venerdì 19 febbraio 2010

UN SOFà UN PO' SCOMODO PER UNA FUMATA DI PIPA

  photo David Allen

qualche tempo fa Titina scrisse un post sul Lego. L'altro giorno sul Blog di DAVE insieme a tanta bella roba che ha sempre (e menomale che sta in Sonoma altrimenti sgli comprerei il negozio) ho scorto questa foto che ha scattato ad una mostra e non ho saputo resistere a rubargliela...

Questo mi permette di far ripartire l'argomento LEGO.

In un cassetto della mia mente da tempo risiede questo paragrafo:
 
"Never forgetting the secret of Legos they work because you can take any single part and attach it to any other in 2005 Endy and colleagues on both coasts started the BioBricks Foundation, a nonprofit organization formed to register and develop standard parts for assembling DNA. Endy is not the only scientist, or even the only synthetic biologist, to translate a youth spent with blocks into a useful scientific vocabulary. The notion of pieces fitting togetherwhether those pieces are integrated circuits, microfluidic components, or molecules guides much of what I do in the laboratory,the physicist and synthetic biologist Rob Carlson writes in his new book,  Biology Is Technology: The Promise, Peril, and Business of Engineering Life. Some of my best work has come together in my minds eye accompanied by what I swear was an audible click . 

Il paragrafo proviene da un articolo folgorante che lessi qualche tempo fa sul TNY sul progresso della Biologia Sintetica, ovvero su quella scienza che permetterà all'uomo di creare nuova vita: quindi come  il Dio della Genesi... e le donne!
L'articolo forse l'ho subliminalmente menzionato già (qui) in uno dei post precedenti, perchè è una di quei soggetti che non si riesce ad archiviare facilmente; inevitabilmente rimane "a candire" nel cervello che lo rigira e lo sfilaccia come zucchero filato. Diciamo anche che l'articolo sul Lego di questo blog parlava di un gioco che non si può categorizzare semplicisticamente come "cose da ragazzi" per tutte le ragioni che partono dal modo in cui aiuta a strutturare creatività, processo creativo e psyche di chi li adopra per arrivare al condizionamento socio-organizzativo dei giovani che sono cresciuti con i bei blocchetti colorati. 

Condizionamento che ha reso  l'articolo scientifico di cui sopra - argomento abbastanza difficile di per sè - molto chiaro una volta visualizzati i blocchetti genetici e cosa ci si può costruire se messi insieme. 

Chiaro. Semplice, spaventosamente semplice. 

Ora io non sono sufficientemente brava a scrivere di scienza e di cose di cui capisco solo le grosse righe per cui vorrei rimandarvi alla lettura dell'articolo per un acquisizione più rigorosamente scientifica del  contenuto. Però grosserighementeparlando vi posso spiegare che siamo già arrivati ad un punto in cui la scienza ti clona Dolly in tante pecorine tutte geneticamente uguali, con lo stesso belato e numero di peli -il che è pure un gioco di prestidigitazione un po' banale che al massimo ti fa  pensare a Blade Runner e al replicante Roy Batty (nel nome una garanzia) che si ribella per ottenere il riconoscimento della sua umanità (e un'estensione della data di scadenza).  Questa è solo la punta dell'iceberg.
Ciò che salta all'occhio invece leggendo l'articolo è che abbiamo già passato un punto cruciale dello sviluppo scientifico -forse il punto di non ritorno - laddove la tecnologia ci permette oramai di fare passi esponenzialmente giganteschi che creano una valanga di altre scoperte e rivoluzioni di carattere orgasmico per chi si trovi preso nel vortice della scoperta. Seppure questa spinta in avanti è così impellente e irrefrenabile che non ci dà il tempo  di soppesare, di prendere in considerazione in tempo reale,  le conseguenze etiche e scientifiche dei passi spaventosi che oramai  riusciamo a fare a livello genetico, molecolare, biologico. 

E questo spaventa non poco se siamo persone ansiose e tendenti al cinismo, che vedono l'essere umano come essere predatore e menefreghista del prossimo. Forse la maggioranza di noi la pensa così, io faccio l'altalena fra i due poli.

E per quella parte di me che è in alto sull'altalena dico che è anche eccitante pensare che, per esempio, potremo creare di sana pianta composti come l'Artemisinin, essenziale per la produzione di medicinali antimalarici, sostanza oggi carissima perchè naturalemente rara (quella parte di me che è in basso sull'altalena dubita che le case farmaceutiche ci faranno pagare tanto di meno le loro preziose creazioni, vedi costi di Ricerca e Sviluppo che hanno per lo meno 8 zeri e perchè possono farceli pagare cari  visto che non ci sono alternative.) 
Ma un giorno forse ci sarannno anche i kit per questo, simili a quelli del Lego, forniti con un ricettario e un certo numero di blocchetti  di vari colori e grandezza. Si potranno mettere 3  blocchettini genetici blu da 4 pippoli, 5 genetici gialli da 6, pippoli e 1 rosso da 8 pippoli ma piatto... e voilà abbiamo l'aspirina, l'anti acido e poi microbi, batteri e virus, antimateria, gas e chi più ne ha più ne metta.

E a quel punto che aiutino o combattano la vita... beh questo dipende da chi li produrrà ovviamente.
In USA per sottolineare una rivelazione che lasci l'avversario senza parole, incapace di ribattere si dice: Put it in you pipe and smoke it - mettilo nella pipa e fumalo, ora! 

(La deve aver inventata un Cowboy dopo aver fregato l'ennesimo Indiano, immaginando il poveretto che si fumava l'inutile contratto nel Calumet)

Una fumatina che uno può fare seduto s-comodamente sul divano di Lego.

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