lunedì 30 luglio 2012

EVVIVA NOI, ABBASSO VOI

Katarzyna-Milczarek-Ekwador http://www.dressage-news.com/?p=16438

mi sono dedita anche io allo stiro oggi, 3+ ore di sudata con la scusa di guardare le olimpiadi in streaming sul Mac.

Prima c'erano i tuffi sincronizzati. Lo streaming in parallelo perfetto sceglieva di sincronizzarsi anche lui: via buffering bloccava il video ad ogni tuffo  (di cui sentivo solo l'audio dello splash entrata in acqua) per ridarmi il video solo al momento del tuffo al rallentatore. 
Dev'essere per questo che ci ho messo così tanto a stirare tutto oggi.

Dopo i tuffi c'è stato il Judo (no Lo Judo non lo scrivo), che non ha niente a che vedere con l'idea che abbiamo delle arti marziali. Per quello che ho potuto notare, le due donne che lottavano per la medaglia di bronzo non facevano altro che tirarsi calci negli stinchi, poi si prendevano per il bavero strapazzandosi un po' e infine per darsi un contegno cercavano di rimettersi a posto i bordi della giacca senza farsi notare troppo in giro. E sul podio per il bronzo è salita una Calabrese dai capelli biondo platino a-la Marilyn.

Il tiro a piattello è una noia pazzesca specie se devi guardare spesso cosa stai stirando per cui perdi di vista i piattelli. Ma le donne che praticano quello sport hanno divise e comportamenti molto cool, con cappelli a visiera e occhiali scuri che le fanno sembrare agenti della Stasi, e quando hanno sparato il loro turno mi piace come si mettono il fucile aperto a forma di boomerang sulla spalla, manco fosse un asciugamano bagnato di sudore. La Texana medaglia d'oro imbracciava l'arma come se fosse una borsa per la spesa con dentro un cocomero, ma appena scattava in aria il piattello ecco che il cocomero si tramutava in una protesi letale che sbriciolava il falso piccione in una nuvola di polvere rosa (celeste o gialla per la versione maschile suppongo..)La campionessa USA mi è sembrata troppo disinvolta e nonchalant da farmi pensare che avesse comprato la gara. Ma per forza sono superiori gli USA! Loro possono fare pratica di tiro al bersaglio nelle scuole e negli uffici pubblici ogni qual volta gli balzi la voglia!

Non avevo mai realizzato che i nostri sportivi vengono tutti da corpi militari. Polizia e Carabinieri, Areonautica, Forestale e persino Polizia Carceraria per il nuoto (fuga da Alcatraz?) Da da pensare.

Interspersi fra questi eventi c'erano brevi segmenti di gara ciclistica ad ostacoli (una nuova specialità delle olimpiadi Londinesi) laddove le difficoltà sono aumentate da pioggia a scrosci, fango sull'asfalto, e dalle decine di bici e donne cadute che devono essere scavalcate da chi arrivava dopo. Visto che era finita la lavatrice ho pensato bene di cogliere l'attimo ciclistico per stendere il bucato. Ma appena rientrata ho scoperto stizzita che il dressage -l'unico sport che mi interessava davvero vedere- era stato appena mostrato (per 5 miseri minuti della performance di Bracciaroli), e ora mi aspettavano 2 interminabili ore di canottaggio. Menomale che i panni da stirare erano rimasti ammucchiati per parecchi giorni per cui dovevo fare molta attenzione alle grinze, e darne meno alle prove di eliminazione di Kayak e Canoa. Un plus il cronista Franco Bragagna, che mi ha colpito per la sua capacità di pronunciare i nomi stranieri con disinvoltura e appropriatezza di pronuncia e per la flemma e sicurezza con cui commentava: era una persona colta che offriva dettagli storico culturali sia sullo sport in onda che sulla località dove si teneva. Mi pareva di ascoltare la radio invece di guardare la tivvù.

Certo non era come gli altri cronisti che il più delle volte mi fanno venire i bordoni per quel che dicono e come lo fanno. Sempre di parte, tendono ad anticipare quello che succederà come se l'avessero letto nel fondo di resti di Corn Flakes che si depositano nel latte della colazione.  Salvo che non sanno leggere quello che c'è scritto ma quello che vorrebbero ci fosse scritto, il che raramente combacia.

