo troisi, mio concittadino ma parecchio più famoso, scusate il ritardo. ci ho messo un po' a farmi viva non per cattiveria ma per distrazione e anche per una non enorme confidenza col "mezzo", non che non lo usi ma sono sempre un po' diffidente. ora scopro che posso addirittura aggiungere immagini, la cosa che mi intriga di più, chi sa se ci riesco.titina/sciù

foto scattata oggi a s.gregorio armeno, la strada dei pastori e dei presepi a napoli. è o non è natale?

lunedì 15 dicembre 2008

10 LEZIONI PER COME PERDERE LA SITA

diciamolo, avevo una premonizione che questo viaggio a Firenze non si sarebbe avverato, non chiedetemi perché. Era tutto il giorno che ci rimestavo attorno. Fatto il bagaglio stamattina, poca roba solo via una notte, ma così non dovevo tornare a casa a pranzo per farlo. Mi sembrava fosse troppo semplice per cui sono scesa in paese comunque a pranzo per comprare il pane e un panino, ma poi ho pensato che non fosse carino lasciare i piatti sporchi a S che tornava stasera e sono andata a lavarli, mettendo anche su una lavatrice....
Avevo visto che dovevo uscire da lavoro un po' prima per prendere la Sita delle 5:30 (17:30 io preferisco l'orario 12 invece che 24) ma poi visto che erano solo le 5:05 quando sono arrivata al parcheggio della stazione, ho pensato di portare la macchina a casa e metterla in garage per prendere l'ombrello pieghevole invece di portarmi quello normale che rischiavo di lasciare da qualche parte.
Stavo scendendo allegra giù per il sentiero quando ho visto una Sita che passava giù in strada. Ho pensato - supposto, sperato - che avrebbe girato per andare su al paese ma da dov'ero non si vedeva lo svincolo. Vado a comprare il biglietto e chiedo conferma dell'orario e mi viene detto che quella era la Sita mia. Mannaggia!!!
Mi dicono che l'ultima è alle 6:40 - poco male, avviso Pippi che arrivo più tardi. Aspetto al bar leggendo varie sconcezze nazionali espresse dal LA NAZIONE -giornale illeggibile da persone di minima cultura - e l'inserto di Repubblica D-onna. Il quotidiano venduto insieme a questo fascio di frivolezze femminili è nowhere to be seen, dev'essere stato bandito dai destrorsi di paese, tipini come quel contadino che si lamentava - giustamente -ad alta voce delle ultime trovate dell'amministrazione di sinistra, che ha cambiato il traffico in modo scomodo per tutti a notevoli costi per tutti, abbattendo alberi secolari, e non risolvendo un tubo degli ingorghi che ci sono sulla strada principale.
Mi mangio un gelato e compro un panino con coppa per dopo, ora non mi va ma se andiamo subito al Cine vedrai che poi mi viene fame. E chi pianifica troppo? ... peste lo colga!

E peste mi coglie: la corriera delle 6:40 non andava Firenze e a parte il disappunto per al serata andata in fumo la stizza maggiore era per il tabaccaio che mi ha dato delle informazioni del cavolo. Il tipo però si è scusato dispiaciuto dell'errore, e così non sono neanche riuscita a fare una bella litigata! Uffa
Uffa
Uffa
Tornando su a casa pensavo che era come se lo sentissi da un po' che 'sto autobus non lo prendevo e ora con il senno di poi sembra tutto tanto scontato...

Cos'è che ci fa streghi? Da dove viene questo senso di anticipazione delle cose che devono ancora avvenire? Forse è perché la serata sembrava già terminata, prima leggendo nella poca luce dall'Osteria dove ho aspettato che arrivasse l'ora di andare alla fermata; poi al buio nella notte con le macchine che scorrevano nella pioggerella che rifrangeva la luce dei loro fari, stordendomi e facendomi entrare in una specie di stato immoto, un limbo di attesa dove il tempo non passa e la Sita non appare.
....e quando appare non va a Firenze....
Di norma a quest'ora sono a casa da tempo, con il prospetto godurioso di rintanarmi a letto con la borsa dell'acqua calda a vedermi un filmino.... D'inverno le giornate per me finiscono con la luce del sole e alle 5 (!) non è più tempo di fare nulla anche se di tempo rimasto ce n'è a bizzeffe.
(Nota: Devo fare più pratica ad estendere le mie giornate perché finiscano più tardi.)
Per questo mi sembrava quasi incredibile che ci fosse ancora così tanto che doveva succedere; il viaggio, l'incontro con Pippi, il film, il ritorno a casa di lei, e poi finalmente il letto, ma a chissà che ora...mi stancavo solo a pensarci... Ma non l'ho fatto apposta, giuro, ci andavo volentieri a Fi perché stasera è il mio Venerdì.

E' possibile che questa sensazione di premonizione sia un fenomeno simile a quello -già descritto in post precedenti- del DejaVu, quindi semplicemente un riassestamento neurale, (si dice neurale Editor?), un impressione di tempistica confusa che ci fa sembrare che sapevamo cosa sarebbe successo, un'illusione non una chiaroveggenza.
In ogni caso se l'acqua guardata non bolle, il viaggio troppo anticipato non succede: che mi sia di lezione per la prossima volta che davo partire.

