domenica 19 dicembre 2010

NEVE, CIOCCOLATA E CANDITI


non mi parlate più di dolci per un pezzetto perché ne ho fin sopra i capelli. 

Nell'ultima settimana in parallelo con Meli abbiamo fatto le scorze di arancia candite. Lui bravissimo ha seguito la ricetta come uno scolaretto, e sono venute fantastiche, io da scienziata pazza ho letto tre ricette (per orientarmi meglio) e poi combinato un bel troiaio mescolando questa e quella procedura come mi pareva. Non sono venute cattive male ma la prossima volta faccio uso della ricetta iniziale. Dovevamo immergerle nel cioccolato insieme ma lui preso da parossismo di Willy Wonka ha fato tutto prima, così ad Arezzo abbiamo fatto solo i tartufi. E meno male perché a mala pena abbiamo finito di fare i suoi.
Per rivendicare le accuse di snobberia e inconcludenza che mi sono state rivolte da altro sito, non c'è stato tempo per farle (e finirle) entrambe e così io mi sono portata a casa la ganache (che non è quella che mettono alla macchina in divieto di sosta ) che è la crema che si ottiene mescolando panna calda alla cioccolata (ganache scopro vuole dire maldestro in Francese e viene chiamata così per il pasticcio combinato da un garzone di cucina che mescolò erroneamente le due sostanze. venendo appellato appunto con il termine "ganache" che così fu battezzata) inattesa di un momento giusto per completare i miei due progetti cioccolatosi.

Ma vedi la crisi mistica del partner di questi ultimi giorni e il dover mettere insieme il suo CV e lettera di presentazione per andare a scricchiare le ossa dei Fiorentini; la traduzione per G che mi tampinava da tempo con il proponimento di venire in Vespa da dilà dei monti per farla insieme, e che ho deciso di fare velocemente prima che facesse una fine precoce per congelamento o caduta in un burrone sulla via del Passo della Croce ai Mori; e la nevicata abbondante che ci è capitata lo scorso Venerdì 17 che ha visto tutti quanti in panico perché ammettiamolo, la neve è bella se dobbiamo andarla a cercare, ma se ci viene a trovare inaspettata, e bussa alla porta quando non è il momento (con le compere natalizie da fare, gli impegni, la gente che deve mettersi in viaggio per raggiungere le famiglie che anelano di riunirsi, chi la vuole?). Però ora che mi sono dimenticata di fotografarla la neve tutt'attorno, sapendo che dovrebbe piovere a breve e lavarla via mi spiace un po' specie di non aver visto Firenze sotto il bianco mantello, come nel video dei ganzissimi snowboarders che vi allego qui (qualcuno decifra la musica e me ne comunica il titolo e l'autore?)

Oltre al paesaggio imbiancato che faceva molto White Christmas la mia procrastinazione era anche compattata dal freddo che fa in casa, laddove ci siamo rifugiati nell'unica stanza con la stufa per evitare di usare tutto il gasolio nei primi due mesi -se va bene- invernali. Quindi tassativo accendere 3 ore al giorno, lasciare la casa che diventi un frigorifero e scaldare solo salotto e cucina, concedendo l'uso di stufa a gas in camera da letto per mezz'ora prima di andare a letto. E' quindi per combattere il gelo casereccio che mi sono buttata a cucinare come una pazza. Come dite? Non torna che parta parlando di procrastinazione e poi dica che ho cucinato come una pazza? Beh si se calcolate che PRIMA di finire scorze e ganache ho deciso ieri di cucinare le ultime mele cotogne che stavano cambiando razza e diventando mulatte/Dalmati facendone una cotognata che sta in piedi da sola, e non contenta buttandomi alla canditura selvaggia di 3 pezzi di ginger (zenzero dai!) che avevo paura mi si rinsecchissero nel frigo. 

 
Ed è così che solo oggi ho affrontato le scorze e la cioccolata prima che passassero le feste insieme alla voglia e all'opportunità di donarle agli amici per le feste ingrassanti.