Esempi di commenti demenziali:
  • "La Pellegrini perde per le braccia prepotenti delle altre nuotatrici".
  • La vincitrice della corsa ciclistica viene definita "la Cannibale", che mi pare una definizione una tantino esagerata e poco rispettosa nei confronti di una donna, anche se questa è brutalmente tosta, coperta di fango e sudore e non porta un cappello come si usa in Inghilterra.
  • Definiscono un nuotatore intervistato come freddo, "sia quando vince che quando perde", perché questi ha dato una critica spassionata e professionale alla sua PERformance (parola sempre pronunciata dai nostri oracoli con l'accento sulla prima sillaba invece che sulla seconda, che è come si pronuncia il verbo da cui deriva to perFORM). Dopodiché il Paul Weston della RAI ipotizza stronzate del tipo "sicuramente sotto, dove batte il cuore, ci sono emozioni che (nome del nuotatore) deve prima o poi arrivare a gestire."
  • Stando a questi cronisti NOi perdiamo perché sfortunati. Ma quando vinciamo lo facciamo perché siamo bravi, i migliori. "Noi" ovviamente, non i nostri atleti.
Purtroppo l'unica cosa che posso vedere gratis è la Rai TV, perché le altre stazioni che trasmettono i giochi in lingua anglosassone non si possono vedere dall'Europa, e perché per qualche strano motivo (che mi fa sospettare le zampette del magnate dei medium televisivi italiani) l'Italia è esclusa dalla lista di paesi europei che li possono vedere in Eurovisione. Ho contato 77 paesi nella lista dei fortunati, paesi che vanno dalla Groenlandia al Turkmenistan, dal Kyrgyzstan alla Guyana Francese, passando di striscio da San Marino, ma l'Italia no.

Questo significa che la mia esperienza olimpica è limitata alla visione italica, sulla quale mi trovo, purtroppo spesso molto critica*. Avrei preferito un po' più di libertà di visione, specie nell'era di Internet. Quindi devo sopportare la carenza degli sport equestri (Bracciaroli aiutaci tu!) perché troppo high brow per le masse nutrite a calcio sperando per il meglio nei riguardi della copertura TV di ginnastica e atletica.  Sigh.

*ma è mai possibile che un cronista televisivo ancora non sappia pronunciare il nome di Phelps? E' Felps, Felps dannazione! Il tuo collega lo dice giusto, lo fai apposta o hai una lisca al contrario?    

(ma che è Monge - crocchette e patè con frutta? Per animali? Nome e prodotto uno schifo totale....)

venerdì 29 giugno 2012

LE NUOVE ACQUE DEL 20 SECOLO

proprietà delle Nuove Acque SPA utilizzato a scopo puramente decorativo


devo scrivere questo post per dar spazio e voce alla frustrazione per il tempo perso per via della mia ostinazione a voler portare in fondo una cosa che doveva essere breve come fare click sul mouse.

Da una settimana avevo la bolletta nuove acque accanto al Mac per registrarmi e ottenere la bolletta online come promosso dall'azienda - meno carta, più veloce : non fa una piega. Oggi ci provo. Inizia male subito quando i dati obbligatori provvisti di asterisco sono solo codice cliente e indirizzo email ma poi se non inserisco codice fiscale o partita iva non procedo. Cialtroneria digitale, brutto segno...

La pagina emette un nuovo codice cliente (poteva rimanere quello sulla bolletta no?) e una password che sembrano vocaboli polacchi, piene di consonanti impronunciabili e mi invita a fare log in. Provo subito ma niente, codici errati. Riprovo. Idem. Unica opzione sulla pagina un link per chi si registra la prima volta.  Aaahh... vado a fare click  e si apre nuovamente la pagina di registrazione.

Ecco risuonarmi negli orecchi la colonna sonora dell'eccellente film di Terry Gilliam Brazil che nell'85 descriveva perfettamente il futuro -ovvero il nostro presente- come l'inferno burocratico e teatro dell'assurdo che è diventato. 

Ok come diceva la pubblicità delle pagine gialle una volta: make your fingers do the walking e le mie lo fanno sulla tastiera del telefono chiamando il numero verde dell'azienda. 

Prima risposta: può scaricare il modulo per la registrazione online stamparlo e spedirlo. 
Qualcuno oltre me vede l'assurdità di questa opzione? 

Seconda: ma lo sa che deve cambiare la password? Spero bene, ma prima devo entrare nel sito no? Una parte del mio subcoscio non impegnata a moccolare afferra le istruzioni che la password deve seguire il formato delle bestemmie polacche di cui sopra. Lettere maiuscole e minuscole inframmezzate da numeri quindi. Impossibile da ricordarsi ma Not their problem is it?

L'operatore mi chiede il numero di telefono e mi dice che mi richiameranno "dopo". Chissà se sarò su un olivo allora, oppure a spazzare i detriti dei lavori di restauro in corso a casa, in ogni caso scommetto non quando sarò di fronte al computer. 

A questo punto decido di dare valore ai 20 minuti persi trasformandoli in feedback alla Società, scrivendo una lettera che spiega il problema, che un pessimo design di pagina da adito ad un aumento di chiamate ai call centers e quindi ad un incremento dei costi. Che le pagine del servizio registrazione al Click Acqua non hanno una nota informativa per chi meno capace di me, che può non sapere -non dico come registrarsi on line che per qualcuno può essere già un problema- ma tutto quello che mi ha detto l'operatore A VOCE. Che ci sono limitazioni sulla scelta della password per esempio. Se il cambio di password verrà richiesto una volta entrati nel sito come d'uso o se ci sono prerequisiti diversi. Se ci sono dei tempi di attesa fra la ricezione dei codici e il tentativo di uso dei medesimi. Insomma quelle informazioni che siamo abituati a veder comparire accanto ai diversi campi inserimento dati, o che si aprono magicamente in finestre separate quando si clicca qualcosa che non va bene. Questi sono i bastoni di appoggio che aiutano a percorrere i labirinti digitali di Amazon, Skype, Facebook, etc.

