Dunque, Steven Brown ha risposto ad una mia mail e quindi colgo l'occasione per raccontare la storia che avevo promesso (più o meno) di raccontare a Giardigno qualche tempo fa.
Steven Brown è uno dei Fondatori del Gruppo dei Tuxedomoon e non mi dilungherò a spiegare chi sono se non lo sapete. Vi basti sapere che sono un gruppo di musicisti/artisti che fanno musica sperimentale -per molti inascoltabile- unendo filmati, teatro e altro nelle loro performances. Nativi di San Francisco si sono da anni trasferiti da tempo in Europa dove hanno trovato un pubblico più ricettivo alla loro musica.
La cosa che ho voluto scrivere a SB nel ringraziarlo è che la loro musica mi accompagna da che avevo 18 anni. Ho usato i loro pezzi come sfondo sonoro della mia segreteria telefonica. Li volevo suonati al mio funerale. Una loro canzone posso dire che è stata motore subliminare della mia avventura in America. Li ho visti in concerto al Tenax di Firenze varie volte. Ad uno avevo conosciuto G. Ogni volta che loro tornavano a DSF per suonare io c'ero. All'I-beam nell'Haight Ashbury, al Club DV8, al Mabuhay. Erano occasioni queste dove tutti i membri fluttuanti del gruppo, gli ex compagni di scuola e gli amici si ritrovavano insieme ai fans e la serata era più festa fra amici che performance.
Non solo la loro musica mi ha accompagnata per la maggior parte della vita ma ci sono dei paralleli interessanti. Ho studiato al San Francisco City College come loro; mentre loro venivano in Europa io sono andata in USA, incrociandoci per così dire. La loro casa discografica la Ralph Records era la porta accanto al negozio dove lavoravo e lo scoprii il giorno che fecero una svendita prima di chiudere (dandomi l'opportunità di comprare per pochi dollari dei vinili che ora rari).
Poi c'era stato l'episodio che volevo raccontare...
Mi pare fossi in visita in Italia, quando con Pippi andammo a vedere Brown e Blaine Reininger (che ancora suonano insieme) a S.Casciano VDP vicino a Firenze, in un teatrino tipo la Pergola piena di gente di mezza età come noi, vecchi nostalgici che ancora si ricordavano di questi due.
Il concerto fu molto bello e mi sentivo avvantaggiata perchè capivo non solo quello che dicevano al pubblico, ma data la mia esperienza a SF. avevo una lettura diversa dei riferimenti culturali e di ciò che influenzava la loro musica.
A un certo punto mi parve che avessero problemi con l'audio e che cercassero di comunicare con i tecnici della consolle a fondo sala. Per cui quando chiesero al pubblico se qualcuno poteva aiutarli immaginai che volessero qualcuno per chiarire qualcosa con i tecnici. Mi guardai intorno per vedere se c'erano altri volontari e visto che nessuno lo aveva fatto alzai la mano. Chi mi conosce sa che non sono tipa da espormi, ma io ero tranquilla perchè, cazzo! se non potevo aiutarli io a comunicare con i tecnici, chi?
Beh salgo sul palco, saluto e Reininger mi presenta ufficialmente al pubblico ringraziandomi per la mia buona volontà...scopro poi con shock notevole sorpresa che non è di aiuto linguistico che hanno bisogno.
No no, hanno chiesto un volontario per accompagnarli con THE CAGE.
Che????
Devo cantare con loro?
Non posso scappare, sono lì davanti a tutti, che applaudono contenti, pensando sicuramente: "menomale non ci sono io lì sul palco, m'è andata bene che la tipetta ha alzato la mano prima!"
Brown mi bisbiglia nell'orecchio il da farsi, e solo dopo, una volta tornata a sedere realizzo che conoscevo il pezzo benissimo, non c'era bisogno che me lo spiegasse, ma da che sono sul palco mi sono come sdoppiata e quindi ho troppe sensazioni che accadono contemporaneamente.
Una parte di me si vede dal di fuori, come spettatrice, pensando...
"Chissà se in teatro c'è G.?... chissà che sorpresa se mi vedesse qui, in questo posto in questo momento, sul palcoscenico"...."Guarda come sei disinvolta, come ti inchini agli applausi, saluti il pubblico, sorridi, parli con i due artisti...oh ma sono STEVEN BROWN e BLAINE RAINIGER!" ..."Steven è parecchio invecchiato e Blaine, mah? mica lo ricordavo così!"..."beh Niki puoi ringraziare la tua padronanza della lingua se puoi bluffare a questo modo, guardati qui!" ....e mi do una pacca sulle spalle...
