domenica 3 gennaio 2010

RISOLUZIONI PER IL NUOVO ANNO, RICORDI DI SCUOLA, E IL FULL MONTY

allora buon Zolo ovvero 2010 che se scritto in corsivo si legge zolo o zoio a seconda se usate il puntino sulla i.

è passato del tempo dagli ultimi post ma non è che non abbia pensato a cose da scrivere, anzi. Si parlava con amici sulle risoluzione per l'anno nuovo e io dicevo che non ne avevo fatte, scoprendo invece che qualche riproponimento ce l'avevo eccome! Una volta quando cadeva la mezzanotte del 31 Dicembre mi isolavo mentalmente dalla bolgia che mi circondava - bolgia che col tempo si è smorzata notevolmente in tandem con il tipo di celebrazione sopportabile che si faceva sempre più ristretto e intimo - inviando mentalmente come fossero preghiere i miei auguri alle persone che amavo: agli amori perduti che ancora dolevano; agli amici lontani ma sempre nel cuore; ai familiari distanti un oceano e un continente; ai cari orami andati per sempre. In questo breve ritiro spirituale della mezzanotte potevo anche rivedere l'anno passato, traendo conclusioni sull'arricchimento ottenuto o rimproverandomi su ciò che doveva essere migliorato. Forse è in questa parte della meditazione che ho sempre ritenuto uno dovesse riservare lo spazio per "ripromettersi" il da farsi futuro. Ma essendo persona estremamente indisciplinata so che per me è impossibile mettere degli ostacoli precisi da scavalcare, improbabile il prefiggersi dei picchi pen chiari da scalare: meglio aggirare il nemico facendo finta di nulla, percorrendo molta più strada e sperperando molto più tempo per circumnavigare il problema fino a coglierlo alle spalle e di sorpresa, realizzando in modo sghembo e subitaneo a volte, di aver raggiunto lo scopo che da sempre risiedeva nel mio subconscio. Così ho sempre operato ed è solo dopo un'onesta e ben postuma analisi che ho potuto convincermi di aver realizzato qualche cosa nella mia vita. Che consolazione!

Così di recente ho anche realizzato che sebbene la meditazione di mezzanotte sia non più attraente o neceessaria come una volta - l'importanza dell'arrivo di un'anno nuovo ha perso di freschezza come il mio corpo - è anche vero che negli ultimi giorni dell'anno senza volere qualche proposizione l'ho fatta. Senza pompa, virgolette o sottolineature, ma ho anche capito cosa vorrei provare a cambiare se solo riesco a mantenere l'entusiasmo Lunedì mattina quando è il momento di alzarsi ad un ora decente.

Auguratemi che questi proponimenti semi subconsci non si perdano come la neve al sole, la neve che vedo ora sul Pratomagno. La neve che si è depositata lassù in modo subdolo e furtivo fra un tuono, una saetta e l'ultimo scroscio d'acqua di ieri.

Appunto ieri mentre tuonava come d'autunno a pioveva col sole a sprazzi come in primavera, eravamo a casa di amici Anglosassoni per la maratona colesterolica del FULL MONTY. Un Full Monty è un tipo di colazione, più un Brunch o fusione di colazione e pranzo che avviene quando uno si alza troppo tardi per fare colazione ma gli va ancora di farsi uova e salumi come una bella colazione Anglo. Dagli amici calati dalla Britannia per Natale si erano fatti portare il Black Pudding, che di budino ha solo il nome traditore essendo invece una salsiccia al sangue, nera come se fosse carbonizzata. Ma buonissima. Era stato portato anche del bacon come lo fanno loro, tagliato più spesso e con il grasso meno burroso del nostro lardo o rigatino, ma con il profumo affumicato e la consistenza della carne. Insieme erano state grigliate delle salsicce che completavano la trinità carnivora della colazione. Al forno erano stati cotti dei mezzi pomodori e dei funghi champignon per darsi un tono raffinato, nell'olio di semi erano state fritte delle fette di pane toscano, e noi dall'Himalaya, non la catena montuosa ma il negozio Bangladeshi di Arezzo, avevamo portato 3 scatolette di Baked Beans, ovvero fagioli bianchi in salsa di pomodoro della Heinz, che come per il Ketchup, è la miglior marca di quel condimento de uno cerca l'insieme di gusti che va dal salato al dolce passando dall'acidulo senza nessuna predominante - un equilibrio unico che mi costringe a visitare l'Esselunga di Arezzo due volte l'anno per fare scorta del prodotto che trovo solo lì. I baked beans sono buonissimi una volta che uno si rassegna al fatto che il dolce per gli Anglo non viene mai relegato alla fine del pranzo ma condivide il posto nei piatti con carni, verdure e farinacei. Una volta pronto tutto questo, l'ultimo rush é quello delle uova che devono essere "fritte". L'uovo che noi chiamiamo "all'occhio di bue" per intenderci, rotto e solidificato in padella antiaderente con giusto l'idea di grasso è, nella versione Britannica, veramente fritto in un dito di olio di semi e il trucco è quello di scucchiaiare l'olio sull'uovo di continuo per friggerne anche la parte superiore. Il tutto viene servito insieme, impilato nel piatto, accompagnato da una caffettiera da 12 di caffè e da calici di Mimosa, ovvero prosecco e succo d'arancia - E buon appetito!