GRAZIE!

(P.S. Alla lettera ricevo risposta mentre scrivo il post confermando che i codici sono quelli e di riprovare (per fortuna senza dover ricevere una telefonata mentre al volante). Stavolta funzionano e cambio password (fortunatamente senza dover seguire la matrice del Polacco di strada) e richiedo la bolletta on line (fortunatamente senza dover stampare un cartaceo). 

Ringrazio e allego il link di questo blog. Sai mai... ;-)

Braaaziiilll tattarattattattataaa  tattarattatttata-ta-ta Braziiil Brazil!  

domenica 3 giugno 2012

ULTIME NOTIZIE, ULTIMI TREMORI

Ruins © 2012 Niki Ghini
come ogni mattina, recentemente, inizio la giornata guardando cosa ci dice la terra. I sismi si sono spostati in Indonesia e Nuova Guinea, il sismografo di Capannori dà linea piatta, per ora tutto tranquillo. 

La vita torna normale e ci dimentichiamo le emergenze. Nel quotidiano intendo perché la stampa e la TV ce la passano continuamente, mungendo i drammi fino all'ultima goccia di attenzione della Audience. 

Nella mia vita una partenza; quella dei lavori di restauro alla casa. Dopo un anno di lavoro preventivo, incontri con le imprese, scelte, tagli, visione delle opzioni, misurazioni, visite in sito, etc. eccoci arrivati alla redazione di un contratto, approvazione di un totale costi (prima fase) e alla firma della S.C.I.A.
Presente nella testa in questi giorni è la domanda se la casa, una volta finiti i lavori di sistemazione del solaio -inevitabilmente appesantito rispetto a come era costruito una volta (strato di assito di legno e terra per livellare le mattonelle di graniglia)- reggerebbe ad un sisma che non è escluso colpisca la nostra zona, prima o poi. 

Come per tutti il pensiero può essere relegato sullo sfondo della mente, occupata a cose più pressanti, sempre pronto ad emergere in primo piano, urlando, ogni qualvolta lo scricchiolio di un infisso la notte farà balzare il cuore in gola nel timore di sentire il terreno iniziare a muoversi.

Si fa quello che si può, con i soldi e le conoscenze tecniche che si hanno e poi ci si affida alla fortuna. Si può imparare a conviverci con i terremoti di cui questa penisola è ricca, ad accettare le scosse che si percepiscono come quelle dei vuoti d'aria in aereo, che possono essere paragonate al galoppo a cavallo, al dondolio del treno aiutandoci a domare la paura. Però ci vuole anche un minimo di preparazione.

La cosa che trovo inaccettabile è che in Italia non ci sia un programma di informazione del cittadino su cosa fare prima, durante e dopo un terremoto. Cioè qualcosa c'è ma chi lo conosce e l'ha visto se non recentemente perché è andato a cercarlo con il lanternino sul Web???

in italiano ho trovato qualche suggerimento, molto blando
http://www.earthquake.it/cosa-fare.php 
 http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/view_cosa_fare_sismico.wp;jsessionid=47698D2AEC6993B95D07AE9E6D191E12?contentId=APP15010
 http://www.dipteris.unige.it/geofisica/ITA/didattica/did_difesa.html (di valido ci sono le mappe che identificano le zone calde in Italia)

in Inglese
http://www.ready.gov/earthquakes
http://earthquake.usgs.gov/prepare/  (PDF da scaricare)
http://www.amerrescue.org/quakprep.htm

La visita ai siti Italiani rende ovvio che ancora si considera il terremoto come un atto di Dio a cui poco possiamo fare, e siamo d'accordo che non si possano fermare o prevedere con esattezza, ma mettere la popolazione in grado di essere preparata ad un evenienza che in Italia è pressoché certa, è una cosa desiderabile e necessaria. 

Le pagine Gialle e Bianche dovrebbero contenere un manualetto di preparazione ai sismi. La scuola dovrebbe insegnare cosa fare e preparare le future generazioni con drill d'emergenza. Gli alberghi e i posti di lavoro dovrebbero avere mappe e piani di evacuazioni. Insomma il Giappone e la California sono sismici come lo siamo noi ma loro sono preparati e noi no, perché? 

Sopravvivere ad un terremoto è questione di fortuna (in parte) ma il peggio ha ancora da venire se la casa è crollata, le infrastrutture (telefono, luce, acqua potabile) non ci sono più e tu non hai messo da parte una borsa con torce e batterie di ricambio, acqua potabile, snack nutrienti, coperte e non abbia deciso con la tua famiglia un punto di ritrovo nel caso il disastro vi trovi separati. Piccoli accorgimenti che renderebbero le prime 24/48/72 ore molto meno penose nell'attesa che arrivino aiuti. Specie per chi non vive in centri popolosi e aspetta gli aiuti della protezione civile, del governo, delle istituzioni. 

Aiutati che il ciel ti aiuta dice il detto e il cielo ci vuole trovare preparati, che siamo tanti su questa terra oramai e il cielo è uno solo!