E in merito a questo, voglio proprio cercare di "hang loose", di lasciare un po' le cose al caso per il viaggio in USA di Gennaio. Devo organizzare certe cose è vero, ma senza cercare di controllare tutto fino all'ultimo dettaglio.
Devo dire che sono molto più LA-DI-DA di una volta. Come si dice in Italiano?... Avete presente la Diane Keaton? Lei è LA-DI-DA; morbida, sciolta, rilassata, anche quando fa parti di donne compulsive. Non le riesce, essere frenetica, c'è qualcosa che ci comunica che è una donna di spessore, che si muove al risparmio, che si ferma a guardare i dettagli e a riflettere. Non si incanta ma pondera, entra nelle cose. Ecco vorrei provare ad essere così...anche perché un po' sento di esserlo già diventata. Sono rallentata internamente, è come se viaggiassi sempre in 4 invece che in seconda. A velocità di crociera consumo meno ma non sono mica tanto pronta a scatti di velocità! Mi dimentico persino le cose e non mi importa poi tanto. Non è senilità credo sia l'acqua, è una cosa recente come la menopausa e magari quest'ultima ne è la causa, chissà!

Ok ganzo se non altro ho cambiato una cosa negativa (perdita della serata con Pippi) in una positiva (ho postato) e allora voglio regalare a tutti una ricetta, cosa che ancora avevo messo sul blog.
Per prepararmi al viaggio in Sita una delle cose che avevo fatto nel mio stop a casa a pranzo, è stata quella di caricare l'Ipod e scaricare le immagini dalla macchina fotografica, dove ho trovato quelle della mia ultima pie di patate dolci che è venuta buonissima e bellissima.
Al solito, l'immagine non è come la vorrei, ma era notte e non ho una reflex quindi lo standard sarà questo e lo dobbiamo accettare tutti con rassegnazione e zitti.
Zitti! :-)

SWEET POTATO PIE

per la pasta :
350 g farina
1/2 cucchiaino sale
175 g di burro
6-7 cucchiai di acqua fredda
manipolare il minimo indispensabile
con la forchetta o due coltelli mescolare la farina e il sale al burro e poi unire l'acqua un cucchiaio alla volta fino a che la pasta non sta insieme. Stendere subito senza manipolare, la pasta deve essere non omogenea, sfogliarsi e sgretolarsi in certi punti. Coprire la teglia rialzando i bordi e tagliando la parte in eccesso. Refrigerare fino a che non è pronto il ripieno.


per il ripieno
600 g patate dolci bollite e schiacciate con la forchetta o il passino
115 g burro, a temperatura ambiente
200 g zucchero
120 ml latte
bicchierino di rum o vino passito/dolce
2 eggs
1 cucchiaino noce moscata
1 cucchiaino cannella in polvere
mezzo cucchiaino di chiodi di garofano in polvere
mezzo cucchiaino di cardamomo in polvere (opzionale)
5 ml estratto di vaniglia

Bollire le patate intere a pezzi con la buccia fino a che sono morbide, scolarle, spellarle e schiacciarle con una forchetta/passino o nel mixer.
Aggiungere il burro morbido e mescolare bene, aggiungere lo zucchero, il latte, le uova, le spezie, la vaniglia e il rum/liquore. Versare nella teglia coperta con la pasta e infornare a 175 gradi per 55/60 minuti o fino a che uno stuzzicadenti non esce pulito dal ripieno (è un test non una magia!).
Il dolce si gonfierà come un soufflè per poi tornare basso raffreddandosi.
Servire con panna montata per massima goduria!

venerdì 5 dicembre 2008

ciao sono il nuovo editor in chief del blog di ignominia
sarò all'altezza del compito assegnatomi???

lunedì 1 dicembre 2008

COME SI FA A MORIRE CALPESTATI ?

sono un attimo sconvolta dalla notizia sul NYtimes di un poveretto che è morto calpestato dalla folla che voleva entrare in un Wal-Mart per gli acquisti natalizi. Il Black Friday, ovvero il giorno dopo Thanks Giving che è anche il giorno dei maggiori acquisti delle vacanze natalizie -ha una qualifica che in questo caso calza a pennello.

La domanda vera, a rettifica del titolo, è un'altra: come si fa ad aspettare una notte al freddo nel mezzo di una folla che cresce, che si agita, che spinge, per poi sfondare una vetrata e camminare su una persona? Immagino (io evito le folle come la peste) che una volta che ci sei dentro ad una folla simile, non puoi fare altro che camminare, spingere e fare di tutto per non cadere e finire a tua volta calpestato. Ma facciamo un passo indietro, prima, ore prima che la folla ti chiuda dentro e ti costringa al volere della massa, una persona normale dovrebbe essere capace di valutare che la situazione si sta facendo a dir poco assurda, no? dovrebbe avere quella sensazione - a me familiare - che ci sia qualcosa di anomalo e di surreale, che la situazione stia sfuggendo alla logica delle cose giuste. Cerco di capire quando, nella tempistica di un evento simile, uno valichi il momento di non ritorno, dove la possibilità di uscita finisce e dove il giudizio che può risparmiarci di vivere in prima persona tale orribile circostanza venga meno, e a che punto, avendo perso l'occasione di defilarsi, uno si trovi inevitabilmente schiavo del volere irrazionale della folla che bovinamente si muove e tutto calpesta.