una porzione ragionevole di cibo

Ovvio che questo Brunch non è dietetico e per noi - per me - ha concluso la maratona gastronomica che è quel periodo che inizia con i primi panettoni e festicciole pre-natalizie e finisce con la Befana. Visto che dubito di ricevere una calza da qualcuno la mia maratona si è conclusa con il Full Monty - ora si torna a mangiare meno, a bere meno, a darsi una regolata perché sennò ci esplode il fegato.

La fine di Dicembre mi ha portato anche il ritrovare inaspettatamente una compagna di scuola delle medie. In genere sono sempre stata io a cercare la gente del mio passato, me stavolta l'invito a diventare amiche su Facebook è arrivata da lei, Silvia, tramite la comune conoscenza di un personaggio di Controradio, che ho anche ritrovato di recente, con la scoperta che la posso sentire in streaming da Poppi. Ah la tecnologia - quando funziona - è una gran cosa.
Ho postato così sul suo Muro/Bacheca le vecchie foto di scuola e ci siamo messe a ricordare i nomi dei compagni e con i nomi sepolti da tempo negli anfratti della memoria sono arrivate una caterva di sensazioni e stimoli subliminali da sopraffare un bufalo. Queste sensazioni sono difficili da spiegare, da definire, sono sottili e fuggevoli come l'odore dell'asfalto arso e polveroso dopo una pioggia estiva; sono come i colori muti nella penombra di un bosco all'imbrunire, come le prime note di una canzone che sappiamo di conoscere ma non abbiamo ancora afferrato che canzone sia.
Sono intimazioni, stimoli, impulsi che promettono rivelazioni future ma che ancora rimangono schivi della luce della conoscenza. E' una cornucopia di eventi passati che so di avere ancora dentro di me ma che ancora non mi è dato di rivedere con chiarezza. Spero che possano essere riportati alla luce, e con essi una me che non ricordavo di essere.

sabato 21 novembre 2009

WILCO (IL CONCERTO), OLIVE (RACCOLTA E POTATURA) E ALTRO

oh, sono spariti tutti: chi a Napoli, chi in Sicilia e chi a raccogliere le olive (poche) e poi a potare quello che non è stato potato quando si doveva... Raccolto miserrimo quest'anno, solo 55 kg di Olive risultanti in 15 litri di olio se va bene - ma buonissimo!

Fuggendo questo Deserto dei Tartari siamo andati a Firenze lo scorso weekend (quello addietro ancora) per vedere la band Wilco alla Pergola. Solo il contrasto musica/teatro mi attraeva, così come il fatto che i concerti mi piacciono in posti piccoli, intimi: le grandi arene, stadi e halls gigantesche mi fanno venire l'ansia. Ho già poca fiducia sulle persone quando prese singolarmente, ma quando sono ammassate come bestiame e sottoposte agli influssi che possono alternativamente essere : propagandistici/politici/alcolici/psichedelici/rock&roll-ici ecco che la sfiducia si trasforma in vera paura delle conseguenze che questi influssi possono avere sulla gente. Da anni non vado a concerti ma come mancare i Wilco, la mia band favorita da vari anni, che avrebbero suonato in un teatrino-gioiellino?

Io sono una che raramente mette su la musica, salvo per offuscare suoni malgraditi, perchè trovo che la musica mi alteri i pensieri e le emozioni e quindi quando suono qualcosa deve avere un suono giusto per i pensieri e le emozioni che voglio coltivare. Mi seguite? Ho avuto il mio periodo punk e mi piace la musica tosta ma divento un mostro se l'ascolto e non voglio essere un mostro. Se è musica troppo bella mi sciolgo in romanticismi melensi e improduttivi e quindi devo trovare musica che sia upbeat e positiva non commerciale o troppo scontata perchè mi stufo subito... insomma, il silenzio in genere è il più neutrale dei suoni. E per silenzio intendo il suono del fuori laddove non ci siano suoni troppo invadenti come clacson, tacchi della vicina sul soffitto, sbattimenti di porte o ante degli armadi, urli, berci o mitragliatrici. I ragazzini che giocano nel giardino della scuola vanno bene, così il cirp cirp degli uccellini, il traffico due strade più in là è OK, e così via.

Anni fa quando stavo ad Arezzo andavo in bicicletta nei giardini pubblici e per motivarmi a fare i 20 giri per un'attività cardiovascolare minima mi portavo il disk player. Un'estate mi sono ascoltata fissa Yankee Hotel Foxtrot amaliata dalla mistura di suoni fra rock puro (che in genere non amo) e la sperimentazione e dissonanze più intriganti. Ancora quell'album non mi è venuto a noia, il che è tutto dire. Fatto sta che posso dichiarare che sia la band che mi piace di più al momento, che posso ascoltare di continuo insomma.