E' stato un pomeriggio di fuoco, dove ho imparato una cosetta o due sulla cioccolata, questa sconosciuta. Che si raggruma con l'acqua per esempio, e quindi mettere in frigo o freezer le pallette di ganache prima di immergerle nel cioccolato fuso non sempre da il risultato voluto. Ho avuto il classico momento di impasse quando la luce esterna cominciava a morire- i vetri erano appannati già da tempo dimezzandone l'ingresso ma la stanchezza impellente diceva: è ora di finirla...mentre niente funziona più come 20 minuti prima. Avevo già messo da parte una bella dose di cioccolata "impazzita" quando ho deciso di leggere il perché su internet scoprendo appunto che l'umidità, la temperatura della cioccolata e della stanza (frigida e umida per il continuo bollire dell'acqua del doppio bollitore) non aiutavano certo. Avrei dovuto aggiungere burro di cacao per allungare il cacao e renderlo più fluido ma a parte estrarlo dallo stick salva labbra non è che ne avessi in casa.
Mi colpiva come un sito parlasse di allungare con latte quando un paio di ore prima, dopo aver messo un cucchiaino di latte non più nel cacao questo aveva fatto come la besciamella quando aggiungi il latte, appallandosi vergognosamente. Non mi tornava ma è a questo punto di incertezza che avvengono le scoperte migliori, oppure i disastri irrecuperabili. In questo caso ho scoperto per eliminazione che il raggrumio non era dato dal latte bensì dall'uso del cucchiaino per girare il composto. Avevo preso con leggerezza il commento casuale di usare cucchiai di legno, e ora che era rimasta solo quella variabile come ho cambiato utensile ecco che il tutto si è meravigliosamente fluidificato riportando a funzionare anche una parte che - credo- prima appariva  impazzita. E' stato l'equivalente della parabola di Lazzaro, dove la sottoscrittapallette di ganache.

Ed eccomi finalmente a svacco davanti al camino soddisfatta per aver finito,  dopo aver pulito la cucina e gli utensili dalla cioccolata, bevendomi un orzo per riscaldarmi e fare un break. 
Di là, al freddo e al gelo dello studio, tre vassoi pieni di scorzette, tartufi e cluster di cioccolata riempiono il resto della casa con effluvi da pasticceria.
Rimane solo da passare le pallette nel cacao in polvere, impacchettarle, e farne delle belle confezioni.
Domani oramai... ma se prendo quello che ha avuto questa bella idea....!

5 commenti:

Melinda ha detto...

La forza delle immagini.
Tutto appare più bello quando fotografato, soprattutto più bello di quanto lo descrivi.
Comunque complimenti a chi ha proposto questa che tu descrivi come una cavalcata senza sosta, altro che minacce!.
Certo che per me è stato più facile visto che ho potuto fare le praline con te che ti sai destreggiare tra i fornelli. E tutta la tua fatica mi fa quasi sentire in colpa, visto che quella macchinosa preparazione io non ero solo.
Quanto al mio essere "precisino" lo sai bene che sono così. Soprattutto quando mi appresto a fare qualcosa di assolutamente sconosciuto. Mi prende il terrore a cambiare direzione da quella data già di per se sconosciuta, perché sento di non aver una grande capacità di analisi per scoprire le conseguenze di eventuali deviazioni. Ho solo l'agilità mentale di riconoscerlo. E va bene così. Ma a guardare la foto, sono poi venute così male? Forse anche la sperimentazione va bene, no?
E sul gusto non ho dubbi: saranno buonissimi.
Brava, come sempre. Bel post teso.
E chi è che ti accusa di essere inconcludente?

UnoQualunque ha detto...

Questo post mi ha suscitato continue sinestesie (gusto di arancia a parte...) ;)

ignominia ha detto...

beh c'è anche del Ginger se vuoi e i tartufi sono al peperoncino.... ;-)

giardigno65 ha detto...

che BUONA idea !
neve, cioccolata e canditi (cosa manca?)

Melinda ha detto...

Bene, adesso so cosa vuol dire "sinestesie"
Grazie per avermi "imparato" una parola nuova