domenica 22 aprile 2012

VARIE, DANNATE E SUBITO

Kindergarden Horsey © 2012 Niki Ghini
andando in paese passo accanto all'asilo e noto che stanno rimettendo a posto il giardinetto. Avevano divelto i vecchi giochi di legno la settimana prima: un cavallino a dondolo e un'altalena sali e scendi -di quelle che se non sei in due non funziona- erano abbandonati nel parcheggio. 
Da lontano vedo che stanno stendendo il prato. Con giubilo interpreto che sia arrivato anche qui ciò che ho visto fare in USA, la tecnica di stendere un tappeto di terra pre-germinata ad erba che una volta steso deve solo attaccare le radici al terreno sottostante. Questo permette di avere subito un prato verde, fitto e senza i buchi creati dalla pioggia che affoga o sposta i semi altrove. 
Mi avvicino e mi accorgo che invece la "novità" ereditata dagli USA è l'Astroturf. Il prato di plastica con cui per decine di anni gli Americani hanno tappezzato gli stadi, i campi sportivi e i giardini privati ma che di recente era sparito perché squallido. 
Ora e' arrivato negli asili dei nostri bambini.
Non ho figli ma mi piange il cuore. E' vero che vivo in campagna, e che i bimbi locali l'erba, i prati e il verde naturale li hanno tutti attorno; ma se fanno una sostituzione tale qua in provincia profonda, posso dedurre che questa anti-estetica praticità sia già in voga da tempo nelle città. 
Per risparmiare il costo dei giardinieri, dell'acqua per annaffiarli, della miscela per i taglia erba? Ma se quello è il caso, perché non mettere uno strato di corteccia frantumata? è pulita, si auto decompone arricchendo il terreno, e non fa male se la tiri dietro agli altri bambini come farebbe la ghiaia, la quale comunque preferirei mille volte alla plastica. 

Astroturf © 2012 Niki Ghini
 A confermare le ragioni del mio disagio il giorno dopo su FB trovo un articolo che conferma che i bambini che giocano nello sporco (con la terra, a contatto con gli animali etc) sono più sani e privi di allergie che quelli tenuti spic & span; questo perché i primi hanno modo di sviluppare anticorpi migliori di quelli dei bimbi cresciuti sotto campane di vetro. 

Sarà per colpa dell'iperprotettività che c'è un alto numero di ipocondriaci  in Italia? La ragione per cui non si può aprire un finestrino sui mezzi pubblici troppo caldi e puzzolenti, che c'è sempre quella che dice di chiudere per via dello spiffero? O il motivo che se dal cielo cade una goccia microscopica di pioggia ecco che tutti aprono gli ombrelli di corsa? Tanti italiani hanno paura degli elementi atmosferici, che secondo loro causano le malattie. Vengono tirati su come bambolotti, e finiscono spesso per rimanere deboli, fisicamente e psicologicamente.  Come sono lontani i tempi in cui l'uomo viveva al vento e all'acqua, mezzo nudo e sempre affamato. Tempi nei quali abbiamo vissuto per più di 3000 anni, in cui abbiamo  progredito fino ad andare sulla luna. Tempi in cui ci siamo messi anche di buzzo buono per distruggere l'ambiente, sempre più alieno al nostro modo di vivere. 

Ammetto che sia masochista rimpiangere la scomodità e la fame, ma il distacco dalla nostra animalità è pure sbagliato, poco onesto. Rammollirsi così e farne un pregio mi fa tristezza.

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Il rosticcere ambulante vuole trasferirsi a Santo Domingo da dove viene la sua aiutante e compagna. L'erba del vicino.. penso, perché se lei è emigrata qui il suo paese, seppur facente parte dei Caraibi, tanto fantastico c'è il caso che non lo sia. 

Studio la cosa online e scopro che Santo Domingo è sulla stessa isola di Haiti - a logica avranno economie simili. Invece Wikipedia dice che SD è un paese in forte crescita economica, e mi pare che chi ha scritto il post abbia le stelline negli occhi quando elenca le multi nazionali che hanno già piazzato le loro zampone nel paese: Carrefour e Citibank quelle a me più familiari. C'e' persino l'IKEA! Gli ingranaggi della mia mente stridono nell'immaginare i Dominicani -la cui cultura immagino più vicina al Voodoo dei vicini Haitiani e al Reggae dei non lontani Giamaicani - con le case arredate in minimalista stile scandinavo (anche se l'Ikea di scandinavo ha ben poco oramai).  

Su Wiki considero le 5 righe dedicate all'economia del paese e le confronto con le 2 sezioni suddivise in svariati paragrafi che elencano autostrade e trasporti pubblici e la sproporzione fra i due mi fa pensare - ma chi l'ha scritta questa pagina? Magari  l'Ente per lo Sviluppo Economico Dominicano, che dipinge una visione di progresso ed efficienza atti a catturare l'attenzione di pratici investitori o di sognanti turisti per il cui viaggiare è solo cambiare clima e time zone ritrovando le amenità di casa. 
Sarà... pensandoci meglio però pare più l'opera di qualche orgoglioso Dominicano che anela disperatamente di vedere il suo paese allineato con il secondo mondo, se non ancora con il primo. 
E se il rosticcere decide davvero di emigrare lì, conta di vivere di rendita con i risparmi in Euro o di trasportare il suo furgone con il grill rotante e la friggitrice per patatine e polenta, e di rifarsi da capo quindi una clientela in quel paese?
Ma la cosa che più mi preme di sapere è: io il pollo arrosto al mercato del Martedì da chi lo compro? 

5 commenti:

Melinda ha detto...

L'ultima domanda mi sembra la più sensata, perché al di là di tutte le filosofie, il danno e lo scomodo che le persone portano alle NOSTRE vite seguendo le loro chimere, chi ce lo rifonde???

Faccio il burlone, naturalmente. Anche se a S.D. non ci andrei neppure in cartolina. Visitata tanti anni fa non ci vedo nulla di così terribilmente attraente. Sarà diverso per lui che del luogo si è scelto pure la domanda. Ma al di là dei dati di crescita economica mi pare di ricordare che proprio lì ci siano problemini niente male di libertà di stampa e espressione e di criminalità diffusa? O mi sbaglio?

Certo parlo bene io che vivo in Italia dove le organizzazioni criminali fatturano più dello stato...

Comunque lui faccia le sue scelte come è sacrosanto, io resto qui anche se mettono l'erba finta e i bambini sono Spic & Span. ;-)))

Melinda ha detto...

Domanda= refuso per COMPAGNA

titina ha detto...

Pollice verso (e che dubbio c'è?) per il prato di plastica. Che malinconia, e non oso pensare ai motivi. Non sarà che il rivenditore di Astrotruf è il cognato dellla sorella che a sua volta e la madre di ...E aggiungo che già il nome, Astro-Truf, mi fa pensare a cose non proprio limpide.
Per quanto riguarda Santo Domingo mi sembra tanto uno specchietto per allodole, che poi uno va fino a lì e scopre che non è esattamente il paradiso che dicono...E questi "paradisi" promessi mi stanno parecchio antipatici. Mah, forse sono prevenuta. E la domanda fondamentale resta: ma dopo dove si andrà a comprare il pollo allo spiedo?

ignominia ha detto...

Ha Titina, mi hai fatto ridere con la tua lettura del nome del tappeto di plastica. Astro Truf! In realtà è Turf ma la tua versione è troppo meglio!

titina ha detto...

Dislessia o occhiali da registrare? Ma se fa ridere va bene!