premetto che c'ho solo il raffreddore -posso chiamarlo "Kanguro"? C'ho il raffreddore Kanguro io, che mi fa saltare di qua e di là dalla felicità perchè non avendo la TV non mi tocca sorbirmi la dittatura delle ultime "propagande", perchè si parla sempre della stessa roba, con le voci accorate e le ciglia aggrottate dei vari ________________________________ (inserire qui i nomi degli anchormen/women della nostra TIVVU', io non li so).
Però visto che sono andata due volte questa settimana a trovare mia mamma che aveva il suo di raffreddore, del tipo "da semplice raffreddamento" niente animali chiamati in causa per qualificarne il virus - ho notato che Rete4 nel pomeriggio da sempre un film di carattere religioso. Un giorno c'era quello con la Audrey Hepburn che faceva la suora - sprecato veramente quel bel faccino senza trucco o sorriso - che è risultato essere poi un film che mi ricorda del mio amico Ceppo, che una sera venne in casa per portarmi fuori e alla TV -rigorosamente in bianco e nero fino agli anni 90- davano quello stesso film. Ho un vago ricordo della suorina che si prostrava a pancia in giù in chiesa dicendo insistentemente di aver peccato di orgoglio e Ceppo, visto che la suora continuava ad insistere sulla questione dell'orgoglio, a un certo punto esclamò con quel suo modo tipico di dire le cose : Ma che c'ha quella, l'orgogliometro?
Non mi aspetto che vi faccia ridere, è una di quelle cose di cui si dice " you had to be there" che erano buffe al momento, ma è un ricordo che mi fa sempre sorridere.
18 righe e ho già perso la via del ritorno. Stavo dicendo dei film sulla 4. Domenica invece c'era la
Garbo Bergman nella Locanda della 6a felicità - titolo Italiano di The Good Earth come il libro scritto dalla Pearl S. Buck (
che diamine ha vinto un Nobel per la letteratura mentre Joyce, Auden, Borges, Conrad, Kafka, Nabokov, Proust, Tolstoy, Twain e Z0la [cito The New Yorker ] veri pezzi da 90 della letteratura no! Il che prova che i premi sono tutti una sola (con la o aperta= una fregatura) , vedi appunto gli Oscars)
...ma dicevo, anche il film con la
Garbo Bergman,
una mattonata melodrammatica che il gatto di Titina ci aiuti, ma anche quello parlava di missionari in Cina e di religione e il relativo pietismo [con quella doppiatrice che pare che ti stia respirando sul collo, ma che purtroppo ha un modo di recitare che è sempre quello per 30 star del cinema per cui è un tantino ovvia]... insomma e dai e batti e spingi tanto è che glie l'ho fatto notare anche alla mamma, "guarda che qui vi fanno il lavaggio del cervello", ma non ci doveva essere separazione fra stato e Chiesa? E la TV è dello stato o della chiesa? Vabbè è di Berlusconi, nel qual caso è privata o di stato? ci si impantana qui...
Beh se questo post è delirante posso dare la colpa allo sciroppo della tosse, sicuramente sono un po' dissonata per via di quello, l'overdose di C - la vitamina- che probabilmente conflitta con il ribes nigrum che prendo in dosi industriali, e il poco sonno per via della trachea che duole in attesa di trasformarsi in un tubo di tosse- approposito c'ho il brodo sul fornello!
Volevo anche parlare di qualcosa che non so se riesco a spiegare ma che mi frulla in capo da qualche tempo.
Il concetto mi è balenato in testa nuovamente l'altro giorno leggendo una poesia sul The New Yorker, dove trovo che una poesia su 5 mi colpisce come un pugno nel plesso solare. Premetto che non ho mai amato la poesia, leggerla intendo.
Per chi la vuole leggere nella sua interezza si chiama
A History of Origami di Bob Hicok ma per coloro che vogliono arrivare al punto -
come questo post ovviamente non riesce a fare- vi riassumo un p0' il contesto:
C'è una parte dove l'autore parla di prendere una pietra della dimensione del suo cuore su cui disegnare il suo cuore nella forma dei suoi sentimenti, con il quale rompere una vetrina. Dice di come la pietra e la rottura liberi qualcosa, lo liberi da qualcosa di sconosciuto e come il suo cuore sopravviva al viaggio attraverso il vetro e il riflesso di se stesso. Ma poi piange perchè non era vero niente, e si dice che fino a che un poliziotto non gli chieda se sia suo il cuore tra le rovine del suo riflesso lui non si potrà chiamare uomo nonostante quello che insiste la sua anatomia.
Scrive:
i won’t be a man, despite what my anatomy insists.it insists that i overcome a sense of resistance when i move, that i move as long as i am able to move, and when i am unable to move, that i stop.Non so perchè ma queste parole mi parlano di una scelta di vita diversa. E la questione che mi pongo da qualche tempo è: siamo capaci di vera libertà? Non parlo della Libertà con la maiuscola, quella dei popoli oppressi ma la libertà da noi stessi. Uno arriva a passare i 50 e si domanda, posso solo essere io o posso essere un'altra? Cosa si prova se ci si riesce a rinnovarsi radicalmente, abbandonando la conoscenza di sé stessi per esplorare un io alternativo? Gettando la pietra nella vetrina, rompendo il riflesso di sé?
Non sono sicura di sapere con precisione di cosa sto parlando ma quelle parole che da sole forse non dicono tanto nell'insieme di immagini ed emozioni che formano hanno scatenato in me questa visione, come se per un attimo attraverso uno strappo nel tessuto del mio reale intravedessi la mia vita parallela, una delle mie vite parallele... o come se avesse dato voce ad un mio profondo desiderio ... o queste forse sono solo le prime avvisaglie di un più grande mutamento, oppure sono solo delle allucinazioni, come dei dejavue della mia consapevolezza personale che è fuori sintonia e deve resettarsi.
Vi viene mai voglia di diventare qualcun altro, di vivere una vita diversa? non perchè la vostra faccia schifo, anzi, a me la mia piace, ma perchè siete curiosi e avete solo questa di vita e perchè non esplorarla più in profondità? Ci sono tante altre Niki dentro me. Potersi liberare di questa per farne uscire le altre! E quelle parole that i overcome a sense of resistance when i move, descrive così bene la viscosità del primo movimento nuovo, dell'atto che ci si stupisce di compiere, come quando la farfalla rompe il bozzolo con le ali, e incerta del perchè e del percome fuoriesce in nuova realtà e nuova forma.
Ora non necessariamente uno deve prendere una scheggia di sasso e rompere una vetrina, ma quello è comunque un atto che non ci sogneremmo mai di fare, giusto? Per cui forse dovremmo provarci, se questo serve a liberarci da noi stessi...
Insomma, ecco. E non sto istigando al vandalismo.