martedì 21 dicembre 2010

UDITE, UDITE!!!!

Annunciamo che abbiamo fatto il trasloco dello studio e ora sono nuovamente e comodamente seduta alla mia scrivania ma al caldo di fronte alla stufa! Che non avrò da combattere con fili di tastiera e periferiche ogni volta che mi metto il pc sulle ginocchia; il mouse che cade dal bracciolo della poltrona e la schiena che mi fa male per la posizione da rigor mortis

Hurrah!

Inoltre abbiamo (Plurale Maiestatis) finito di passare le palline tartufate nel cioccolato in polvere, e fatto il primo (1°) pacchetto e regalo di esse. E abbiamo tirato fuori le scatoline varie che mettiamo (sempre P.M.) da parte da anni per usarle un dì e constatiamo (PM) che utilizzarle per impacchettare i dolcetti da regalare è la loro morte...

Hurrah!

Ulteriormente, ci è stato ritornato CV e lettera di accompagnamento dall'editore (Pippi) e apportate le dovute/suggerite correzioni è stato inviato sia per mail che per posta al destinatario.

Hurrah, Hurrah!

Che le paturnie del marito sembrano essere passate: Hurrah!

Che abbiamo ripreso le fila con il socio senza aver creato disaccordi o mugugnii, ritorsioni o trincee da cui si spara a vista (una bottiglia di olio e i primi cioccolatini hanno aiutato): Hurrah!

Che abbiamo parlato con F. e avuto -come d'uso- il primo scazzettino (così è fuori dai piedi come il bacio della buona notte che Woody Allen giustamente voleva avere all'inizio della serata per eliminare i nervosismi preliminari) e ora possiamo inebriarci della gioia di vederci dopo Natale: Hurrah!

Che lo spazzaneve ha finalmente pulito lo spazio sotto casa inclusa la porta del garage e così siamo potuti uscire con la macchina, fare la spesa, e nonostante la nebbia fitta come latte in polvere tornare a casa ad un'ora decente per fare tutto il resto

Hurrah!

Che non ho più altro da comunicare, e passo e chiudo

Hurrah!

domenica 19 dicembre 2010

NEVE, CIOCCOLATA E CANDITI


non mi parlate più di dolci per un pezzetto perché ne ho fin sopra i capelli. 

Nell'ultima settimana in parallelo con Meli abbiamo fatto le scorze di arancia candite. Lui bravissimo ha seguito la ricetta come uno scolaretto, e sono venute fantastiche, io da scienziata pazza ho letto tre ricette (per orientarmi meglio) e poi combinato un bel troiaio mescolando questa e quella procedura come mi pareva. Non sono venute cattive male ma la prossima volta faccio uso della ricetta iniziale. Dovevamo immergerle nel cioccolato insieme ma lui preso da parossismo di Willy Wonka ha fato tutto prima, così ad Arezzo abbiamo fatto solo i tartufi. E meno male perché a mala pena abbiamo finito di fare i suoi.
Per rivendicare le accuse di snobberia e inconcludenza che mi sono state rivolte da altro sito, non c'è stato tempo per farle (e finirle) entrambe e così io mi sono portata a casa la ganache (che non è quella che mettono alla macchina in divieto di sosta ) che è la crema che si ottiene mescolando panna calda alla cioccolata (ganache scopro vuole dire maldestro in Francese e viene chiamata così per il pasticcio combinato da un garzone di cucina che mescolò erroneamente le due sostanze. venendo appellato appunto con il termine "ganache" che così fu battezzata) inattesa di un momento giusto per completare i miei due progetti cioccolatosi.

Ma vedi la crisi mistica del partner di questi ultimi giorni e il dover mettere insieme il suo CV e lettera di presentazione per andare a scricchiare le ossa dei Fiorentini; la traduzione per G che mi tampinava da tempo con il proponimento di venire in Vespa da dilà dei monti per farla insieme, e che ho deciso di fare velocemente prima che facesse una fine precoce per congelamento o caduta in un burrone sulla via del Passo della Croce ai Mori; e la nevicata abbondante che ci è capitata lo scorso Venerdì 17 che ha visto tutti quanti in panico perché ammettiamolo, la neve è bella se dobbiamo andarla a cercare, ma se ci viene a trovare inaspettata, e bussa alla porta quando non è il momento (con le compere natalizie da fare, gli impegni, la gente che deve mettersi in viaggio per raggiungere le famiglie che anelano di riunirsi, chi la vuole?). Però ora che mi sono dimenticata di fotografarla la neve tutt'attorno, sapendo che dovrebbe piovere a breve e lavarla via mi spiace un po' specie di non aver visto Firenze sotto il bianco mantello, come nel video dei ganzissimi snowboarders che vi allego qui (qualcuno decifra la musica e me ne comunica il titolo e l'autore?)

