giovedì 30 giugno 2011

IL MATRIMONIO MONDAVI - ATTO SECONDO


(premetto che avrei dovuto buttare giù delle note ieri, quando tutto era fresco nella mia mente, perchè dopo due notti di sonno è come se ci fosse un velo opaco nella mia memoria che offusca i dettagli... ieri era tutto più vivido...)

Dormo bene anche se poco, niente dolori al mattino quindi decido di rimanere...  lo annuncio mentre facciamo colazione. La villa Le Rondini dove stiamo è shabby chic; doveva essere bellissima una volta ma da tempo ha bisogno di mani di vernice, un giardiniere o due in più, la riparazione dell'occasionale zanzariera bucata, delle docce moderne o per lo meno la tenda attorno alla vasca così che non sembri essere in una pensioncina al mare dove la guazza per terra fa tanto vacanza... Faccio un giro del giardino e fuori dalla piscina ci sono due sacchi di immondizia che nella notte è stata sparpagliata in giro da qualche gatto... capisco perché lo sposo ha cancellato le 10 stanze prenotate spostando gli ospiti all'Eden Rock che è moderno e trendy- questi ambienti romantici vanno bene per gli inglesi forse ma per gli americani questo truly old sconfina nello squallido... Per esempio la parete sopra il mio letto--nella stanza che fa parte di questa mini-suite ricavata chiudendo la terrazza medicea con una vetrata--è coperta da quella orribile carta da parati fotografica rappresentante idilli tropicali o come nel mio caso, un prato di margherite contro un cielo azzurro. Aiutatemi a dire kitsch, specie se abbinato al resto del decoro antico-polveroso (tappeti persiani veri o finti ovunque, velluto liso, mobili con i riccioli, the works).
Qualche ragazzino ospite precedente nel mio letto, ha pure strappato delle strisce della carta da parati dal muro che ora penzolano tristi ...un gesto di stizza o noia che non posso non assorbire durante nella mia permanenza.

L'incontro con il resto del WP (wedding Party) è alle 11 a Nipozzano quindi con calma guidiamo fino a oltre Pontassieve su strade stranamente deserte per un venerdì. Mi ricordo poi che è San Giovanni, festa del patrono e cadendo di venerdì ci sta che parecchi siano al mare. Vengono coreografate le varie fasi della cerimonia; l'ingresso delle damigelle d'onore, le parole del pastore che viene dallo stato della Georgia e ha un magnifico accento del sud, infarcito dell'occasionale "y'aaall" tipico di quelle parti.
La cerimonia vuole che dopo che gli sposi hanno detto il Sì la scena si sposti attorno ad un tavolino dove ci sono due caraffe di vino rosso e che le versino in una terza, e con la risultante miscela facciano un brindisi con gli ospiti che nel frattempo verranno riforniti di bicchieri per brindare con loro. Mi sembrava un po' sacrilega come idea ma considerato che la loro fortuna e quella dei loro ospiti (la F.F.) risulta dalla produzione e vendita di vino, è comprensibile che in questo contesto al succo d'uva vengano date doti divine. E di-vino...

Dopo le prove abbiamo girato la villa e i giardini in lungo e in largo per trovare idee di come fotografare le migliaia di foto che sarebbero state scattate il giorno dopo. Solo la sera prima ne avevamo scattate 3000, domani sicuramente di più. Molte delle foto che ci siamo immaginati riprendere l'indomani sono rimaste solo embrioni nelle nostre menti perché i matrimoni, specie quelli grandiosi come questo, hanno una vita propria, e i programmi come le amebe si moltiplica no e dividono cambiando all'infinito.