L'altra parte segue le istruzioni di Brown, spiega che non voleva esibirsi ma fare da interpete, ascolta le istruzioni e si promette, SI GIURA, che non farà una figuraccia. Dentro diventa di ghiaccio, pietrificata nella concentrazione necessaria a non sbagliare.
Brown inizia a suonare il piano e Reininger fa il tappeto sonoro con il violino. I testi della canzone sono questi:
So he's learned to hold his cigarette and his drink in one hand
But he wonders if he's getting old
Everyone comes off so silly
But he doesn't forget the moon outside
and the stars up above
But he wonders if he's getting old
Everyone comes off so silly
But he doesn't forget the moon outside
and the stars up above
Met a girl from Poland
She say Breznev
Met a boy from Santo Domingo
He say cocaine
Met a girl from Poland
She say Breznev
Met a boy from Santo Domingo
He say cocaine
and the boy keeps on dancing
Girls come
and this boy keeps on dancing
Girls come
and the music goes from bad to worse
Dancing
Everybody's dancing
Dancing
Dancing
She say Breznev
Met a boy from Santo Domingo
He say cocaine
Met a girl from Poland
She say Breznev
Met a boy from Santo Domingo
He say cocaine
and the boy keeps on dancing
Girls come
and this boy keeps on dancing
Girls come
and the music goes from bad to worse
Dancing
Everybody's dancing
Dancing
Dancing
La canzone riesce a darti un senso di solitudine e squallore che non ha eguali. Nel mezzo del testo, qui sopra, c'è una parte parlata dove il personaggio della canzone approccia qualcuno facendogli delle domande a cui l'altro, - la sottoscritta in quella circostanza- risponde molto laconicamente.
Così alla domanda di farsi una bevuta con lui, l'altro risponde: "Sorry I don't drink" sebbene che in mano abbia un drink. Visto che il tipo fuma gli chiede se gli offre una sigaretta e l'altro gli risponde: "Sorry, this is my last one". Questa canzone mi ha sempre dato un senso di sgomento perchè nella mia ingenuità mi ostino a ricordare una "mia" versione dove il tipo davvero non beve e non fuma seppure ogni volta che la sento o vedo in performance è ovvio che il tipo è invece un emerito stronzo.
Finita la canzone e cessati gli applausi, una parte di me voleva restare a fare due chicchiere perchè tutto sommato me l'ero meritato; l'altra, intirizzita di adrenalina che parevo un baccalà e conscia che "the show must go on" non ha fatto storie: ha salutato ed è tornata come un razzo nell'anonimità del suo posto a sedere, al buio.
Peccato solo che gli speakers di feedback fossero lontani da me e che quindi io non sentissi la mia voce per niente, altrimenti avrei capito che non si sentiva niente e parlato più forte. Mi consola il pensiero che tanto la canzone la conoscevano tutti.
Finito il concerto, sono andata alla consolle dei tecnici e mi sono fatta regalare la pagina scritta di pugno dei due artisti, con la playlist, che tengo come una reliquia di una sera per me veramente speciale. Non capita a molti di poter dire di aver "cantato" con il suo gruppo preferito, anche se cantare certamente non era.
Beh non ci sono riuscita a farne una cosa sintetica, bisogna che vi rassegnate che mi resta impossibile essere breve.
5 commenti:
è un'esperienza magnifica ! esisterà un bootleg con la tua voce ?
occomemmai untuscrivi più ?
ooottutt'ahairagionemaronna, bisogna che mi diadaffare ma unci'ho avuto l'ispirazione!
Giardi ti invidio la capacità di scrivere storie brevi, autosufficienti, al punto e con la regolarità di un metalmeccanico della FIAT ( con tanto di links carini)
oooccomettufai?
La musica dei Tuxedomoon mi accompagna dall'adolescenza, li ho visti solo una volta dal vivo ma i loro dischi sono straordinari. Se ti va di leggere qualcosa vai sul mio blog ci troverai dei post interessanti ... e come non citare Brown Play Tenco?
http://www.sullamaca.it/
Sorry, Brown Plays Tenco dell'IDL Records
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