Oltre al paesaggio imbiancato che faceva molto White Christmas la mia procrastinazione era anche compattata dal freddo che fa in casa, laddove ci siamo rifugiati nell'unica stanza con la stufa per evitare di usare tutto il gasolio nei primi due mesi -se va bene- invernali. Quindi tassativo accendere 3 ore al giorno, lasciare la casa che diventi un frigorifero e scaldare solo salotto e cucina, concedendo l'uso di stufa a gas in camera da letto per mezz'ora prima di andare a letto. E' quindi per combattere il gelo casereccio che mi sono buttata a cucinare come una pazza. Come dite? Non torna che parta parlando di procrastinazione e poi dica che ho cucinato come una pazza? Beh si se calcolate che PRIMA di finire scorze e ganache ho deciso ieri di cucinare le ultime mele cotogne che stavano cambiando razza e diventando mulatte/Dalmati facendone una cotognata che sta in piedi da sola, e non contenta buttandomi alla canditura selvaggia di 3 pezzi di ginger (zenzero dai!) che avevo paura mi si rinsecchissero nel frigo. 

 
Ed è così che solo oggi ho affrontato le scorze e la cioccolata prima che passassero le feste insieme alla voglia e all'opportunità di donarle agli amici per le feste ingrassanti.

E' stato un pomeriggio di fuoco, dove ho imparato una cosetta o due sulla cioccolata, questa sconosciuta. Che si raggruma con l'acqua per esempio, e quindi mettere in frigo o freezer le pallette di ganache prima di immergerle nel cioccolato fuso non sempre da il risultato voluto. Ho avuto il classico momento di impasse quando la luce esterna cominciava a morire- i vetri erano appannati già da tempo dimezzandone l'ingresso ma la stanchezza impellente diceva: è ora di finirla...mentre niente funziona più come 20 minuti prima. Avevo già messo da parte una bella dose di cioccolata "impazzita" quando ho deciso di leggere il perché su internet scoprendo appunto che l'umidità, la temperatura della cioccolata e della stanza (frigida e umida per il continuo bollire dell'acqua del doppio bollitore) non aiutavano certo. Avrei dovuto aggiungere burro di cacao per allungare il cacao e renderlo più fluido ma a parte estrarlo dallo stick salva labbra non è che ne avessi in casa.
Mi colpiva come un sito parlasse di allungare con latte quando un paio di ore prima, dopo aver messo un cucchiaino di latte non più nel cacao questo aveva fatto come la besciamella quando aggiungi il latte, appallandosi vergognosamente. Non mi tornava ma è a questo punto di incertezza che avvengono le scoperte migliori, oppure i disastri irrecuperabili. In questo caso ho scoperto per eliminazione che il raggrumio non era dato dal latte bensì dall'uso del cucchiaino per girare il composto. Avevo preso con leggerezza il commento casuale di usare cucchiai di legno, e ora che era rimasta solo quella variabile come ho cambiato utensile ecco che il tutto si è meravigliosamente fluidificato riportando a funzionare anche una parte che - credo- prima appariva  impazzita. E' stato l'equivalente della parabola di Lazzaro, dove la sottoscrittapallette di ganache.

Ed eccomi finalmente a svacco davanti al camino soddisfatta per aver finito,  dopo aver pulito la cucina e gli utensili dalla cioccolata, bevendomi un orzo per riscaldarmi e fare un break. 
Di là, al freddo e al gelo dello studio, tre vassoi pieni di scorzette, tartufi e cluster di cioccolata riempiono il resto della casa con effluvi da pasticceria.
Rimane solo da passare le pallette nel cacao in polvere, impacchettarle, e farne delle belle confezioni.
Domani oramai... ma se prendo quello che ha avuto questa bella idea....!

venerdì 3 dicembre 2010

OLIVE, DOLORE E UMILTà


 Gray's anatomy FIG. 778– 
Vista dettagliata del nervo trigemino, mostrato in giallo.

tornando a noi e le fatiche campestri, ovvero alla raccolta delle olive quest'anno dai 250 alberi che ho preso in gestione dai miei dopo aver fatto un corso di potatura quest'inverno: oliveta a cui ho dato tutta la mia inesperienza ed entusiasmo che mi ha ripagato con circa 700 kg di olive bellissime ma di resa bassissima e due pressate e un olio verde smeraldo e buonissimo e in quantità sufficiente da venderne qualche litro ad amici e conoscenti.

Mi stavo già congratulando con me stessa per non essermi ammalata o fatta male (a parte farmi cadere una scala di legno sull'arco di un piede che è diventato blu ma non si è rotto; coprirmi le gambe e il busto di lividi e indolenzimenti la cui provenienza ignoravo; un dolore all'anca per aver fatto pernio su di essa nello sforzo di non far cadere la scala doppia temendo di essermi strappata legamento o tendine che però salvo zoppicamento iniziale non è peggiorato; e la convinzione ogni giorno di star per prendere influenza o raffreddore da come mi sentivo all'alzarmi o all'andare a letto).

