giovedì 18 febbraio 2010

di cuore e di solitudini


Ieri avrei voluto scriverere qualcosa sul viaggio perchè ho trovato, per caso, una frase che mi è piaciuta.
Però poi ho visto un film ieri sera e ora vorrei tentare di dire qualcosa su questo film perchè mi ha colpito al cuore, mi ha lasciato senza parole ma con tanti pensieri.
Il film è A single man di Tom Ford, tratto da un romanzo di Isherwood.
In breve, è la storia di un professore di un' università di Los Angeles (siamo agli inizi degli anni '60) che perde il suo compagno, morto in un incidente stradale.
La notizia gli viene comunicata per telefono, da lontano, e gli viene anche detto, con asettica gentilezza, che non potrà intervenire al funerale, riservato ai familiari.
Il film è il "dopo" la telefonata. Il tentativo di accettare, assorbire, metabolizzare l'evento drammatico, riprendendo, nei limiti del possibile, la vita "normale".
Poi la constatazione che questo è impossibile.
Poi l'epilogo della storia che ovviamente non dico.
Allora. Finito il film e accese le luci le prime parole che mi sono venute in mente sono state: questo film rappresenta il dolore assoluto, un dolore intimo, profondo, incolmabile.
E poi, questo film è un gioiello, è stilisticamente perfetto, nelle immagini, nei gesti, negli sguardi.
Non ha sbrodolature, non ha esagerazioni, è essenziale, pulito.
Ma quello che Colin Firth, l'attore protagonista, riesce a comunicare con sguardi e gesti, solo con l'aiuto di alcuni flash back, è assolutamente sorprendente.
E' la rappresentazione di quello che può voler dire un'unione tra due persone, non solo essere vicine, ma essere sopratutto una nell'altra.
Ma anche, mi è sembrato, che questa unione è tanto più forte e vera quanto più protetta, più riservata, non ostentata.
Ecco, questa è l'altra cosa che noto, rispetto alle atmosfere del film, quanto sia fastidiosa l'ostentazione continua dei giorni nostri, l'ostentazione della ricchezza, del potere, della sessualità,
dell'immagine (ovviamente sopratutto televisiva) a fronte di una pochezza di pensieri e sentimenti.
La frase sul viaggio la conservo per il prossimo post.

4 commenti:

Officina della Comunicazione ha detto...

Ho visto il film
che invece mi ha lasciata fredda
ma mi ha estremamente colpito per il design perfetto.
Anche le comparse perfette
ma così tutto perfetto da sembrare finto.
Avevo letto il libro tanto tempo fa
e conservavo un ricordo triste grigio
del racconto
Invece Tom Ford l'ha tirato a lucido
in modo magistrale
e poi Colin Firth è meravilgioso
bello bravo intenso misurato.
Ma alla fine il film non mi ha emozionata,
è stato un bel vedere ma non un forte sentire.
Invece un film che mi ha davvero emozionata fin dentro
è stato "L'uomo che verrà" che in modo delicato realistico senza forzature, crudo ma tenero, e a modo suo poetico, parla di una storia purtroppo vera
di povertà terrena e spirituale
e di debolezza,
di semplicità e di umanità,
scarno e caldo insieme.
Andate a vederlo.

titina ha detto...

Anche se abbiamo dato un giudizio diverso mi fa piacere sentire la tua opinione.
Oltretutto siamo..colleghe di blog!
Il film di cui parli purtroppo non l'ho visto, ultimamente mi sono persa parecchie cose.
A quando un tuo post? Spero presto.

ignominia ha detto...

che bellina la foto che hai come icona Pippi! E' anche bello ritrovarti qui.
Non ho visto nessuno dei due film di cui scrivete in compenso ho visto l'ultimo dei Cohen "Un uomo serio" e ci sto ancora pensando su. Non è emozionante ma è di quei film che ti fa pensare; sulla fortuna, sul fato, sull'esistenza o meno di dio, o di un destino, o del caso. E domandare perchè - se ne parlava ieri con G di queste cose, non del film ma di come se uno potesse dio l'ammazzerebbe perchè è un bastardo... vabbè si fa per scrivere. Lui poi che una volta era così credente... si cambia...
in ogni caso, si io adoro Firth, e mi spiace che lavori poco, questo film me lo vedo appena posso.

giardigno65 ha detto...

non per nulla il regista è un ex (?) stilista ...