mercoledì 30 settembre 2009

?Crisi?


Ore 12,15, entro da Zara. Avete presente? Catena di negozi iberici che fino a pochi anni fa avevano il loro clone solo a Parigi poi sono sorti come funghi dovunque. E come spesso accade in questi casi, all'inizio solo pochi "eletti" con abitudini internazionali sapevano cos'era e esibivano con ipocrita noncuranza magliettine da sei euro dicendo "l'ho presa a Parigi, da Zarà" (si, Zarà, come fosse francese). Poi l'astuto imprenditore, visto il successo, si è diffuso come il morbillo il secondo giorno, su tutti i territori nazionali, europei e non, e l'hanno conosciuto tutti.

Sempre all'inizio c'erano almeno un paio di ragioni valide per comprare in questi megastore: la più importante era che aveva prezzi veramente contenuti, oserei dire ridicoli, a fronte di una qualità dignitosa (il famoso rapporto qualità/prezzo) e anche lo stile, il gusto, era sobrio, un misto di casual/classic/trendy che riusciva ad accontentare dall'adolescente irrequeieta e modaiola alla signora 45/50 in su.

Insomma, entro da Zara (a Napoli ce ne sono due), mercoledì mattina poco dopo mezzogiorno.

Una bolgia infernale.

Percentuale schiacciante di donne (ma al terzo piano c'è anche il reparto uomo), di tutte le età. Ci sono mie coetanee (siamo riconoscibilissime da: abbigliamento, aria frastornata, occhiali sul naso), ci sono gruppi di adolescenti fuoriuscite dalla scuola (o mai entrate) e perlopiù urlanti, ci sono 25/30 enni che si agirano con vari capi sulle braccia come se dovessero farsi, lì e subito,tutto il guardaroba autunno inverno primavera.

Anche qualche mamma con carrozzina e con nonna al seguito, anche alcune (poche) coppie, anche alcuni (pochi) ragazzi e giovani uomini.

Alle casse due file che si mischiano e si confondono. Agli spogliatoi persone che aspettano che si liberi una cabina, tutte piene. Due o tre volte mi trovo davanti, che mi blocca il passaggio, una ragazza inguainata in jeans bianchi attillatissimi, cinturone rosso, pull microbico, che mastica con impegno e perizia un cewingum (perizia perchè ogni tanto "esplode" palloncini di gomma da masticare) che va avanti e indietro per portare all'amica chiusa in cabina camicie, pantaloni, pullover, gonne e tutto quello che le capita a tiro.

La domanda sorge spontanea: perchè questa folla natalizia? Natale e tutti i suoi eccessi consumistici è lontano. Altre feste comandate? No. Hanno vinto tutti al superenalotto? Difficile.

Tanto per completezza aggiungo che davanti il negozio di Vuitton, dove la cosa più abbordabile è sui 300 euro, c'è la fila tutti i giorni, più o meno lunga, ma c'è. E sabato scorso senza volere sono stata "risucchiata" dalla fila che c'era davanti a Fay, nel senso che camminavo e a un certo punto non riuscivo ad avanzare (se non a costo di qualche gentile gomitata) perchè ero stata intrappolata nella fila di Fay che dilagava sul marciapiede (i prezzi della griffe Fay sono asssolutamente fuori della mia portata, neanche li so scrivere).

Ora non è che vorrei fare la bachettona o la moralista, mi chiedo solo con curiosità se sono di fronte a fenomeni socioantropologici. E mi chiedo a cosa pensa un tizio/tizia che passa magari due ore in fila davanti Vuitton aspettando di entrare.

5 commenti:

Melinda ha detto...

Per risponderti dal pessimista che sono ti dico che la gente ha perso il controllo e si gratifica con spese che NON può fare ma fa ugualmente. I dati pubblicati dall'INPS qualche giorno fa parlano chiaro. Oppure anche quelli non vanno letti per quelli che sono?
Per risponderti dall'ottimista che non sono ti dico: la gente vede tutto rosa perché gli hanno detto che va bene così e che non è così brutto come lo si vede.
Per risponderti da fantasioso ti dico che sei incappata in una comitiva di persone che hanno appena ereditato dalla nonna che hanno strangolato con le loro mani, fingendo poi un soffocamento da rigurgito alzheimeriano, e si danno alla pazza gioia per combattere il dolore che non hanno mai provato.
E' un modo difficile, diceva il poeta, e chi lo capisce è bravo

ignominia ha detto...

oppure, come l'aviaria e la Suina, queste crisi sono solo creazioni mediali, e le statistiche della crisi fa si che la gente smetta di comprare per far crollare i prezzi in borsa che fanno comodo a qualcuno... troppo 1984?
Oppure saltano i pasti per risparmiare i soldi da spendere in acquisti di moda: in ogni caso chi se ne frega, è gente disdicevole con valori di merda. Io da Zarà (mi fa pensare come in California una tipa chiamava Target Targè alla Francese per darsi scherzosamente un tono) --ci sono andata una volta per vedere di che si trattava e manche dipinta mi ci vedono più,il rapporto spazio/persone è troppo basso per me. Quindi Mel questo post conferma quello che dicevo io, che la crisi, quella vera, non c'è mica. titina, è domani che vieni a Poppi? Se sì si cena insieme a Mel Domenica!

titina ha detto...

il mio commento al commento di Meli si è perso, allora biscommento.
Do per buone tutte e tre le ipotesi compresa quella del decesso della nonna perchè le analisi di costume sono sempre necessariamente complesse e sfaccettate.
A parte gli scherzi, io credo che la crisi ci sia e che forse molti non ci vogliono tanto pensare facendo finta che va tutto bene.
Poi magari saltano il pasto o non pagano le bollette per comprarsi qualcosa.
Benissimo per domenica, mi fa molto piacere, quindi a presto.

giardigno65 ha detto...

Non mi dire ! Ci sono stato con le tre donne della mia famiglia. Un'esperienza incredibile !

Non ho capito il loro segreto ...

titina ha detto...

Intendi il segreto del loro successo? Intanto riescono a tenere ancora prezzi e qualità decenti, poi la novità, io mi sono resa conto che cambiano spessissimo la merce, prati
camente ogni due o tre giorni trovi cose diverse. Insomma pochi accorgimenti ma fondamentali per tenere desta l' attenzione dei clienti.