Visto che appunto non era successo nulla mi sentivo invincibile, e l'unico strascico pareva essere un fastidio ai denti che sembravano battere scorrettamente ora, come se alcuni denti fossero cresciuti, o si fossero smossi. Forse li digrignavo la notte (ci stava visto che sognavo olive e olivi) ma anche dopo aver preso il Lexotan non era cambiato nulla, quindi ci ho convissuto. Poi il fastidio è diventato un malessere sordo, ma resistibile, e mi sono detta che avrei chiamato la dentista al ritorno da Firenze e la visita a S. che altrimenti mi avrebbe ripudiata come amica.
La notte da S. mi sveglio e la parte destra della bocca mi fa decisamente male. Dolore diverso, sordo ma insistente. Mi riaddormento e la mattina sto benissimo- Yeah! Annuncio la lieta novella a S. e mi accingo a bere il mio orzo tiepido e come inghiottisco una sorsata di liquido mi parte un dolore che si irradia da canini e molari destri su verso lo zigomo scavando nell'osso.
E non molla.
E non molla.
Sono un po' sotto shock perché questo è nuovo, mai sentito un dolore così. Capperi dev'essere il solito dente sensibile che ho appena fatto ricoprire lo scorso anno, è sempre rimasto sensibile e ora magari c'è qualcosa. Quando mi riprendo dall'istupidimento azzardiamo delle teorie.
S. crede sia gengivite, io non lo credo perché, non sanguino, faccio il filo, mi lavo i denti 3 volte al giorno, e ho appena fatto la pulizia dei denti. Però ogni volta che bevo sto liquido tiepido mi riparte questo dolore sordo -ma vasto- che perdura per un po' ma poi sparisce. Vabbè, quando sparisce parliamo d'altro.
Lascio S. e vado in centro a trovare G. andiamo da Vivimarket a comprare ingredienti esotici: io latte di cocco, lui bulghur e poi andiamo a farci un falafel vicino S. Maria Novella. Come entro nel locale mi parte il dolore peggio di prima, e io sono ammutolita perchè non c'è liquido ora che lo abbia stimolato, quindi ...perché?
Sto 10 minuti in apnea a tenermi la guancia mentre G. mi parla come se fosse un dottore e non capisco cosa dice. Ripeti per favore? Lui ripete esattamente con la stessa terminologia, e io gli faccio: spiegami non capisco. Non è che sono scema ma 90% delle mie funzioni cerebrali sono impegnate a gestire il male. Finalmente mi pare di capire che mi consiglia di prendere un antidolorifico perché il corpo comincia a sanarsi da sé solo se non è in conflitto con il dolore.
Quindi prendo due aspirine e le bevo con l'acqua fresca che ho in bottiglia con me. E l'acqua fresca, che prima mi dava dolore sul dente sensibile, invece fa calare il dolore.
Ahhhhhh!
Sorseggio altra acqua e comincio a respirare.
Si parla quindi di trigemino, dell'operazione del fratello di G e io cerco di immaginarmi come funge il trigemino e perché si è attivato.... La mia vicina di casa ha avuto problemi di trigemino e aveva la faccia mezza paralizzata sarà stata la conseguenza o la causa? Lasciato G vado alla SITA perché si è messo a piovere, e non ho più voglia di vedere la mostra alla Strozzina, perché questo dolore mi ha distratta, ma chiamo il dentista: -
"ciao.. ho poca carica e chiamo da un cellulare (non si offre di richiamare vaff....) ho un dolore pazzesco, sai dove ho fatto il lavoro l'ultima volta? Ho bisogno di vedere Silvia al più presto? Solo Martedì prossimo? ...prima no....? "
No. vabbè. Penso a quando volevo fare il lavoro di copertura del dente sensibile che mi diedero l'appuntamento a due anni dopo e io gli chiesi- ma se uno ha un'urgenza? Ah, se è urgente si fa prima! Beh alla faccia del prima, da Mercoledì a Martedì pomeriggio sono 6 giorni. Vabbè caso mai richiamo quando sono a casa.
Le pasticche mi tengono buona per un paio di ore poi ne devo prendere altre, le ultime prima di scendere dall'autobus e non hanno ancora fatto effetto quando entro in casa con l'idea di provare il Clove Oil che ho da anni per emergenze come questa. E un tipo di Caina, Benzocaina o anestetico locale del genere che si compra senza ricetta in USA per il mal di denti. Nel film il Maratoneta Dustin Hoffman lo usava copiosamente per assopire i nervi irritati dalla tortura del trapano a cui il sadico dentista l'aveva assoggettato per estrargli non ricordo che segreto.
Io leggo l'etichetta, intingo un dito e lo passo sulla gengiva del dente. E....

vedo la luna, le stelle, Caino, le frittelle;
Plutone, e i pianeti "veri";
una Supernova,
la Cometa di Halley,
Meteore e Meteoriti senza capirne la differenza,
buchi neri e di vari altri colori...

e in quell'abisso di dolore mi rifugio a tentoni nel posto più intimo che a uno rimane una volta fuori dal grembo materno, e cioè il letto. E li la mia barchetta sale e scende per le valli e montagne dei marosi del dolore che mi sconquassa la faccia.