Ora di pranzo, prendiamo M.E. la event planner e andiamo a Camperiti, la villa dove stanno i genitori degli sposi. Ci perdiamo un paio di volte per le strade bianche della zona ma finalmente arriviamo. Su in villa stanno già pranzando: in cucina gli autisti, e giù in giardino tutto il gruppo delle prove. Facciamo un po' di foto della cuoca diletta che prepara in un cucinone grande come una piazza d'armi; studiamo i luoghi dove fare il video/intervista alla sposa (l'ingresso, dove se chiudiamo la porta escludiamo il grosso del rumore) o dove fotografarla con le damigelle (cappella, cortile, anche se ci sono i fili per tendere i panni...) poi dall'alto David fotografa il gruppo gaudiente che fa il picnic sotto l'enorme platano in mezzo al pratone mentre in cucina ci mettono insieme qualche cosa da mangiare; un'insalata e dei pomodori ripieni di mousse di prosciutto che ci passano come tonno senza sapere che David, oltre ad essere di origini ebraiche è pure vegetariano... lui subodorando scarta il cibo sospetto e gli faccio portare del formaggio ma lui si butta invece sulla frutta che dichiara essere fantastica- e ti credo!

Il tempo si dilata, arriva qualcuno e fa delle domande a cui trovare una soluzione, passano gli ospiti andando o venendo in vari stadi di dishabille dalla piscina. Dovevano essere già partiti per tornare a casa ma hanno nuovamente cambiato i programmi per farsi un tuffo in acqua. La planner ha un diavolo per capello con tutti questi cambiamenti specie vista la situazione con la tipa che organizza i trasferimenti. Questa è un donnone fondamentalmente insicura che sempre sulle difensive non fa che motivare, spiegare e esaltare tutto quello che fa, e nessuno, tanto meno la planner, ha abbastanza tempo o energia per darle spago sorridendo con ammirazione. Inoltre nessuno si è accorto che l'italiano che dice di parlare è composto del vocabolario e di struttura grammaticale pari a quella di un bimbo di due anni...Per spiegare alla sposa che la ragazza che la deve condurre dalla estetista vuole che la segua con una macchina perché deve tornare in villa, gesticola con indice e medio alzati e ripete DUE... DUE...
Si capisce quindi perché ogni istruzione o cambiamento richiesto dalla M.E. per gli autisti finiscano in totale anarchia dei trasporti: gli autobus arrivano e ripartono quando vogliono loro (pare), vanno nei posti sbagliati e non lasciano giù i bagagli come richiesto.
La furbetta, per coprire le orme della sue inettitudine, ha trovato la frase magica: It's the Italian way! Gli italiani fanno così e non ci si può fare niente.
Cioè è colpa nostra che siamo dei testoni, dei riottosi, degli indisciplinati, tardivi e ostinati perché le cose vanno come vanno, non sua perché non sa passare le istruzioni come sono state date. La bastarda.

Andiamo in piscina e David dà due macchine subacquee agli ospiti che si dilettano con tuffi e bombe di ogni genere. Fa uno scatto spettacolare del fratello dello sposo in orizzontale prima di un tuffo. Qualcuno si ricorda essere il compleanno di una delle damigelle e tutti cantano in coro Happy Birthday. Bevono vino bianco in ampi calici e noto che per ogni calice di vino c'e n'è uno d'acqua, perché sanno come fare a bere tutto il giorno. David è stato assunto non solo per le foto tradizionali ma specialmente perché il suo stile è fotogiornalistico / Fine Arts, e oltre alle foto standard farà un video e un art book, progetti che coinvolgeranno un grafico e un disegnatore oltre al lavoro di montaggio e gestione del suono da parte di David che vuole usare l'esperienza anche per il suo portfolio e sito... 

Ma deve anche assecondare la Planner con cui spera di fare altri lavori; lei è entusiasta di lui e quindi ci tocca ascoltare tutte le sue lamentele verso l'altra tipa (chiamiamola D) oltre accettare di cenare con loro per non lasciarla sola con D. Torniamo finalmente verso Firenze ma sono già le 6 e alle 7 dobbiamo essere al ristorante, quindi proviamo a lasciare la roba e rinfrescarci all'albergo della Planner a Porta Prato. Facendoci passare per stranieri in cerca dell'albergo riusciamo a passare da Ponte Vecchio nonostante sia chiusa tutta la zona per i fuochi d'artificio la sera, ma arrivati scopriamo che si è trasferita altrove quindi optiamo per mollare l'attrezzatura in albergo.  Su e giù con le valige, io doccia, lui tuffo in piscina e via di nuovo verso il centro. 