Un certo Colas-anti, che ha postato sul concerto di Firenze sul blog Stereogram, ha ben spiegato il fenomeno di trigger emotivo che un fan prova con la musica di questa band e per me è più o meno la stessa cosa. Non si spiega, si prova. Quindi posso solo dire che il concerto è risultato essere il più bello e memorabile a cui io abbia mai partecipato.

Più di quello di Byrne o dei Counting Crows al Greek Theater in Berkeley.

Più di quello dei Soul Coughing al Fillmore o di Henry Rollins all' I BEAM nell'Haight Ashbury, dei Ministry downton SF, o nei 3 palchi del WOMAD di Peter Gabriel, dei concerti di Phillip Glass o Terry Reiley allo Zellerbach, più di qualsiasi altro concerto grande e piccolo visto nella Bay Area negli anni che ho vissuto lì.

Anche più di quello dei Tuxedomoon a San Casciano VDP dove mi sono trovata sul palco incredula partecipante a cantare (si fa per dire) THE CAGE con Brown e Reininger (un'altra storia...)

Posso anche dire che di musica capisco poco, so quello che mi piace ma so niente di tecnica o composizione, per cui la mia qualifica è personale non oggettiva e si basa unicamente sulla mia reazione alla musica. Non ho mai provato prima il bisogno - o la libertà - di smanettare e agitarmi come ho fatto a questo concerto, senza preocuparmi minimamente di cosa pensassero coloro che mi vedevano - come se stessero a guardare me? (ma chi ha poca confidenza sente sempre gli occhi degli altri che lo/la giudicano), senza pensare ai poverini dietro che magari vedevano meno il palco ... (sorry Pippi) senza pensare ecco. Quindi ho whooped and cheered come una'adolescente, ballato come potevo stando seduta, filmato illegalmente quello che riuscivo, cantato con gli altri quando richiesto e vissuto il momento intensamente come raramente ho mai fatto in simile circostanza.

Non deterrente il fatto che la band si sia mostrata priva di quei manierismi comuni a tante star del rock, che gesticolano esageratamente e dicono cose insincere solo per ingraziarsi il pubblico tanto che non bisogna essere Holden Caulfields per percepirne la phoniness, l'insincerità e ipocrisia che ammantano gesti di questo genere. Io per 'sta roba ci ho un radar che neanche all'osservatorio di Mount Palomar... ed è vero che hanno parlato poco con noi (che è stato definito atteggiamento un po' freddino da molti blogger) ma dopo un pò visto il calore del pubblico hanno anche cominciato a dirigere l'illuminazione su di noi, come se volessero vederci in faccia, il che mi ha fatto sentire che eravamo anche noi parte dello spettacolo, che condividevamo qualcosa con la band. Non eravamo più spettatori al buio e passivi e loro sul palco illuminati performers, eravamo tutti visibili partecipanti e mi piace immaginare che sia stato bello anche per loro vederci in faccia, che godevamo della loro performance. Questo senso di unione con i musicisti è stata un' esperienza unica che sottolinea una sensibilità e generosità emotiva dei componenti della banda e che apprezzo enormemente. Per cui dò tranquillamente un 10 all'esperienza.

VIVA I WILCO!

Vi inserisco qualche brano, (non mie registrazioni) , il primo il più particolare della serata. La canzone è una ballata tranquilla, salvo che a un certo punto il batterista e parte degli altri vanno per conto loro e impazziscono il che ci ha fatto guardare intorno per cercare di capire che cosa succedesse, come se avessero un malfunzionamento, mentre era solo una trovata musicale!


VIA CHICAGO

Beh visto che siete stati bravi ve ne metto un'altro vai :



IMPOSSIBLE GERMANY, UNLIKELY JAPAN

E' uscito il sole, se mi schiodo da 'sta sedia riesco magari anche a fare un paio di alberi nell'oliveta.
Questo WE ci sono i YO LA TENGO a FI, non credo che saranno meglio ma sarà un'altro gran concerto credo, se siete sfortunati vi ritocca la recensione... ;-)

questa è troppo bellina per non metterla ...



I'LL FIGHT

martedì 10 novembre 2009

MANIPOLAZIONI DI IMMAGINI

ad A. questa immagine smuoveva roba e mi ha fatto l'"onore" di manipolarla quanto basta per farne venire fuori quello che lei ci vedeva, che ha intitolato

'Il vecchio che sussurrava al mulo del prato verde'

ora ce lo vedo anch'io. Per me era una veduta aerea, un lago piccolo e profondo in un prato invernale, le colline che si dipartono brulle...

questioni di punti di vista che vanno bene tutti... la realtà per me è comunque soggettiva.
Grazie A. per il lavoro che hai fatto ...