-Penso: i dolori del parto devono essere di questa intensità salvo che li senti in tutto il corpo. Questo è più vicino al cervello. Come diceva Bill Cosby, è come se ti prendessero il labbro inferiore e te lo passassero sopra la testa a coprire le orecchie e la nuca, e deve avvicinarsi di parecchio la descrizione salvo che il dolore di stiramento della pelle dev'essere differente. Beh grazie al cielo non ho voluto aver figli.

-E penso: granuloma? Ascesso no perché non ho febbre e le gengive sono ok. Ma se era il dente la causa del male questa Caina avrebbe dovuto neutralizzarlo per lo meno un poco visto che mi ha addormentato parte del labbro e della lingua che ho toccato con il liquido... Allora che cos'ho? Cancro all'osso mascellare che ha preso piede e finalmente si sta manifestando in tutta la sua iniziale forza?  Ora dovranno scavarmi chirurgicamente e togliermi mezza faccia come a Roger Ebert, rendendomi peggio di Elephant Man, perché alla fine un Elephant Woman è sempre inferiore ad un Man...

-E penso più seriamente: se ci fosse una pistola in casa la tentazione di usarla sarebbe grande.
Non scherzo, il dolore è tale che la razionalità sparisce e rimane solo l'istinto di fuga, il bisogno primitivo di cessare, terminare, finire, concludere, in qualsiasi modo possibile il persistere del dolore.

-E penso a mio zio che ha patito le pene dell'inferno prima di morire del cancro che lo divorava dentro e alle bestie ignoranti che in vesti di preti e moralisti impediscono a chi soffre una fine umana e indolore che riservano invece alle bestie.

-E penso all'immagine di Boyd, e al forellino che si è fatto nella tempia con la pistola da ufficiale, decidendo lui come dove e quando, per non dipendere da nessuno o non soffrire.

-E penso che però non sarebbe una bella vista da far trovare a Skip al ritorno a casa, o alla reazione dei miei, che sono ancora vivi e a cui vorrei risparmiare il dolore della perdita di un figlio.

-E penso che non ho la pistola e quindi il problema non sussiste, che forse è una fortuna, ma so dove trovarla avessi bisogno....e magari se mi facessi dare di nuovo una lezione di come usarla visto che la volta prima mi ripugnava troppo per prenderla in mano....

E piano piano ritorno a galla e il dolore si fa più sopportabile, e questa massa di carne e sangue torna ad essere una creatura senziente che va sul pc a vedere se si tratta di Trigemino (non pare, il dolore trigeminale non è sordo e duraturo bensì elettrico istantaneo e nello stesso posto ripetutamente- anche se viene definito "malattia del suicida"....) o di Granuloma (not) o Ascesso (nemmeno) e si ferma li perché la ricerca diventa troppo complessa per l'energie rimaste.

Passo una notte a prendere aspirine ogni 3 ore, e al mattino distrutta chiedo a Skip di chiamare lui la dentista, perché lui è il loro paziente d'oro, colui che obbedisce alla lettera agli ordini di queste Dominatrix che quindi non possono rifiutargli un favore, mentre con me c'è sempre stato lotta per determinare chi è l'Alfa female del branco e i bracci di ferro che ne risultano, cortesi ma passivamente aggressivi, non aiutano in situazioni come questa.... nella mia paranoia mi sabotano per vendicarsi della mia disubbidienza e individualismo.

E Skip ottiene l'appuntamento: venga subito e io parto senza esitazione, senza paura perché tutto è meglio di questo stato: taglino, cavino, trapanino, devitalizzino e che mi infilzino con aghi e sostanze chimiche, ma mi tolgano da questa miseria.

E dopo aver fatto dei test per vedere se le tasche gengivali erano a posto e aver soffiato aria in punti che in altre situazioni mi avrebbero mandata ad arrampicarmi sui muri (sono pronta a saltare ma sento appena fastidio), dopo aver escluso gengivite, carie, infezioni e orrori simili, passando le dita parallelamente sulle gengive e lungo il setto nasale e premendo alla radice del naso viene determinato che si tratta di un problema che mai avrei potuto identificare perché non ne ho mai sofferto prima.

sinusite.


WOW.
WHO KNEW?