Noi e i 200.000 Fiorentini che stanno cercando di prendere posto sui lungarni.

Troviamo posto oltre il viale e piazza Beccaria e arriviamo a piedi al ristorante con 1 ora di ritardo, ma per fortuna le due donne sono arrivate da poco anche loro.
Cena ottima, nonostante la mia sfiducia verso questo ristorante Paoli che seppur abbia un menù turistico e non sfizioso ogni piatto e curato, la pasta fresca e al dente, l'insalata mista davvero molto fresca e mista e e la spigola che divido con David è la migliore che abbia mai mangiato. Lui sta zitto e si balocca con la video camera mentre io faccio da referee per il pissing contest che stanno avendo le due. Pare che giochino al rialzo: una ha fatto questo, l'altra ha fatto di meglio: la prima afferma, la seconda ribatte. Continuo a pensare al detto; tooting one's own horn, e davvero ste due strombazzano le loro trombette per sopraffarsi a vicenda. Io neutrale come il bicarbonato di soda, sorrido e commento positivamente ad entrambe. D non è simpatica, ma mi fa anche pena e non ho ragione di prendere parte con nessuna, quindi fare la Svizzera mi resta facile. 

Alla fine se ne vanno in taxi (a Sesto Fiorentino of all places) e noi torniamo alla macchina, io strascicando i piedi sempre più dolenti perchè le scarpe che ho comprato per questo lavoro sono dei troiai. David mi chiede di guidare ammendo di (finalmente) essere stanco (finalmente). Meno male, il traffico è pazzesco, i motorini sono kamikaze che si buttano su ogni buco di spazio, ma riusciamo a non investire nessuno... e arrivare in albergo.

Sulle scale troviamo Mr. Katz, fotografo e amico degli sposi, che non ha internet in camera e si è accampato, scalzo, sulle scale (non oso pensare cosa cresca su quei tappeti e ora sui suoi piedi...) Si mettono a parlare di lavoro, comparano note e si misurano per vedere chi è meglio dell'altro. David menziona che scatta per Times magazine, che è ammanigliato a tanti editor che gli passano parecchio lavoro... ma gli lo perdono perché lo fa sempre molto neutralmente, è un po autistico in questo, sempre senza emozioni. Infine prendo la chiave a mi avvio, ne ho abbastanza oggi di pavoneggiamenti, vado a letto e con l'occasione anche David si libera.

Non è finita. Come ogni sera lui chiama la compagna con skype e stanno a chiacchierare un pezzo tanto che in genere mi metto i tappi per addormentarmi. Ieri sera lui aveva accennato che io ero stanca e lei aveva seccamente detto che era solo il primo giorno, come potevo essere stanca? Lui le ha fatto shhhh perchè ero allora uscita dal bagno, ma avevo sentito benissimo e capito  che era un'arpia. Stasera la cosa viene confermata perchè lei gli fa una parte pazzesca perchè non ha chiamato prima, come se lui fosse in giro a divertirsi con me - che sia gelosa?
Il povero aveva bisogno di riposare e invece lo costringe a rifugiarsi in corridoio a discutere bisbigliando fino a chissà che ora. 

None of my business fortunately--- buona notte.

lunedì 27 giugno 2011

IL MATRIMONIO MONDAVI - Opera Buffa in 3 atti

-  ATTO PRIMO -

I PROTAGONISTI
 
3 ville, 3 pulmini, 3 famiglie, 2 sposi, 8 damigelle d'onore, 8 testimoni dello sposo, 1 event planner, 85 ospiti per lo più americani; 1 bottiglia gigante di Ornellaia di 20 anni e innumerevoli casse di bottiglie di vino rosso, bianco, prosecco e Champagne; 1 dolce alto 90 cm, 1 amico fotografo con la sua caterva di materiale fotografico.
Moi.