Incluso un povero 34enne dal nome esotico assunto per l'occasione. La perfetta vittima senza volto, nome e senza lavoro fisso. LA vittima usa e getta per dirla com'è.

Lo sconforto per questo triste accaduto si aggiunge alla notizia che da certi studi fatti pare che quest'anno la gente abbia acquistato di più che negli anni passati. Non riesco a decidere se questo sia segno di ottimismo e di volontà a ripristinare il paese economicamente, oppure di incoscienza scellerata. Questa notizia si aggiunge a quella che scopre che le madri sono disposte a sacrificare i propri acquisti personali per i regali dei piccoli - hanno scoperto l'acqua calda a mio avviso - ma a me viene in mente quella canzone antica che diceva "per la tua piccolina non compri mai balocchi, mamma tu compri soltanto profumi per te! -
beh erano altre generazioni ovviamente. Quindi niente Botox e chirurgia plastica, iscrizione annuale a palestra e weekend alle terme per comprare ai piccini le ultime Winx o la Playstation3.
La domanda è: quante generazioni ci vorranno per disintossicarci dal consumismo?

Non ho parole per il fatto che oggi il 1 Dicembre ha grandinato in tante perfette perline e ad esse è subito seguito un arcobaleno a mezza vallata, manco fossimo alle Hawaii! Ma la grandine non è un fenomeno da mesi caldi? La pioggia dovrebbe limitarsi a diventare neve a Dicembre, no?

Era tanto che non postavo ma fra il nuovo lavoro al Golf, le olive da raccogliere e spremere (una per una con i piedini... ); i lavori di restauro di una casa che sto seguendo per dei clienti Olandesi - lavori che si sono fermati grazie alle schermaglie private fra architetto e sindaco; e il mio bisogno personale di trovare un ritmo fra la vita precedente, che mi vedeva padrona del mio tempo in toto, e la mia vita presente che mi vide gestire 2 lavori, la casa e gli extra, ecco che ho dovuto scalare le marce un tantino.

Confesso poi di aver anche perso notevole tempo nell'apertura e nel testing della mia sottoscrizione aFaceBook. Ne sentivo parlare da tempo ma come MySpace, non mi attraeva più di tanto. E' stata Ilaria ha tirarmici dentro e a farmi registrare per vedere cosa stava combinando lei, e poi la tentazione di contattare questo e quello è stata come quella della ciliege. In una settimana fra USA e Italia ho accumulato 23 amici, e non mi ci sono nemmeno messa di buzzo buono a trovarli, ma non ci penso nemmeno a entrare in competizione con mio nipote-acquisito Hameed che ne ha 500+, lui è un genio alla CAL POLI e nonostante il tempo che ovviamente passa su FB è riuscito a finire un'anno prima nonostante fosse partito un anno prima! Non proprio nella mia lega!

MA ho da osservare che FB, seppure sia divertente, è leggero e insipido come un wafer alla vaniglia. Non mi piace che per vedere la conversazione con la gente devi andare a scriverla sul loro "muro" (riferimento ai tagging o ai graffiti immagino puramente intenzionale, della serie "ma come siamo hip noi!"); mi scomoda che sui muri si vedano solo i tipi di azione fatti, il che ti obbliga a farti amico degli amici degli amici per poter vedere tutte le porcherie che gli altri scrivono sui muri degli altri.
Il che è totalmente voyeuristico, guardone e peepingtomish!
Tantalizing è il termine che userei se scrivessi il blog in Inglese, termine che denota la qualità tentatrice e stuzzichina di questo. Il sito lo si potrebbe anche definire attizzacazzi come si dice volgarmente da noi, perché ti fa invogliare ma non te la dà lì per lì.. la soddisfazione dicevo, prima devi fare qualcosa per lui... cioè farti amico di tizio e di caio, dei quali non fosse per la tua dannata curiosità non te ne fregherebbe un tubo.

L'altra cosa per me che sono una grafomane, è che non è certo il posto per scrivere. Per abbandonarsi a ricordi e rimembranze, osservazioni e riflessioni rimane solo il blog. Su FB sono sveltine con tutti, una reiterazione del mondo promiscuo in cui ci troviamo, con rapporti veloci e casuali, di quantità se non qualità. Rapporti variegati pieni di regali e poster, immagini scaricate e caricate, associazioni a club e a cause, promozioni, sollecitazioni e stimolazioni rivolte a coloro che ancora non conoscono lo sgargiante mondo di FaceBook.
Per me però questo caleidoscopio che riflette la società che ci circonda e le sue infinite variazioni di immagini e colori, altro non è che uno specchietto con dei pezzetti di vetro all'interno di un tubo di cartone.

PS. Ma che ci scrivete su questo Blog o no? Feedback ragazzi, Feedback, altrimenti che le scrivo a fare 'ste cose?