La città di Firenze come sfondo.

PROLOGO
Vi risparmio i dettagli del quarto giorno buttato ad aspettare l'arrivo dalla California del fotografo a cui dovevo assistere durante l'evento; i 3 viaggi con valigia su e giù per la collina che da casa porta alla fermata della Sita per Firenze, dei dubbi sul perché e per come non mi avesse ancora chiamato alle 6 di sera e la realizzazione, oramai già alla Consuma, che la data di arrivo scritta sul programma era per il giorno dopo. Visto che gli amici a Firenze non rispondevano all'appello di "aiuto! posso dormire da voi nel caso?" ho fatto un 180° decisivo e presa al volo la coincidenza che mi ha riportato a casa, dove ho scoperto che il fotografo era veramente arrivato quel giorno e che quindi mi toccava un'alzataccia la mattina dopo per raggiungerlo in tempo per l'inizio delle festività. Grunt

GIORNO #1

Sorgo con le prime luci del sole per arrivare alla fermata 45 minuti prima dell'orario di passaggio bus perché ho cazzato per la terza volta l'orario -  non ho parole sulla confusione mentale su cui mi trovo. A Firenze mi faccio il giro di 4 bar in Piazza Libertà per trovare David che ovviamente non ha capito una mazza dalla cartina annotata che gli ho mandato ed è andato al bar Bridge che non so dove sia.
Prendiamo la macchina e raggiungiamo l'albergo di Mary Ellen -l'event planner- che stando a David che è arrivato da 14 ore, "è lì vicino" quando risulta essere in Piazza di Porta al Prato. A piedi andiamo in fondo a via San Zenobi a riportare la bicicletta noleggiata dalla planner e tornati in prossimità parcheggio macchina per nutrire il parchimetro e mangiare un boccone in una trattoria di via Palazzuolo. Risultato di tutto questo sono e galle ai piedi fatte dai sabbiolini che non ho  pensato di scambiare con le scarpe. Sgrunt. L'albergo è Villa le Rondini su per via Bolognese ovvero in culo al mondo e mi domando -chi diavolo ha pianificato gli alloggi???*. David mi spiega a grandi linee come funziona l'equipaggiamento**, poi andiamo in cerca dell'albergo Eden Rock dove stanno parte degli ospiti e dove si terrà l'aperitivo che darà il via alle celebrazioni. sulla via passiamo di fronte alla proprietà del Fantoni, dove feci il corso di Ceramica con Bobo circa 30 anni fa... Sigh.

Montiamo lo strobe e il battery pack che pesano una dannazione e iniziamo. Io tengo in mano un palo su qui è montata una specie di tenda da campeggio bianca e nera nel cui interno c'è il flash; non vedo una mazza da dietro ma la devo orientare verso il soggetto della foto che devo captare in qualche modo guardando dove dirige la camera David. Mi devo spostare per essere sempre dietro e di lato al soggetto quindi non è poi semplice come puntare una pistola e sparare ...specie se siete nel mezzo ad una ressa di gente con i bicchieri in mano. 
Fatevi 4 ore di questo giochino, in terrazza assolata o nel gazebo chiuso dove c'è il buffet e  presto sarete in condizioni vergognose.

Dopo le cosiddette 4 ore così passate comincerete anche a pensare di aver fatto uno sbaglio MADORNALE. Comprenderete profondamente la ragione per cui gli assistenti fotografi sono generalmente dei ragazzini: ci vuole il fisico o per lo meno la gioventù per farlo e seppure sia vero che sono rimasta indietro in quanto a spirito, è il fisico che mi frega, accusando il mezzo secolo. E ora come faccio a fare 'sti versi per 3 giorni? Con la forza della disperazione resisto e questa fase finisce, carichiamo tutto in macchina e andiamo in Piazza Signoria al Wine Bar dei Frescobaldi (una della 3 famiglie protagoniste) dove i giovani sono a cena.  

(Devo fare un aside qui e spiegare che gli sposi e i loro ospiti godevano di trattamenti particolari dalla F. F. (Famiglia Frescobaldi) per via di una partnership fra la casa vinicola Californiana Mondavi e loro, un unione che ha generato Luce, il superTuscan Montalcinese (Monta 'l Cinese). 

Ovviamente noi non abbiamo il permesso per entrare in centro come i pulmini, ma riusciamo a parcheggiare davanti alla Biblioteca Nazionale e a piedi continuiamo. David fotografa da solo fra i tavoli della saletta chiamandomi di tanto in tanto per fare backlighting con una rettangolo di luce diffusa regolabile montato al solito palo. Questo attrezzo è molto meno pesante e ingombrante dell'altro e diventiamo subito amici. 
Francesco, il manager, ha portato un bottiglione di Ornellaia di 20 anni, racchiuso prima in un sacchetto di velluto e poi in una scatola di legno che sembra un tavolo del settecento tanto è lucido, La scatola viene posata vicino a me e io le faccio gli occhi dolci per mezz'ora augurandomi che Carlo, lo sposo, non voglia portarsela via... è ingombrante...poco spazio nel bagaglio...sovrattassa sull'aereo.... Mi illudo così fino a che lui non rimette amorevolmente la brochure finto pergamena dentro alla scatola e io capisco che non c'è speranza...*** 
Noi ci accontentiamo di un Nipozzano bello tosto, e poi di un piatto di risotto agli asparagi e dei ravioli al tartufo, piatti che devo dire erano entrambi squisiti e leggeri, perfetto accompagnamento al vino (e non il contrario, vista l'enfasi merceologica del locale). 

Ora lungi da me fare pubblicità gratuita alla F.F. che non mi resta un granché simpatica per ragioni personali, ma devo dire che da che si sono accoppiati con i Mondavi hanno fatto un gran salto di qualità rinnovando marketing e immagine ma soprattutto la qualità del loro vino. Si sono spolverati una bella quantità di polvere e ragnatele, e il risultato è notevole.

Finita la cena, via tutti e 50 fuori in strada per una foto di gruppo che ha bloccato il vicolo dal traffico pedonale. Poi ho fatto la scout indiana tenendo alzato il mio palo con riquadro luce come una guida turistica con l'ombrello, passando dal porticato degli Uffizi dove gli sposi hanno danzato brevemente al suono di musicanti ambulanti, per arrivare infine in Via dei Neri dove hanno invaso sia la gelateria che la birreria/bar di fronte.

Un'ora dopo noi e gli sposi ci siamo separati dal resto della banda che tornava in albergo con i pulmini perché David voleva delle idee di immagini da scattare nei vicoletti circostanti. Gli sposi avevano invitato il manager del wine bar a continuare con loro i festeggiamenti ma l'abbiamo reclutato prima per fare finta di fotografare gli sposi con una vecchia camera anni 50. Per  un'ora abbiamo gironzolato fra Via dei Magazzini, Cerchi, Alighieri, Vigna Vecchia, Anguillara e Benci imbastendo una specie di servizio di moda per Vogue, con  lui in pantaloni e gilet color crema e lei con abitino di crochet bianco aderente che mostrava la schiena nuda (e il cartellino della prezzo che per ragioni che non oso scrivere non aveva voluto staccare dal vestito quando una amica l'aveva visto penzolare dallo scollo....:-O). 

A forza di frequentazione il mio amico palo & luce è diventato un coso antipatico che mi dovevo trascinare dietro insieme allo zaino e il resto della mia roba, mentre avevo sempre meno energia, sempre più mal di piedi e una crescente irritazione per David che continuava a trovare angoli dove fare ancora uno scatto; una porta dilapidata, una bicicletta, un lampione, fino a che anche perfino gli sposi erano stufi ed irritati come me. 

Finalmente tornati alla nuova FIAT 500 noleggiata ci siamo  strizzati come sardine nel veicolo e raggiunto l'albergo dove li abbiamo lasciati a continuare i loro bagordi. Erano ormai le 1 e 30 del mattino e un'eternità da quando mi ero alzata, così ho colto l'occasione della rinnovata intimità all'interno della macchina per confessare a David i miei dubbi sulla mia capacità fisica di affrontare altri 2 giorni di questo andazzo Gli avrei trovato un assistente professionista che lo avrebbe assistito come si deve ma non mi pareva di essere in grado sia tecnicamente che fisicamente.... 
Qui lui è stato scaltro perché non si è opposto con forza preso dal panico di rimanere solo, ma mi ha semplicemente detto che quello che avevo fatto andava bene, che era contento, che domani la giornata era più leggera, che dovevamo solo fare scouting dei luoghi e pianificare gli shots permettendomi di lasciare una porta aperta per decidere l'indomani.
Una saggia cosa perché l'indomani non avendo dolori fisici ma avendo riposato bene, ero pronta a continuare....

*So benissimo chi lo ha fatto e lo conosco personalmente  ma visto che ci sono molte probabilità che possa arrivare su questo blog Googlandosi per vedersi menzionato fra i VIP, devo contenere le mie opinioni. Chi mi conosce meno diplomatica si dovrà accontentare di queste osservazioni autocensurate... :-)

**Eravamo colleghi in un negozio di articoli fotografici di San Francisco ma sono anni che non lavoro nel campo e la tecnologia è avanzata e la mia memoria è retrocessa.

***E' pure vero che neanche io avrei avuto facilità a trasportare la scatola, visto il Troll-ey con cui viaggio e le mani piene di  pali delle luci, ma a questo una non ci pensa quando si innamora di qualcosa e io me la sarei messa nelle mutande quella scatola, pur di averla!

sabato 18 giugno 2011

TRATTATO DI CULINARIA......PER DONNE TRISTI




....è il libro di cui vi parlavo prima a tavola... pubblicato dalla Sellerio e scritto da Hector Abad Faciolince, COLOMBIANO! -Quindi avevo ragione che era sud Americano...

Un piccolo estratto, un assaggio, per voi donne (o uomini) tristi
La polpa bianca della sogliola è un cibo per malati. Non cercare di attirare la malattia mangiando, tu, sogliola. Anzi no, questa è superstizione: non si ammala di tosse il sano che degusta il miele.
E' conveniente, tuttavia, per l'economia della cosa pubblica, che tu lasci le medicine a chi ne ha necessità. Quando sei sana e godi di un amore corrisposto, mangia alimenti crudi: mordi la mela, bevi succhi di frutta, metti tra due strati di succose pere un pezzo di formaggio secco. Il formaggio con le pere alimenta l'amore fortunato. 
Però non mangiare formaggio e pera quando sei in cerca d'amore. Il formaggio con le pere non fornisce la necessaria pace dei sensi che attira gli amanti. Gli uomini diffidano di qualsiasi donna si mostri molto ansiosa di instaurare rapporti. Li attira molto, invece, una certa allegra e attenta indifferenza . Fai attenzione agli uomini che ti piacciono, che ti attraggono, ma non troppa. Fingi di distrarti, di interessarti ad altri, che lui sia uno in più, uguale tra gli uguali. Aspetta che lui cominci a mostrare il proprio interesse , senza che prima il tuo sorriso sembri più grande per lui che per gli altri. 
E quando lui si avvicinerà, se alla fine si avvicina, per non rimanere troppo delusa, non dimenticare mail le parole di una saggia del mio paese:
"
A tutti gli uomini manca almeno un bollore"
pagg 29-30


Molte volte sul punto di scoprire la ricetta dell'immortalità, mi distrasse la presenza spaventosa della morte.
pag 44

Il resto lo lascio a voi da scoprire, è un piccolo gioiello.